Sin dalle prime fasi della guerra civile (febbraio 2011), le forze di opposizione al regime di Muhammad Gheddafi hanno incaricato il Consiglio Nazionale Transitorio (CNT) dell’autorità di governo, disconoscendo la legittimità del potere di Tripoli.Il CNT è stato riconosciuto quale legittimo rappresentante da oltre 100 paesi e da istituzioni internazionali, tra cui Fondo Monetario Internazionale, Banca Mondiale, Nazioni Unite e Unione Africana. Il 31 maggio 2011 il governo italiano ha riconosciuto il CNT quale unico legittimo rappresentante del popolo libico e titolare dell’autorità di governo nel territorio da esso effettivamente controllato.
La capacità del CNT di implementare le proprie decisioni, formulare budget e allocare fondi è tuttavia limitata dall’assenza di strutture adeguate e da una amministrazione pubblica non ancora ripristinata. Ad oggi l’attività del governo ad interim è focalizzata sull’estensione del controllo sull’intero territorio nazionale e sulla gestione dell’emergenza umanitaria connessa alla crisi civile.
Nel medio periodo non vi sono certezze sulle scelte che opererà il CNT o il futuro governo in merito al quadro giuridico del paese, al sistema giudiziario che sarà adottato, all’assetto regolamentare (ivi incluso quello in tema di appalti pubblici e procedure di importazione), alla fiscalità e alle norme in tema di espropri e nazionalizzazione.
Il CNT ha anticipato che, una volta assunto il pieno controllo di tutto il territorio, si sarebbe dimesso in favore di un nuovo esecutivo transitorio, incaricato a sua volta, di organizzare le elezioni e adottare un nuovo testo costituzionale. Con l’avvenuta caduta di Sirte, ultima delle città principali in mano alle forze leali all’ex leader, si attende l’avvio di tale processo politico. Divisioni interne potrebbero tuttavia rallentare questa transizione e rendere più complesso un accordo su tempistiche, modalità e composizione di un nuovo governo.
Permangono alcuni sostanziali fattori di disaccordo che potrebbero influenzare i tempi della transizione: la natura tribale della società libica, le radicate divisioni tra le aree di Bengasi e Tripoli, le divergenze sulle agende politiche dei differenti gruppi del CNT, sulla rappresentanza nelle future istituzioni e sulla localizzazione nel territorio dei futuri ministeri, e la possibile ostilità dell’opinione pubblica nei confronti di esponenti politici legati al precedente establishment potrebbero compromettere la stabilità del futuro governo.