Fidest – Agenzia giornalistica/press agency

Quotidiano di informazione – Anno 36 n° 131

Archive for 26 Maggio 2021

“Premio Comunicazione USR – FERPI” – edizione 2021

Posted by fidest press agency su mercoledì, 26 Maggio 2021

Sarà assegnato nell’ambito di Uno Sguardo Raro (www.unosguardoraro.org), il primo festival internazionale di cinema dedicato al tema delle malattie rare e delle fragilità, ad Ottobre 2021 a Roma. C’è tempo per candidarsi fino al 30 giugno 2021. a professionisti, agenzie e aziende che abbiano dedicato parte del proprio tempo a Campagne Pro Bono, per far conoscere e premiare chi è convinto che donare e condividere siano l’etica fondante di una società sana. Il Premio intende infatti quest’anno diffondere la considerazione dell’etica come “core business” all’interno delle organizzazioni, un insieme di valori che consente di apportare una grande differenza nella vita di tutti. È dimostrato, infatti, che chi si impegna in iniziative socialmente responsabili, attente alla persona, al benessere aziendale, all’ambiente, aumenta la motivazione di coloro che lavorano in quel contesto e attrae clienti e investimenti. Il Premio Comunicazione USR – FERPI premierà campagne video realizzate pro bono e dedicate a cause e/o associazioni del mondo delle malattie rare, o a progetti volti ad abbattere barriere e disuguaglianze, per una società più giusta e più equa, incentrata su opportunità per tutti. Il tema di quest’anno è: “La sfida dell’inclusione in tempo di pandemia: la comunicazione tra nuove aspettative e necessità dei più fragili”.La Call è aperta a singoli o gruppi di professionisti della Comunicazione, Aziende e Associazioni che abbiano realizzato pro bono campagne video o opere video sulle attività a favore delle persone affette da malattia rare, disabilità, o a rischio di esclusione sociale. Per partecipare è necessario inviare il link accessibile della propria opera a usrferpi@unosguardoraro.org insieme alla scheda di partecipazione allegata, compilata in tutte le sue parti, entro il 30 giugno 2021. Gli autori/registi/produttori dei 5 video finalisti saranno contattati dall’Associazione Nove Produzioni per firmare l’autorizzazione all’utilizzo dei dati personali e di diritti di immagine e pubblicazione video, necessaria per la partecipazione al Festival. Gli organizzatori nomineranno una Giuria del Premio, composta da professionisti della comunicazione e del cinema, che visioneranno i video caricati sulla piattaforma PLAY di unosguardoraro.tv e voteranno il vincitore tra i finalisti, che sarà annunciato e premiato alla Cerimonia Finale di Premiazione del Festival 2021. Sono possibili anche Menzioni Speciali per progetti particolarmente originali o innovativi. Saranno preferiti lavori di durata non superiore ai 15 minuti. La rosa dei finalisti sarà visibile in streaming sulla piattaforma PLAY di unosguardoraro.tv 10 giorni prima dell’inizio del Festival. Clip dei finalisti saranno parte del WEBINAR organizzato da USR RDIFF insieme al gruppo Terzo Settore di FERPI e previsto durante lo svolgimento del Festival. Il vincitore verrà annunciato durante la Cerimonia di Premiazione del Festival il 17 ottobre 2021. È prevista la possibilità̀ di utilizzare le opere anche in altre occasioni legate alla promozione del Premio e di USR RDIFF. Il lavoro vincente (o i lavori vincenti) saranno diffusi attraverso i canali social di USR, FERPI e di eventuali partner aderenti all’iniziativa.

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“Il lavoro a tutela dei pescatori e armatori siciliani nel Mediterraneo prosegue

Posted by fidest press agency su mercoledì, 26 Maggio 2021

Se per il negoziato bilaterale con la Libia si dovranno necessariamente attendere i lunghi tempi della diplomazia internazionale, la Farnesina è già all’opera su un accordo provvisorio di delimitazione che possa favorire intese tra operatori privati italiani e libici. L’obiettivo è quello di facilitare l’eventuale concessione da parte delle competenti autorità libiche di licenze di pesca all’interno della Zona di Pesca Protetta del Paese maghrebino, con la creazione di cooperative a doppia bandiera proprio come da noi suggerito alla Camera con una risoluzione depositata nelle scorse settimane”. Lo dichiara il deputato siciliano Dedalo Pignatone, componente M5S in commissione Agricoltura e Pesca, riguardo le vicende che hanno coinvolto i pescatori di Mazara del Vallo (TP) a largo della Libia.“L’accordo tra privati – prosegue -, che potrebbe essere inserito nel quadro delle iniziative europee di sviluppo sostenibile dell’economia blu a livello regionale fornirebbe l’ulteriore valore aggiunto dello sviluppo congiunto dei due Paesi. Si è proposto, inoltre, al ministro Stefano Patuanelli sull’istituzione di un apposito tavolo interministeriale che possa coinvolgere tutte le Amministrazioni interessate per meglio affrontare gli specifici problemi economici che sta vivendo la categoria”. “Siamo in attesa, infine, che venga pubblicato in Gazzetta Ufficiale il decreto attuativo con cui vengono stanziati 500mila euro per dare sostegno al personale imbarcato, ai familiari e alle imprese di pesca mazaresi vittime di sequestro per 108 giorni in Libia nel 2020, previsto dal Decreto Ristori” conclude.

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Distorta informazione sui vaccini mRna. Ci si mettono anche gli esperti

Posted by fidest press agency su mercoledì, 26 Maggio 2021

Il Prof. Giorgio Palù, membro autorevole del Comitato Tecnico Scientifico (CTS) e Presidente dell’Agenzia italiana del Farmaco (AIFA), in audizione in Commissione Igiene e Sanità del Senato, il 18 maggio ha dichiarato che la seconda dose dei vaccini a mRna, cioè Pfizer e Moderna, “può essere somministrata anche dopo 90 giorni. Secondo studi in questo modo la risposta è più forte”. “E’ molto importante la risposta cellulo-mediata, per la quale non abbiamo ancora nella routine pratica una misurazione”. E questo è così vero che su ‘Nature’ la settimana scorsa è uscito un lavoro che dimostra che potremmo ritardare anche di 90 giorni la seconda dose con un vaccino anti-Covid a mRna perché la risposta che si ha nel richiamo, il cosiddetto boost, è ancora più forte. Questo è un dato che ulteriormente ci rassicura”.Per fortuna usa ”POTREMMO”, dato che comunque è necessario che tali eventuali studi, in realtà uno studio, siano adeguatamente resi pubblici e presentati all’Agenzia europea per i medicinali (EMA) per richiedere il prolungamento del periodo tra prima e seconda dose di Pfizer e Moderna. Lo studio in realtà riguarda solo Pfizer.Il pezzo su Nature, reperibile qui https://www.nature.com/articles/d41586-021-01299-y, riporta solo la notizia di uno studio e non un lavoro. Non si tratta di un articolo scientifico, infatti, dato che il lavoro completo è riportato nelle referenze solo come preprint, ovvero stesura preliminare in bozza, accessibile online, ma non ancora accettato per la pubblicazione su una rivista scientifica, come dichiarato dagli autori. Lo studio è stato condotto dall’Università di Birmingham, in collaborazione con l’Ente di Salute Pubblica inglese. La notizia non è stata correttamente interpretata, e soprattutto diffusa, dal Prof. Palù, che parla di lavoro e sembra abbia letto solo il titolo, senza neppure impegnarsi ad esprimere in italiano il concetto ‘boost’, cioè ‘aumento’.Si riporta la traduzione del pezzo reperibile su Nature dal titolo Delaying a COVID vaccine’s second dose boosts immune response, dove si evidenziano i punti importanti.Traduzione della notizia: Ritardare la seconda dose del vaccino COVID aumenta la risposta immunitaria Gli anziani che hanno aspettato 11-12 settimane per il loro secondo vaccino hanno avuto livelli di anticorpi di picco più alti di quelli che hanno aspettato solo 3 settimane. Di fronte a una fornitura limitata di vaccini, il Regno Unito ha intrapreso un audace esperimento di salute pubblica alla fine del 2020: ritardare le seconde dosi di vaccini COVID-19 nel tentativo di massimizzare il numero di persone che sarebbero almeno parzialmente protette da ricovero e morte. Ora, uno studio suggerisce che ritardare la seconda dose del vaccino mRNA Pfizer-BioNTech potrebbe aumentare le risposte anticorpali dopo la seconda inoculazione più di tre volte in quelli più anziani di 80 anni.È il primo studio effettuato su come un tale ritardo influisce sui livelli di anticorpi del coronavirus, e potrebbe ispirare le decisioni di programmazione del vaccino in altri paesi, dicono gli autori. “Questo studio supporta ulteriormente un insieme di prove in aumento sul fatto che l’approccio adottato nel Regno Unito per ritardare la seconda dose ha davvero pagato”, ha detto Gayatri Amirthalingam, un epidemiologo dell’Ente Salute Pubblica inglese di Londra e un co-autore del preprint, durante un briefing stampa. Molti vaccini COVID-19 sono dati in due dosi: la prima inizia una risposta immunitaria, e la seconda, intervento di richiamo, la rafforza. Gli studi clinici dei tre vaccini usati nel Regno Unito hanno generalmente caratterizzato un intervallo di tre o quattro settimane tra le dosi. Ma per alcuni vaccini esistenti, un’attesa più lunga tra la prima e la seconda dose produce una risposta immunitaria più forte. Ritardare i richiami di COVID-19 potrebbe anche espandere l’immunità parziale tra una fascia maggiore della popolazione rispetto al programma di dosaggio più breve. Il 30 dicembre, il Regno Unito ha annunciato che avrebbe ritardato la seconda dose fino a 12 settimane dopo la prima. Per determinare se il ritardo ha pagato, Amirthalingam e i suoi colleghi hanno studiato 175 destinatari del vaccino di età superiore a 80 anni che hanno ricevuto la seconda dose del vaccino Pfizer o 3 settimane o 11-12 settimane dopo la prima dose. Il team ha misurato i livelli di anticorpi dei destinatari contro la proteina spike della SARS-CoV-2 e ha valutato come le cellule immunitarie chiamate cellule T, che possono aiutare a mantenere i livelli di anticorpi nel tempo, hanno risposto alla vaccinazione.I livelli di anticorpi al picco erano 3,5 volte più alti in coloro che hanno aspettato 12 settimane per il loro richiamo rispetto a quelli delle persone che hanno aspettato solo 3 settimane. Il picco di risposta delle cellule T era più basso in quelli con l’intervallo prolungato. Ma questo non ha causato un declino più rapido dei livelli di anticorpi nelle nove settimane dopo l’iniezione di richiamo.I risultati sono rassicuranti, ma sono specifici per il vaccino Pfizer, che non è disponibile in molti paesi a basso-medio reddito, dice Alejandro Cravioto, presidente del gruppo consultivo strategico di esperti sull’immunizzazione dell’Organizzazione Mondiale della Sanità. I paesi dovranno considerare se le varianti che circolano nella loro particolare regione potrebbero aumentare il rischio di infezione dopo una sola dose di vaccino, dice. Per il Regno Unito, estendere l’intervallo tra le dosi è stata chiaramente la scelta giusta, ma il blocco del paese merita parte del credito per quel successo, dice Stephen Griffin, un virologo dell’Università di Leeds, Regno Unito. “La gente è teoricamente vulnerabile tra il primo e la seconda vaccinazione”, dice. “Ciò che ha funzionato nel Regno Unito è il mantenimento delle restrizioni allo stesso tempo della vaccinazione”. Riferimento: Parry, H. M. et al. Preprint at medRxiv https://doi.org/10.1101/2021.05.15.21257017 (2021). Conclusioni: Le risposte anticorpali di picco dopo la seconda dose del vaccino BNT162b2 sono notevolmente migliorate nelle persone anziane quando questa è ritardata a 12 settimane, anche se le risposte cellulari sono inferiori. La vaccinazione ad intervallo prolungato può quindi offrire il potenziale per migliorare ed estendere l’immunità umorale. È ora necessario un ulteriore follow-up per valutare l’immunità a lungo termine e la protezione clinica.In breve si inserisce il significato che distingue l’immunità umorale, che migliora con l’intervallo più lungo tra le due somministrazioni di Pfizer, e l’immunità mediante le cellule, che invece peggiora.L’immunità umorale si riferisce alla produzione di anticorpi, e a tutti i processi che la accompagnano per l’eliminazione degli elementi patogeni. Questa cresce ritardando la seconda dose per i soggetti con più di 80 anni.L’immunità mediante le cellule è la più efficace nel rimuovere cellule infettate da virus. Questa decresce ritardando la seconda dose per i soggetti con più di 80 anni. er concludere lo studio non ha assolutamente la valenza che gli attribuisce Palù. Carla Rossi, consulente Aduc, Presidente del Centro di Studi Statistici e Sociali (Ce3S), già Professore all’Università degli Studi di Roma, Tor Vergata (in abstract)

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270 miliardi di fondi agricoli europei agli amici?

Posted by fidest press agency su mercoledì, 26 Maggio 2021

“I fondi agricoli europei contribuiscono alla frode e alla corruzione, minando lo Stato di diritto in cinque paesi della Ue: Ungheria, Bulgaria, Slovacchia, Romania e Repubblica Ceca”.Così la denuncia degli europarlamentari del gruppo Verdi nel rapporto “Dove finiscono i soldi europei?”. Da notare che i Paesi elencati sono quelli cosiddetti “sovranisti”, in frequente contestazione dell’Ue dalla quale, però, ricevono soldi per utilizzarli a fini clientelari e politici. Questi Paesi sono beneficiari netti, vale a dire che ricevono più soldi di quanto versano alla cassa comunitaria, a differenza di altri Paesi che sono contributori netti, Italia compresa. Insomma, anche il contribuente italiano contribuisce a mantenere le oligarchie sovraniste che contestano le regole comuni europee. Della serie: dateci i soldi, ci pensiamo noi come spenderli e non ci disturbate con le regole sullo Stato di diritto.Il problema dei fondi della Politica agricola comune (PAC) si ripropone in queste settimane, perché è in discussione il nuovo PAC per un valore di 270 miliardi.Il Parlamento europeo vorrebbe attivare un sistema informatico per controllare dove finiscono i fondi europei, ma alcuni Stati (si indovini chi) si oppongono.Considerato che i 270 miliardi sono soldi del contribuente europeo, anche italiano, è necessario che si controllino destinazione e utilizzo.In questo senso abbiamo sollecitato la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen e il presidente del Parlamento europeo, David Sassoli, a insistere affinchè sia obbligatorio il sistema di controllo sulla destinazione e l’utilizzo dei fondi agricoli comunitari.Primo Mastrantoni, segretario Aduc

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Green Pass per viaggiare. Lo stato dei fatti

Posted by fidest press agency su mercoledì, 26 Maggio 2021

Il Parlamento europeo ha approvato l’accordo per l’adozione del Green Pass e il lancio ufficiale dovrebbe avvenire il primo luglio, al termine della fase di sperimentazione e ratifica, Il pass sarà sia digitale che cartaceo e non sarà una precondizione per esercitare il diritto alla libera circolazione e non sarà considerato un documento di viaggio. Quanto dura il Greeen Pass? I vari vaccini hanno tempistiche diverse per quanto riguarda la seconda dose e quindi anche il green pass dovrà variare la sua durata in funzione del richiamo.Il Green Pass vale 9 mesi a partire dalla data del completamento del ciclo vaccinale.Per chi ha fatto solo la prima dose, il certificato ha validità dal quindicesimo giorno successivo alla somministrazione fino alla data prevista per il completamento del ciclo vaccinale.I tempi si allungano per chi si è vaccinato con AstraZeneca, dal momento che il tempo che intercorre tra la prima e la seconda dose è di 12 settimane. Di conseguenza, dal momento che dopo 15 giorni dalla prima iniezione si ha già la certificazione verde, si tratta di altri 70 giorni che portano al validità totale del documento a 11 mesi e 10 giorni. Diversa la situazione di chi si vaccina con Pfizer o Moderna; la durata base del certificato è di 9 mesi e 28 giorni, perché ora da una dose all’altra devono passare 42 giorni. Infine il Green Pass per chi è stato immunizzato con il vaccino Johnson&Johnson, che prevede una dose unica, è di 9 mesi ed è valido dal 15esimo giorno dopo l’iniezione.Chi invece è guarito da Covid-19 potrà ottenere una certificazione verde che dura sei mesi a partire dalla data della guarigione. Infine, chi non è vaccinato e non ha avuto la malattia potrà viaggiare, ma dovrà sottoporsi a un tampone che, se negativo, gli darà libertà di movimento per sole 48 ore dal momento in cui è stato effettuato.COMUNICATO STAMPA DELL’ADUC

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Fondi per riordinare il sistema editoria

Posted by fidest press agency su mercoledì, 26 Maggio 2021

Sosterremo l’appello “accendiamo le radio” e ne trasformeremo le istanze in azione parlamentare: è doveroso portare avanti un complessivo riordino del sistema. Abbiamo sostenuto la transizione digitale della radiofonia con il DAB e promosso più volte, nel corso delle discussioni sul PNRR, sostegni per l’editoria, in particolare per nuove assunzioni e per garantire la transizione digitale ed ecologica. Lo abbiamo fatto anche nella risoluzione unitaria in commissione Cultura alla Camera. Gli editori radiofonici chiedono nell’immediato sostegni economici ma anche una legge quadro per l’editoria e l’informazione. Quello del dl Sostegni bis è un primo segnale d’attenzione, anche se non esaustivo, per la tutela dei posti di lavoro e per la difesa del comparto di un settore che rischia di soccombere nel confronto con le piattaforme digitali e l’editoria straniera. In sede di conversione del decreto presenteremo emendamenti per più fondi per il comparto. Nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza è presente un intervento limitato per l’innovazione dell’editoria, con un rimando nella linea di intervento Transizione 4.0.” Così il responsabile Innovazione di FDI e capogruppo in commissione Editoria, deputato Federico Mollicone, intervenendo su Crc Radio.

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Inflazione: impatto sui mercati e conseguenze di lungo termine sui risparmi degli italiani

Posted by fidest press agency su mercoledì, 26 Maggio 2021

A cura di Michele Morra, Portfolio Manager di Moneyfarm. Negli ultimi giorni si è registrato un aumento della volatilità sui listini azionari globali. A causare la turbolenza è stata principalmente l’accelerazione dell’inflazione negli Stati Uniti. Gli investitori sono preoccupati che una rapida ripresa dell’inflazione obblighi le banche centrali a correggere la propria politica monetaria prima del previsto. Niente di nuovo, dal momento che il tema è al centro dell’attenzione degli investitori da diversi mesi, ma sempre più persone si chiedono se il percorso di crescita che ha caratterizzato i mercati azionari negli ultimi mesi sia ancora sostenibile. Crediamo che l’accelerazione dell’inflazione sia transitoria. Gran parte dell’impennata dei prezzi può essere attribuita all’effetto base. L’inflazione viene misurata su base annua e il confronto con i livelli molto bassi dei prezzi delle materie prime lo scorso anno spiega i livelli elevati raggiunti in questi giorni. Se si guarda poi all’ultima pubblicazione del Consumer Price Index negli Stati Uniti, il forte aumento dei prezzi riguarda soprattutto i settori più colpiti dalla pandemia (come le tariffe aeree, le auto a noleggio, la ristorazione e l’industria del turismo) e quindi avrà vita breve. Un altro effetto che probabilmente sta guidando in alto i prezzi è legato alla crescita della domanda aggregata: le persone hanno cominciato a consumare e stanno spendendo i risparmi accumulati durante l’ultimo anno. L’inflazione guidata dalla domanda segnala un’economia forte e, sebbene ciò possa avere un impatto negativo sulle obbligazioni, non significa necessariamente che l’azionario ne risentirà: il rischio inflazione, fino a questo momento, è stato più che compensato dall’effetto positivo legato alla crescita dell’economia. Infine, ci sono le considerazioni sul mercato del lavoro. Negli Stati Uniti e altrove il mercato del lavoro sta ancora facendo i conti con i danni causati dalla pandemia, con il tasso di occupazione lontano dai livelli precedenti al Covid-19. La Fed ha annunciato che nel rivedere le sue politiche si concentrerà prima di tutto sulla ripresa del mercato del lavoro piuttosto che sulla dinamica dei prezzi. Il mercato del lavoro, solitamente, raggiunge il proprio apice alcune settimane dopo il picco dell’attività economica e ciò rassicura sul fatto che il momento in cui la banca centrale invertirà la politica monetaria è ancora lontano. Fatte tutte queste dovute considerazioni, è sicuro che l’inflazione rimanga una variabile rilevante per i mercati finanziari nei prossimi mesi. Lasciando da parte le considerazioni macroeconomiche e assumendo il punto di vista degli investitori, l’inflazione ha sicuramente un ruolo importante nel dettare la migliore linea d’azione per gli investitori. In passato detenere la propria ricchezza sul conto corrente o altri strumenti liquidi era un’opzione che garantiva rendimenti costanti e a basso rischio in grado di proteggere il capitale dalla svalutazione dovuta all’inflazione. In altre parole, contanti e depositi pagavano interessi superiori al tasso di inflazione e dunque sufficienti a controbilanciare l’inflazione. Durante i periodi in cui l’inflazione è moderata e i tassi di interesse sono alti, tenere i risparmi in liquidità è una strategia consigliabile per mantenere e accrescere la ricchezza a lungo termine. In situazioni in cui è vero il contrario – alta inflazione e bassi tassi di interesse – mantenere il capitale in liquidità è un modo sicuro per perdere valore reale. Man mano che i prezzi aumentano, il potere d’acquisto dei risparmi può diminuire in modo drammatico. Nel grafico, è possibile apprezzare l’effetto dell’aumento dei prezzi su un capitale di 20.000€ per un periodo di 20 anni. Il tasso di inflazione considerato nella simulazione è del 2%, un livello vicino al target di inflazione di medio termine della maggior parte delle banche centrali. Quando il prezzo di beni e servizi cresce, la stessa quantità di denaro vale meno in termini di potere d’acquisto. Anche se il valore nominale del denaro rimane lo stesso, il valore reale del denaro diminuisce drasticamente. Con un tasso di inflazione del 2% su 10 anni, 20.000€ varranno quindi l’equivalente di 13.450€. La simulazione considera solo il tasso generale di inflazione, misurato su un paniere di beni e servizi diversi. Prodotti specifici possono registrare un tasso di inflazione maggiore, riducendo ancora di più il valore futuro del risparmio quando viene utilizzato per acquistarli. Prendiamo l’esempio della casa, il cui valore è cresciuto di oltre il 2% all’anno nella maggior parte delle grandi città negli ultimi 10 anni. Ciò significa che se il l’obiettivo è acquistare una casa, i soldi tenuti in contanti si sarebbero svalutati molto più del tasso generale di inflazione in questo periodo di tempo.Recentemente, abbiamo condotto uno studio confrontando la performance di un capitale lasciato nel conto deposito e quelle di un investimento bilanciato su un periodo di 10 anni. Quando si tiene conto dell’inflazione, i depositi hanno chiuso il decennio con un valore reale notevolmente inferiore rispetto a quando era iniziato. Al contrario, un investimento bilanciato avrebbe generato rendimenti reali positivi. Certo la volatilità di un investimento finanziario è superiore a quella della liquidità così come il rischio associato, ma, numeri alla mano, su un periodo lungo investire è la strada migliore per battere l’inflazione e proteggere il capitale. Questo è il motivo per cui i risparmiatori dovrebbero tenere conto dell’inflazione quando operano scelte finanziarie di lungo termine. Spesso si sente dire che l’inflazione non è un problema, perché negli ultimi anni è stata sotto controllo, ma questo modo di ragionare è completamente sbagliato perché si focalizza sul passato per prendere decisioni sul futuro.Per concludere quindi, c’è la possibilità che l’aumento dei livelli di inflazione abbia un impatto sui mercati finanziari nel breve termine, ma che l’inflazione eroda il valore reale dei risparmi lasciati in liquidità, visti i tassi di interesse bassi (fattore praticamente certo nei prossimi anni), è una certezza nel lungo termine.

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I carburanti sostenibili per l’aviazione sono pronti per il decollo

Posted by fidest press agency su mercoledì, 26 Maggio 2021

A cura di Andrea Carzana, Portfolio Manager, azionario europeo di Columbia Threadneedle Investments.Mancano meno di dieci anni alla scadenza del 2030 stabilita da numerose aziende per raggiungere la neutralità climatica. Analogamente, all’orizzonte si profila già il termine del 2050 fissato da molti paesi per realizzare questo stesso obiettivo. Per raggiungere tali traguardi bisognerà fare grandi passi avanti. Ma come? Un settore che consuma enormi quantità di risorse naturali, ma che a nostro avviso presenta l’opportunità di un cambiamento realistico, è l’aviazione. Riuscire a ridurre le emissioni sarebbe una grande vittoria. Nel 2019 il settore ha generato l’8% del consumo totale di petrolio, equivalente a quasi 7,5 milioni di barili al giorno. Nel 2020 il Covid-19 ha lasciato a terra la maggior parte delle flotte delle compagnie aeree, riducendo del 39% il consumo di carburante, ma la propensione per i viaggi aerei è destinata probabilmente a crescere nel lungo periodo, vista l’importanza della mobilità. Senza un intervento normativo, tuttavia, gli aerei continueranno a usare combustibili fossili, e si stima che entro il 2050 il settore potrebbe assorbire oltre 14 milioni di barili al giorno, più di quanti ne abbia consumati la Cina nel 2019. Una grande differenza tra le compagnie aeree e le automobili risiede a nostro parere nell’enorme quantità di capitale immobilizzata negli aerei esistenti; si tratta di beni con una vita utile residua di 20-30 anni, la cui sostituzione comporterebbe costi semplicemente proibitivi. In aggiunta, la tecnologia necessaria per farli funzionare con carburanti differenti non è stata ancora sviluppata, per cui serve qualcosa che possa essere immesso negli attuali serbatoi. I SAF soddisfano questo requisito. Questi carburanti sostenibili sono prodotti utilizzando rifiuti destinati alla discarica, come l’olio da cucina esausto e il grasso animale scartato, mescolati con il normale combustibile fossile.Nel 2019 il carburante per l’aviazione costituiva un mercato globale da 300 milioni di tonnellate. Le proiezioni del forum sul carburante dell’International Air Transport Association (IATA) prevedono un mercato da 420 milioni di tonnellate entro il 2030, mentre secondo il World Economic Forum le dimensioni di quest’ultimo dovrebbero arrivare a 510 milioni di tonnellate nel 2040. L’Unione europea rappresenta circa il 20% di questo totale, e punta a soddisfare il 14% del proprio fabbisogno mediante l’uso dei SAF, creando una domanda da 11 milioni di tonnellate entro il 2030 nella sola Europa.I SAF sono una soluzione costosa, ma la miscelazione obbligatoria potrebbe favorire una loro ampia diffusione entro la metà di questo decennio. In questo scenario, i governi obbligherebbero le compagnie aeree a utilizzare come carburante una certa quota di SAF. Alcuni paesi si stanno già muovendo in questa direzione: la Svezia ha imposto una quota minima di SAF dello 0,5% nel 2021 e la Francia dell’1% nel 2022. L’Olanda sta valutando un provvedimento che richiederebbe una miscela al 14% entro il 2030. Nell’UE, nel luglio 2021 dovrebbe essere annunciata l’iniziativa ReFuelEU, che avrà probabilmente un obiettivo di miscelazione al 2% nel 2025 e al 5% nel 2030, mentre il presidente Biden viene esortato a introdurre un requisito dell’1% su scala nazionale. Con l’introduzione e l’aumento dei requisiti di miscelazione obbligatoria e il miglioramento delle norme, la scalabilità condurrà a una riduzione dei costi e a un’adozione ancora maggiore, innescando un circolo virtuoso.Oltre al sostegno governativo, lo sviluppo dei SAF richiede l’esercizio di pressioni da parte dei consumatori finali. I passeggeri e le imprese, sotto la spinta di investitori sempre più consapevoli dei fattori ESG, possono costringere le compagnie aeree a ridurre la loro impronta di carbonio, accettando aumenti temporanei dei prezzi a causa dell’aggravio dei costi. Si stima che una miscela al 2% per un volo di tre ore costerebbe 2 dollari a ogni passeggero.I SAF rappresentano un’opportunità entusiasmante per gli investitori. Esploriamo volentieri temi che contribuiscono a promuovere gli Obiettivi di sviluppo sostenibile (SDG) delle Nazioni Unite.[1] Il mercato dei SAF è direttamente collegato ad alcuni di questi, tra cui l’elemento dei trasporti sostenibili dell’SDG 11, “Rendere le città e gli insediamenti umani inclusivi, sicuri, duraturi e sostenibili”; l’elemento del turismo sostenibile dell’SDG 12, “Garantire modelli sostenibili di produzione e di consumo”; e l’SDG 13, “Promuovere azioni, a tutti i livelli, per combattere il cambiamento climatico”.Per usare una metafora legata all’aviazione, i SAF stanno rullando sulla pista, ma con la tecnologia, la giusta volontà politica, la pressione degli azionisti e lo sviluppo dei requisiti obbligatori possono prendere il volo. (abstract)

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Fixed Income – Perché i rendimenti reali sono davvero importanti

Posted by fidest press agency su mercoledì, 26 Maggio 2021

A cura di Mickael Benhaim, Head of Fixed Income Investment Strategy & Solutions. È comprensibile che gli investitori obbligazionari siano leggermente disorientati. Le esperienze passate non contano molto quando il mondo è alle prese con una pandemia globale. E non c’è neppure un manuale pratico che spieghi cosa aspettarsi quando l’enorme ondata di stimoli fiscali e monetari si interromperà. Eppure, in questo scenario incerto, c’è un indicatore la cui importanza per la costruzione del portafoglio rimane invariata: il rendimento reale.I rendimenti reali, vale a dire il ritorno annualizzato che un titolo di Stato garantisce una volta detratta l’inflazione, possono fornire una chiave di lettura affidabile sulla crescita economica futura e sulla politica monetaria; inoltre, hanno un forte impatto sull’attrattiva delle valute e dei titoli a reddito fisso più rischiosi.I rendimenti reali sono associati soprattutto al rendimento del Treasury Inflation Protected Security decennale statunitense (noto anche come TIPS): il titolo indicizzato più liquido e più negoziato al mondo.Per diversi anni, i rendimenti sui titoli TIPS USA, nei quali il pagamento delle cedole e del capitale è legato all’indice dei prezzi al consumo statunitensi, sono stati negativi e attualmente si trovano uno 0,92% sotto lo zero.Questo dato insolitamente basso certifica le politiche ultra-accomodanti messe in atto dalle banche centrali per rilanciare l’economia e implica che, nel lungo termine, un investimento in titoli di Stato statunitensi a basso rischio si tradurrà in una perdita in termini reali.Un rendimento reale negativo ha avuto un impatto anche sul rischio. La consapevolezza che un investimento di base, come i Treasury USA, potrebbe comportare una perdita è stata determinante nell’incoraggiare gli investitori a incrementare l’esposizione a titoli a reddito fisso più rischiosi all’interno dei loro portafogli. Tutto ciò contribuisce a spiegare perché un possibile aumento dei rendimenti reali statunitensi potrebbe, nei prossimi mesi, diventare un tema costante nelle cronache borsistiche.Scomponendo l’inflazione di break-even nelle sue parti, gli investitori possono ottenere indizi di vitale importanza sulla direzione futura di mercati, politica ed economia.La nostra analisi storica di queste dinamiche rivela l’esistenza di quattro distinte fasi per il rendimento reale o “regimi”. Ogni regime comporta una serie di implicazioni per gli investimenti ed è caratterizzato da una combinazione specifica di movimenti sia del rendimento reale sia del tasso di break-even.Nel regime uno, l’inflazione di break-even è in aumento e la ragione di ciò è soprattutto il calo costante dei rendimenti reali. In questa fase, le banche centrali continuano a effettuare tagli dei tassi d’interesse per un lungo periodo al fine di sostenere l’economia, tollerando così la prospettiva di un aumento dell’inflazione. Un rendimento reale più basso o in calo migliora sostanzialmente anche le caratteristiche di rischio/rendimento di valute e attivi a reddito fisso con rendimenti più elevati; il dollaro USA si deprezza.Nel regime due, l’inflazione di break-even è in aumento, ma questa volta a causa del rialzo continuato dei rendimenti sia nominali sia reali. In questa fase, è improbabile che la politica monetaria venga ulteriormente allentata, poiché i tassi di interesse hanno probabilmente raggiunto il loro punto più basso e una ripresa economica è già in corso. Allo stesso tempo, i rendimenti degli attivi più rischiosi (ad esempio il debito dei mercati emergenti o le obbligazioni speculative) iniziano a ridursi. I titoli di Stato statunitensi sono in sofferenza. La caratteristica distintiva del regime tre è un calo dell’inflazione di break-even grazie a un aumento dei rendimenti reali. Normalmente, in questa fase le banche centrali iniziano a ridurre gli stimoli monetari per evitare un futuro surriscaldamento dell’economia. Il dollaro tende ad apprezzarsi fortemente, soprattutto rispetto alle valute dei mercati emergenti. L’aumento dei rendimenti reali, inoltre, riduce le valutazioni delle classi di investimento più rischiose, frenando la propensione al rischio degli investitori e causando perdite sulle obbligazioni a più alto rendimento e su quelle dei mercati emergenti. Le obbligazioni difensive e di qualità superiore, come titoli di Stato e investment grade, sovraperformano.Nel regime quattro, l’inflazione di break-even scende con il calare dei rendimenti sia nominali sia reali, riflettendo un netto deterioramento delle condizioni economiche che, alla fine, costringerà le banche centrali a tagliare i tassi di interesse. Man mano che aumenta la probabilità di una crisi economica e di una fase di deflazione, i rendimenti delle obbligazioni più rischiose restano esigui, il dollaro permane all’interno di una range ristretto, mentre rimangono stabili i titoli di Stato e quelli a reddito fisso di qualità superiore. Guardando al futuro, si può trarre la conclusione che, con l’accelerazione dei programmi vaccinali e la conseguente ulteriore riapertura delle economie, appare perfettamente plausibile una transizione nel regime tre verso la fine del 2021. Ciò dovrebbe provocare una riduzione del programma di acquisti di obbligazioni da parte della Federal Reserve e un rialzo dei rendimenti reali. Le obbligazioni più rischiose come il debito high yield e dei mercati emergenti, invece, ne risentirebbero.La nostra ricerca dimostra tuttavia che i regimi non si susseguono in sequenza: un passaggio dal regime due al regime tre non è necessariamente più probabile di una transizione dal regime due all’uno. In questo frangente sarà determinante la velocità che la Fed riterrà opportuna per il ridimensionamento dello stimolo monetario. Un’opzione che terrebbe in vigore il regime due sarebbe un impegno della banca centrale a non ridurre nell’immediato la dimensione delle obbligazioni che detiene.In ogni caso, indipendentemente dalla transizione, gli investitori dovrebbero porre tutta la loro attenzione sul rendimento reale. È sempre stata una guida utile. E anche in questo contesto non è possibile ignorarla.

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Deep tech Italiane: 3 mosse per farle crescere

Posted by fidest press agency su mercoledì, 26 Maggio 2021

Nei processi di innovazione delle imprese nel post pandemia giocano un ruolo fondamentale le nuove tecnologie e in particolare l’AI. Secondo una recente ricerca di Accenture la quasi totalità dei manager italiani ritiene questo strumento fondamentale per i piani di crescita, triplicando il ritorno degli investimenti rispetto a chi non ne fa uso in maniera strategica.In un contesto del genere diventano decisive le deep tech company, capaci di guidare l’economia, ma anche la società, verso il futuro sempre più digitalizzato. Questa consapevolezza ha varcato finalmente i confini della Silicon Valley per raggiungere anche il nostro paese: fare tecnologia in Italia è infatti possibile puntando sulla capacità tutta italiana di trovare soluzioni in condizioni di difficoltà o comunque di incertezza. Eppure c’è bisogno di sostenere le nuove realtà per diventare finalmente competitivi, colmare il gap rispetto ai colossi internazionali e fare fronte alla mancanza di capitali e competenze.Per fare questo sono necessarie 3 mosse: Promuovere la tecnologia che viene dal basso finanziando start up e spin off ad alto valore aggiunto; Creare un tessuto connettivo forte tra imprese, Istituzioni, università e start up Utilizzare la tecnologia made in Italy per valorizzare le eccellenze del made in Italy (moda, food, manufacturing) La invitiamo a parlarne con Leo Pillon, CEO di Radicalbit, deeptech company italiana, nata nel 2016, altamente specializzata nello sviluppo di prodotti e soluzioni per l’analisi dei dati in streaming attraverso l’applicazione di algoritmi di intelligenza artificiale. Radicalbit e riconosciuta dai più importanti analisti internazionali tra cui Gartner, che l’ha inserita nella sua guida al fianco dei principali colossi mondiali specializzati nella Data Stream Analytics. Leo Pillon è da più di 20 anni nel settore IT, prima come manager e poi come imprenditore. “Anche se sono laureato in economia, ho sempre avuto una grande passione per la tecnologia e, soprattutto, per l’innovazione. Ho sempre lavorato in aziende che hanno fatto dell’innovazione il loro marchio di fabbrica: prima Cirlab!, il primo incubatore di DotCom italiano, poi E-TREE, la prima vera e grande WebCompany italiana, ho proseguito in una start up che si occupava di comunicazione digitale interattiva nello spazio fisico, insomma diciamo che mi piace raccontare cose nuove ai miei clienti e in Italia le idee e le iniziative non mancano di certo”. Nel 2009 la decisione di fare impresa in prima persona, fondando Databiz (oggi Fortitude Group). In pochi anni l’azienda è cresciuta, investendo i primi fondi in R&D per identificare e comprendere nuovi trend tecnologici, tra cui quello degli Advanced Analytics su dati in streaming. Ecco che nel 2016 nasce Radicalbit, prima società al mondo a rilasciare una distribuzione Fast Data e poi una piattaforma completa di DataOPS e MLOPS.

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Facile.it acquisisce il 100% di Miacar.it

Posted by fidest press agency su mercoledì, 26 Maggio 2021

Facile.it Broker di Assicurazioni S.p.A (www.facile.it), leader nella comparazione di assicurazioni, prodotti di finanziamento, tariffe energetiche e, in generale, delle principali voci di spesa delle famiglie italiane, ha annunciato oggi l’acquisizione del 100% della società MiaCar (www.miacar.it) primo marketplace italiano di automobili nuove e a KM zero in pronta consegna presso i concessionari ufficiali. Dopo l’acquisizione, per la quale non è stata resa nota la cifra di acquisto, le due aziende uniranno le loro competenze con lo scopo di offrire un portale sempre più efficiente sia ai clienti privati sia ai propri concessionari e partner; Facile.it segna così un altro momento importante della sua forte espansione, entrando in un nuovo settore strategico che gli consentirà di offrire ai propri utenti un servizio sempre più completo.

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Parma università: Ricerca sugli studenti

Posted by fidest press agency su mercoledì, 26 Maggio 2021

Parma.Come considerano gli studenti dell’Università di Parma i servizi che Ateneo e Comune mettono a loro disposizione? Quanto li utilizzano? Quale è il loro grado di soddisfazione? E come valutano il vivere a Parma? Una prima indagine conoscitiva, ad oggi unica nel suo genere, nata per misurare percezione e fruizione dei servizi che Università e Comune di Parma mettono a disposizione degli studenti, sondando le loro conoscenze e il loro grado di soddisfazione ed evidenziando quindi le aree sulle quali è necessario intervenire da parte dei due enti per rendere sempre più Parma una città universitaria. Ma anche una fotografia dell’ “universo studenti”: delle caratteristiche, delle abitudini, dei comportamenti, delle attese degli studenti dell’Università di Parma. L’Università ha coinvolto nel progetto la UO Comunicazione Istituzionale (committente della ricerca) e il Dipartimento di Scienze Economiche e Aziendali – DSEA (ambito ricerche di mercato e strategie di marketing). La responsabilità scientifica è stata affidata ai docenti Cristina Ziliani (coordinatrice del gruppo di lavoro del DSEA), Guido Cristini e Beatrice Luceri, mentre le funzioni più operative sono state svolte dai borsisti Simone Aiolfi e Giada Salvietti. I dati sono stati raccolti mediante un questionario online nel periodo giugno 2020 – settembre 2020. A causa dell’emergenza sanitaria, è stato richiesto di basare le risposte sul primo semestre dell’a.a. 2019-2020, in modo da ottenere una “fotografia” dei comportamenti “pre Covid-19” che sarà un utile riferimento qualora si volesse ripetere l’indagine periodicamente. Il campione è stato di 4.094 studenti, iscritti a lauree triennali, a ciclo unico e magistrali. Un campione rappresentativo (il 18% dell’universo studentesco) che rispecchia la composizione degli studenti per Dipartimento, tipo di corso e residenza. Diversi gli aspetti indagati: dall’abitare allo studiare, dal tempo libero alla percezione della città e a conoscenza, utilizzo, importanza e soddisfazione relativi ai servizi offerti da Ateneo e Comune. I servizi di Ateneo considerati importanti per la vita dello studente sono molti (10 sopra la mediana), e ruotano intorno alla Student card con i suoi sconti e convenzioni, e ad Er.Go (borse di studio ecc). In una scala di soddisfazione da 1 a 7, ben 9 dei 15 servizi considerati hanno raccolto voti 6 e 7 da oltre il 50% dei rispondenti. L’importanza dei servizi del Comune per la vita dello studente a Parma ruota invece attorno a un numero più ristretto di servizi (3 sopra la mediana), tutti legati al mondo mobilità: abbonamenti a prezzo agevolato, orari notturni dei bus e “MiMuovo” sono considerati importantissimi, sono anche ben noti e anche la soddisfazione è superiore alla mediana. Gli esiti della ricerca possono fornire informazioni molto utili a Università e Comune, perché mettono in evidenza le aree sulle quali è necessario intervenire per rendere sempre più Parma una città universitaria. La ricerca rappresenta in ogni caso un primo tassello di un’attività che può proseguire e implementarsi, continuando, affinando e approfondendo ulteriormente la rilevazione sulla componente studentesca, monitorando alcuni dei fenomeni nel tempo e aggiungendo di volta in volta approfondimenti su temi specifici, come è nella natura di un “Osservatorio” che si vorrebbe costituire sul tema; inoltre il quadro non sarebbe completo se non si raccogliessero anche le attese, le percezioni e la visione degli altri stakeholder, quali enti pubblici, associazioni e istituzioni culturali cittadine.

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Multa e taglio punti patente annullati perché il Comune non può privatizzare l’autovelox

Posted by fidest press agency su mercoledì, 26 Maggio 2021

L’apparecchiatura di rilevamento a distanza deve essere gestita direttamente dalla polizia È escluso che a certificare la taratura periodica possa essere la società che noleggia lo strumento: accertare le infrazioni spetta solo alla polizia locale, che non può limitarsi a un’impropria validazione dei dati. Alla luce di questa cristallina decisione che riflette in maniera evidente il sentire comune, è ora di dire basta con macchinette velox fatto oggetto di un’assoluta privatizzazione a beneficio delle società appaltatrici per “far cassa” che poco hanno a che fare con la sicurezza stradale. È quanto emerge dall’ordinanza 14109/21, pubblicata il 24 maggio dalla seconda sezione civile della Cassazione. Secondo gli Ermellini, il Comune non può “appaltare” le multe per eccesso di velocità alla società che gli noleggia gli strumenti di misurazione: da una parte la taratura periodica dell’apparecchio non può essere certificata dall’installatore privato, dall’altra nell’accertamento delle infrazioni al codice della strada è sempre necessario l’intervento della polizia locale, che non può risolversi in «un improprio sistema di validazione dei dati» forniti dal terzo. Accolto il ricorso dell’automobilista sanzionato ex articolo 142, comma ottavo, Cds: la Suprema corte decide nel merito annullando i verbali. Sbaglia il tribunale di Oristano in sede d’appello a riformare la sentenza del giudice di pace: il magistrato onorario rilevava che l’amministrazione non fosse riuscita a dimostrare come l’apparecchiatura di rilevamento a distanza fosse gestita direttamente dalla polizia ex articolo 345 del regolamento di esecuzione Cds. Ma per il giudice del gravame la società che gestisce gli strumenti si limita a installare e impostare i velox, compiendo soltanto attività manuali sotto il diretto controllo dei vigili urbani. Ora trovano ingresso proprio le censure che denunciano violazione di legge rispetto alla gestione delle apparecchiature. La Corte costituzionale ha stabilito nella sentenza 113/15 che tutti gli strumenti di rilevamento della velocità dei veicoli devono essere sottoposti a verifica periodica di funzionalità e taratura. Ma la certificazione deve arrivare da un ente verificatore ad hoc e non dal fornitore privato, altrimenti non le multe e la decurtazione dei punti non valgono. Indubbia l’illegittimità rilevata nell’operato dell’amministrazione, che travolge l’atto di contestazione: dal contratto di noleggio degli strumenti non emerge che la polizia locale abbia assunto la piena disponibilità degli apparecchi. Il tutto mentre il carattere pubblicistico e la rilevanza dell’accertamento compiuto dai velox, sottolinea Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti” «non può essere assolutamente fatto oggetto di un’assoluta privatizzazione» a beneficio delle società fornitrici.

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Intermonte Sim in partnership con QCapital

Posted by fidest press agency su mercoledì, 26 Maggio 2021

Dalla partnership tra Intermonte Sim – investment bank indipendente specializzata in intermediazione e ricerca, capital markets, M&A e advisory sul mercato italiano – e QCapital – società attiva in investimenti in private equity attraverso l’organizzazione di Club Deal – nasce oggi un innovativo progetto che applica il meccanismo dei Club Deal al public market con l’obiettivo di investire in minoranze quotate o pre-IPO di società italiane. Le società target sono aziende italiane, già quotate in mercati regolamentati o prossime ad una quotazione, con un eccellente posizionamento di mercato in settori ad elevata redditività, interessanti opportunità di crescita e positivi trend di lungo periodo. Il taglio medio atteso dei singoli investimenti, volti ad acquisire partecipazioni azionarie di minoranza, potrà essere compreso tra i 10 e i 30 milioni di euro, con un orizzonte temporale di 3-4 anni entro cui realizzare l’exit. Gli investimenti potranno essere sia in acquisto quote di azionisti che non siano in grado di liquidare il proprio investimento in borsa, nel caso di società con flottanti limitati, che in aumento di capitale da dedicare a piani di investimento e di crescita delle aziende target (sia per linee interne che per acquisizioni).Le operazioni di investimento saranno organizzate in Club Deal e saranno proposte ad un consolidato network di investitori professionali, family office e imprenditori vicini ai due promotori. Anche Intermonte e QCapital co-investiranno nei deal.Ogni operazione sarà organizzata ad hoc e potrà adattarsi in modo molto flessibile alle esigenze degli azionisti e delle società coinvolte, in termini di struttura, governance e tempi di permanenza nell’investimento. Inoltre, la partnership con Intermonte e QCapital e il loro network qualificato di co-investitori potrà portare competenze professionali e fornire un contributo concreto e di qualità alla crescita delle aziende target.L’accordo fra Intermonte e QCapital mette a fattor comune le specifiche competenze dei due partner in un interessante segmento di mercato poco coperto da altri operatori istituzionali: Intermonte, grazie al proprio ruolo di investment bank italiana indipendente di riferimento nel segmento delle mid & small caps, si occuperà prevalentemente della ricerca delle opportunità di investimento e della individuazione di potenziali investitori, mentre QCapital, grazie all’importante background dei propri fondatori nel private equity e nell’organizzazione di Club Deal, contribuirà alla valutazione industriale ed economica delle diverse opportunità di investimento e alla strutturazione societaria e finanziaria dei deal.Con questa partnership Intermonte Sim amplia il proprio business anche al private equity, per consolidare ulteriormente il percorso di consulenza e supporto alle piccole e medie imprese italiane dal grande potenziale. Un sostegno concreto all’economia reale del nostro Paese, ancora più rilevante in un contesto complesso e sfidante come quello attuale. Obiettivi questi che la accomunano a QCapital, che nasce per favorire la crescita sostenibile di imprenditori e aziende eccellenti, tramite l’apporto di capitali e di competenze professionali.

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Scuola: Concorso straordinario, 1 candidato su 3 non lo supera

Posted by fidest press agency su mercoledì, 26 Maggio 2021

Sta producendo effetti nefasti l’esigenza d’introdurre nei concorsi pubblici più quesiti a cui rispondere in poco tempo. In presenza di candidati con esperienza consolidata, con questo sistema selettivo il numero dei respinti risulta troppo elevato. “Quando i concorsi prevedevano lo scritto con una sola tematica da svolgere – ha scritto Tuttoscuola -, i candidati avevano sei ore di tempo a disposizione per dimostrare conoscenze e competenze; le commissioni potevano valutare effettivamente il merito della prova. I recenti concorsi, organizzati sul tempo, premiano la capacità di sintesi, ma non è detto che valorizzino prioritariamente il merito”. In conclusione, “con maggior tempo a disposizione sarebbe certamente premiata la preparazione dei candidati”, invece le cose sono andate diversamente. Ricordiamo che il concorso straordinario previsto dal D.D. n. 510 del 23 aprile 2020 e DD n. 783 dell’8 luglio 2020 prevede che ogni candidato vengano assegnati cinque quesiti sulle conoscenze e competenze disciplinari e didattico-metodologiche, più un testo di comprensione in lingua inglese.Il sindacato continua a reputare immotivata questa selezione, perché a essere esclusi dal ruolo sono docenti che hanno avuto una lunga militanza nella scuola, durante la quale hanno acquisito un’alta professionalità e gli strumenti adatti per potere svolgere questa professione. Parliamo, infatti, di docenti con almeno tre anni di servizio svolto, di cui uno specifico per la classe di concorso richiesta, tra l’anno scolastico 2009/09 e il 2019/20.

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Dirigenti scolastici: sicurezza

Posted by fidest press agency su mercoledì, 26 Maggio 2021

Mentre l’anno scolastico in corso si avvia alla conclusione, Udir, giovane sindacato dei dirigenti scolastici, riflette su quello nuovo che tra pochi mesi ormai prenderà il via. Marcello Pacifico, presidente nazionale Udir, sottolinea come sia indispensabile “focalizzare l’attenzione sulla sicurezza per poter tornare serenamente in classe a settembre: lavoratori della scuola da una parte e studenti e famiglie dall’altra ne hanno bisogno. Ma è anche necessario che i dirigenti scolastici si sentano tutelati nelle loro attività, dopo aver ovviamente rispettato tutti i protocolli. È per questo che noi, in tutte le sedi opportune, abbiamo rivendicato l’importanza di uno scudo penale per i presidi, perché sono esposti a una molteplicità di responsabilità di tipo amministrativo, civile e penale. Lo abbiamo richiesto attraverso la segnalazione di emendamenti specifici a diversi decreti. E certamente non ci arrenderemo, continuiamo la nostra battaglia”.Il presidente ha affermato infatti che temi come sicurezza e dimensionamento devono essere discussi approfonditamente; bisogna inoltre sbloccare i fondi e permettere agli enti locali di mettere a norma tutte le scuole italiane, la cui metà non ha neanche il certificato di agibilità per prevenire nuove tragedie.Il leader del sindacato inoltre, parlando del Piano nazionale di ripresa e resilienza, ha affermato che “per raggiungere un miglioramento in campo scolastico, si deve obbligatoriamente agire su più fronti, in un’ottica sistemica che consenta flessibilità e semplificazione della burocrazia. Bisogna coinvolgere la conferenza unificata e il Governo alla riformulazione delle regole sul dimensionamento scolastico con un tavolo specifico e urgente sul DPR 81/2009 per riaprire in sicurezza per il prossimo anno scolastico, a partire dell’assegnazione delle nuove 400 sedi di presidenza riattivate dall’ultima legge di bilancio. È necessaria una riforma del testo unico sulla sicurezza nei luoghi di lavoro che faccia chiarezza e dia tutela al dirigente scolastico inquadrato quale datore di lavoro per chiarire le responsabilità rispetto ai proprietari degli immobili”.

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Scuola: Assunzioni precari dal 1° settembre

Posted by fidest press agency su mercoledì, 26 Maggio 2021

L’apertura del Consiglio dei Ministri verso i precari della scuola è minima. Lo sostiene il leader dell’Anief, secondo cui la verità è che “non si possono escludere i tanti precari collocati in seconda e terza fascia. Ma nemmeno coloro che sono inseriti negli elenchi di sostegno o hanno un servizio misto oppure hanno svolto servizio su sostegno senza specializzazione. Bisogna eliminare tutti questi vincoli. Perché quella che si sta organizzando non è una gara a creare ostacoli, ma l’obiettivo finale è avere dal 1° settembre tutti gli insegnanti in cattedra”.Il presidente dell’Anief ha quindi annunciato che l’intenzione è quella di lavorare “assieme alle altre sigle sindacali, ma soprattutto con il Parlamento affinché vengano presentati e approvati degli emendamenti che possano ampliare l’accesso all’assunzione a tutti coloro che fanno i supplenti da anni e che hanno i titoli per essere assunti in ruolo. È assurdo per l’ennesima volta, nonostante una procedura d’infrazione avviata e un reclamo collettivo presentato dall’Anief e approvato dal Consiglio d’Europa, continuare a dare risposte parziali e che comunque non risolvono il problema. Chiediamo di essere ascoltati: noi siamo pronti a elaborare i testi degli emendamenti al decreto legge Sostegni-bis”.

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La telemedicina in farmacia può salvare la vita

Posted by fidest press agency su mercoledì, 26 Maggio 2021

Il recente episodio avvenuto a Lanzada (SO), dove un elettrocardiogramma eseguito in farmacia ha salvato la vita di un paziente, consentendo l’immediato ricorso al cardiologo, è un perfetto esempio del ruolo fondamentale che il farmacista di comunità può avere nell’assistenza territoriale, in particolare nelle aree lontane dalle grandi città. Il Comitato Centrale della Federazione degli Ordini dei Farmacisti Italiani si complimenta dunque con il collega Alberto Orseniga per aver dotato il suo presidio dei servizi di telemedicina. Queste prestazioni, che non si limitano agli esami elettrocardiografici, sono una delle nuove funzioni previste dal modello della “farmacia dei servizi”, promosso dalla FOFI, la cui sperimentazione avrebbe dovuto cominciare all’inizio del 2020 ma che l’inizio della pandemia ha forzatamente ritardato. E’ evidente che questi servizi permettono non soltanto un più semplice monitoraggio dei pazienti cronici ma – come in questo caso – possono rivelarsi fondamentali anche per prevenire emergenze, così come per raggiungere i pazienti costretti al domicilio. Come la Federazione ha sempre sostenuto, se la “farmacia dei servizi” fosse stata già operativa lo scorso anno, la risposta ai bisogni dei pazienti sul territorio sarebbe stata diversa. Oggi il Paese sta affrontando la sfida dell’immunizzazione contro la COVID-19, alla quale stanno contribuendo anche i farmacisti, ma è una priorità anche avviare una riforma dell’assistenza sul territorio nella quale i farmacisti e le farmacie di comunità possano operare a tutto campo in collaborazione con gli altri professionisti.

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CWT sets industry benchmark for new client onboarding

Posted by fidest press agency su mercoledì, 26 Maggio 2021

Minneapolis. CWT, the Business-to-Business-for-Employees (B2B4E) travel management platform, today announces the successful roll-out and implementation of its remodeled onboarding program for seamless and swift new client integration – traditionally an industry-wide issue. Celebrating an excellent 2020 Net Promoter Score (NPS) of 57, Darren Toohey, Head of Global Sales said: “Global travel management is a complex, multi-faceted service requiring excellence in delivery, effectively meeting the expectations of travelers and clients alike. Ensuring CWT speeds up the process and smooths out potential road bumps is therefore key when a client decides to switch travel partners. Our dedicated team of professionals are intensely focused on making the on-boarding experience the start of a great relationship. Hence it’s great to see the work pay off with the endorsement of our customers.”“Building a program that delivers the consolidation and customization that our organization requires, was and is our number one consideration, when moving to a new travel management provider,” said Kristina Fouts, Global Sourcing Project Manager at Dover Corporation, a diversified global manufacturer. Commenting on Dover’s current CWT onboarding, Fouts concluded; “the provision of both centralized resources to ensure consistency, and local resources and key expertise has greatly facilitated our joint implementation team to deliver for our needs.”Additionally, with a 61% NPS positive score in 2020, CWT has put a closed loop process in place to ensure the company never rests, but continuously strives to improve onboarding capabilities to ensure smooth transitions once clients decide to join the CWT family of customers. CWT has onboarded US$7bn in new client business over the last five years while maintaining an average existing client retention rate of over 96%.

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European Union and IFAD to support Ethiopian rural financial institutions, jobs and livelihoods in the face of the COVID-19

Posted by fidest press agency su mercoledì, 26 Maggio 2021

The International Fund for Agricultural Development (IFAD) and the European Union (EU) will provide EUR26.5 million worth of liquidity and debt relief to rural financial institutions to protect jobs and safeguard livelihoods during the COVID-19 pandemic.In Ethiopia, the agriculture sector and rural people are the most impacted by the COVID-19. The pandemic has reduced agricultural labor, limited access to inputs and production capital, reduced production and productivity, and obstructed access to markets and financial services. This has led to loss of employment, reduced access to food, and increased domestic responsibilities for women.Micro small and medium enterprises (MSMEs) and cooperatives who play an important role in creating jobs and sustaining livelihoods in rural areas are also facing the challenges due to the pandemic.“Today’s new project of €26.5 million to support agriculture financing in time of COVID shows our support to Ethiopia’s economic development and job creation. This EU and IFAD funding will provide new line of credits to agricultural SMEs and their farmers in the production areas of the main agro-industrial parks of the country,” said Dominique Davoux, Green Deal Team Leader, EU Delegation in Ethiopia.The current economic slowdown requires additional support for the rural financial institutions who are most at risk, to maintain their liquidity. The Government of Ethiopia has put in place mitigation measures to deal with the impacts of the pandemic including support to the entire value chain, the MSMEs and farmers’ cooperatives.Through the IFAD-supported Rural Financial Intermediation Programme III (RUFIP III), the government’s request to provide liquidity to MSMEs experiencing shortages will be met with assistance to enhance the resilience and sustainability of the rural financial sector. More than 1.5 million clients of these rural financial institutions will benefit.“The COVID 19 pandemic is affecting the most vulnerable members of the community through loss of jobs and economic opportunities. As the life blood of the rural economy, MSMEs will be able to sustain their business with minimum shocks and retain employees, thanks to this assistance,” said Mawira Chitima, IFAD Representative and Country Director for Ethiopia. “IFAD is happy to cofinance this effort with the EU and the government of Ethiopia, because protecting jobs is vital for resilience and supporting the financial sector is a key strategy”.The Development Bank of Ethiopia (DBE) will receive a EUR13.8 million IFAD grant and an additional EUR12.7 million EU grant to improve its liquidity and support rural financial institutions (RFIs). The financing will enable RFIs to help their MSME clients retain workers in employment, reduce the interest cost of credit, provide support to farmers facing challenges meeting their contract farming arrangements, absorb the penalty on defaulted loan repayments, and offer liquidity to partly meet the deferment of loan instalments due to DBE from the RFIs.“This support could be key in maintaining agricultural productivity in time of uncertain national and international food markets because of COVID,” Davoux said. “The EU contribution provides for an interest rate subsidy that will reduce the costs of finance for RUFIP beneficiary enterprises affected by the COVID-19 crisis, thereby increasing their resilience to withstand the crisis and maintain employment”.Key partners in the project will include the Federal Cooperative Agency, the Regional Cooperative Promotion Bureaus, Association of Ethiopian Microfinance Institutions and the National Bank of Ethiopia.Since 1980, IFAD has invested US$795.5 million in 20 rural development programmes and projects in Ethiopia worth a total of US$2.1 billion. These have directly benefited around 12 million rural households.

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