Fidest – Agenzia giornalistica/press agency

Quotidiano di informazione – Anno 36 n° 133

Archive for 28 luglio 2021

Sardegna: Lotta attiva agli incendi

Posted by fidest press agency su mercoledì, 28 luglio 2021

Gli incendi che hanno devastato la Sardegna hanno colpito in modo duro anche agricoltori e allevatori, con oltre 20mila ettari di terreni andati in fumo e tanti animali che hanno perso la vita o sono rimasti feriti – dichiara Andrea Michele Tiso, presidente nazionale Confeuro. In attesa di poter valutare in modo esaustivo i danni, è urgente offrire tutta l’assistenza e gli aiuti necessari alle imprese agricole e zootecniche sarde, per salvare il maggior numero possibile di animali e proteggere le coltivazioni che sono state risparmiate dal fuoco.La piaga degli incendi non è purtroppo una novità per la Sardegna, ma con il cambiamento del clima questi eventi diventano sempre più ricorrenti e devastanti – continua Tiso. Dal 15 giugno sono stati 29.187 gli interventi effettuati dai vigili del fuoco per incendi boschivi e di vegetazione in genere, 12.787 in più rispetto allo stesso periodo del 2020. Per questo è necessario stanziare nuove risorse per la lotta attiva agli incendi. Gli agricoltori svolgono un ruolo fondamentale per il presidio e la protezione del territorio. Grazie a pratiche sostenibili possono contribuire a diminuire l’impatto di incendi, frane e alluvioni. In questi frangenti emerge quindi con più forza l’importanza di assisterli non solo in un momento di emergenza come quello attuale, ma in modo continuativo, per far sì che l’intera comunità sia preparata ad affrontare gli effetti di calamità naturali i cui danni possono essere prevenuti o quanto meno ridotti al minimo.

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Incendi: Cia, catastrofe in Sardegna

Posted by fidest press agency su mercoledì, 28 luglio 2021

Boschi, pascoli, case e aziende agricole inghiottite dalle fiamme con danni milionari. La situazione in Sardegna, devastata da gravissimi incendi nelle ultime 48 ore, è davvero drammatica. Mentre si lavora senza sosta per spegnere i roghi, anche con i Canadair, nella provincia più colpita dell’Oristanese si contano già 20.000 ettari di territorio bruciati e 1.500 sfollati. Così Cia-Agricoltori Italiani, insieme a Cia Sardegna, che continua a monitorare la situazione ed è vicina ai cittadini e ai produttori che stanno vivendo una vera e propria catastrofe. “Migliaia di ettari di inestimabile patrimonio boschivo e macchia mediterranea andati in fumo, centri abitati accerchiati dalle fiamme e campagne distrutte con capannoni e strutture agricole bruciate e perdite ingenti tra coltivazioni e bestiame -ha dichiarato il presidente di Cia Sardegna, Francesco Erbì-. Davanti a questa emergenza assoluta, siamo al fianco delle centinaia di agricoltori e allevatori che stanno lottando per cercare di salvare le aziende dal fuoco recuperando animali e mezzi di lavoro. Siamo pronti a garantire loro la necessaria assistenza, sia per la dolorosa conta dei danni subiti, sia per sostenerli nella ricostruzione e ripartenza. Restiamo vicini ai Comuni e alle popolazioni coinvolte e ribadiamo la completa mobilitazione del mondo agricolo per far fronte a qualsiasi necessità e per collaborare con la Protezione Civile, il Corpo Forestale e tutte le forze dell’ordine impegnate in questa terribile lotta contro gli incendi”.“La situazione di straordinaria emergenza che sta vivendo la Sardegna richiede soluzioni di emergenza e, soprattutto, risorse straordinarie -ha sottolineato il presidente di Cia nazionale, Dino Scanavino-. Chiediamo al governo di attivarsi subito per far fronte a questo disastro economico e ambientale con l’impiego tempestivo di fondi dedicati al ripristino immediato delle attività aziendali e al ristoro dei danni subiti da intere comunità, affinché il territorio possa ripartire con tutte le attività economiche. In particolare, una prima risposta per venire in soccorso del settore primario potrebbe essere l’erogazione in via straordinaria, immediata e automatizzata, dell’80% degli anticipi Pac ad agricoltori e allevatori, senza oneri o costi aggiuntivi”.

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Commercio con l’estero: l’agroalimentare italiano tiene

Posted by fidest press agency su mercoledì, 28 luglio 2021

Anche in un anno segnato dalla pandemia da Covid-19 e dalla conseguente crisi economica, l’agroalimentare italiano, rispetto ad altri settori, tiene sui mercati esteri. Nel 2020, da un lato le importazioni agroalimentari (42,3 miliardi di euro) segnano un calo del 4,7%, nettamente più contenuto rispetto a quello dell’import totale (-12,8%); dall’altro le esportazioni agroalimentari registrano addirittura un incremento dell’1,3% (per la prima volta vicine ai 45 miliardi di euro), sebbene con andamenti molto differenziati a livello merceologico. Dopo il pareggio raggiunto nel 2019, quindi, la bilancia agroalimentare diventa positiva (+2,6 miliardi di euro): il cambio di segno è un risultato di assoluto rilievo, considerando che cinque anni fa il deficit della bilancia raggiungeva i 5 miliardi. La riduzione delle importazioni potrebbe essere un campanello di allarme per l’approvvigionamento di materie prime per la nostra industria di trasformazione, ma per fortuna il segno negativo è complessivamente modesto. Di contro, il risultato positivo delle nostre esportazioni in un anno così difficile per l’economia globale è un dato decisamente incoraggiante per il sistema nel suo complesso. Il Made in Italy gioca un ruolo fondamentale, trainando la crescita dell’export agroalimentare, grazie all’ottima performance di prodotti come la pasta, le conserve di pomodoro e l’olio di oliva. Diminuiscono, invece, le vendite di altri importanti prodotti, come quelli dolciari e i vini DOP. Nel complesso il comparto dei vini subisce, nel 2020, un calo dell’export di circa il 2,4%, un risultato nettamente migliore rispetto a quello di altri importanti competitors stranieri, primo fra tutti la Francia, che ha visto le proprie esportazioni di vino contrarsi in valore di oltre il 10%.L’UE si conferma l’area di riferimento per le esportazioni agroalimentari dell’Italia, con una quota di oltre il 65%; seguono Nord America (13,1%) e Asia (7,6%). Nonostante la crisi pandemica, complessivamente si riscontrano incrementi delle vendite in valore verso molti dei principali clienti, tra cui Germania (+7,1%), Stati Uniti (+5,3%), Regno Unito (+3,1%) e Svizzera (+8,3%). Dal lato dell’import agroalimentare, Francia, Germania e Spagna restano i principali fornitori dell’Italia, con un peso superiore al 35%. Gli acquisti dalla Francia rimangono in linea con il 2019, mentre sono in netto calo quelli dalla Germania (-7,9%) e dalla Spagna (-11,7%). Focus impatto Covid-19 sugli scambi regionali. Gli effetti derivanti dalla pandemia da Covid-19 risultano fortemente differenziati a livello territoriale, legati alla specializzazione produttiva e ai mercati di riferimento delle regioni italiane. A fronte di un incremento complessivo dell’export agroalimentare dell’Italia, metà delle regioni registra nel 2020 un calo delle vendite all’estero. La contrazione, soprattutto nel secondo trimestre, dell’export di prodotti come vini, lattiero-caseari, carni preparate, caffè e prodotti dolciari, ha inciso sul risultato negativo di alcune regioni del Centro-Nord Italia, più specializzate in tali produzioni. Di contro, ben cinque regioni del Sud Italia hanno mostrato un andamento positivo anche nei mesi più colpiti dalle misure restrittive, grazie soprattutto alle maggiori vendite all’estero di pasta, conserve di pomodoro e olio di oliva. Nonostante queste specifiche perfomance settoriali, nel complesso, a partire dalla seconda metà del 2020, si osserva un miglioramento delle esportazioni agroalimentari in molte regioni italiane.

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I piccoli agricoltori come elemento chiave della trasformazione dei sistemi alimentari

Posted by fidest press agency su mercoledì, 28 luglio 2021

Per realizzare un futuro in cui ogni persona abbia accesso a un’alimentazione sana a un costo abbordabile, in cui la produzione degli alimenti avvenga nella salvaguardia dell’ambiente e della biodiversità e in cui le persone che producono il nostro cibo siano pagate adeguatamente per il loro lavoro, i sistemi alimentari devono cambiare radicalmente e le necessità delle popolazioni rurali devono essere considerate una priorità.In occasione del pre-Vertice delle Nazioni Unite sui sistemi alimentari, il Fondo Internazionale per lo Sviluppo Agricolo (IFAD) rivolge un appello ai leader del settore affinché rettifichino le carenze di sistemi alimentari che lasciano centinaia di milioni di persone affamate e in povertà.Durante i tre giorni del Vertice, leader politici, agricoltori, esperti ed esponenti della società civile si confronteranno su come rendere i sistemi alimentari più sostenibili ed equi. L’IFAD investe sulle popolazioni rurali, mettendole in condizione di ridurre la povertà, aumentare la sicurezza alimentare, migliorare la qualità dell’alimentazione e rafforzare la loro capacità di resilienza. Dal 1978, abbiamo investito 23,2 miliardi di dollari in donazioni e prestiti a tassi agevolati per finanziare progetti di cui hanno beneficiato circa 518 milioni di persone. L’IFAD è un’istituzione finanziaria internazionale e un’agenzia specializzata delle Nazioni Unite con sede a Roma – il polo delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura.

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La deforestazione dell’Amazzonia è sempre più grave

Posted by fidest press agency su mercoledì, 28 luglio 2021

Secondo i dati diffusi dal sistema DETER dell’Istituto brasiliano di ricerca spaziale (INPE), nel solo mese di giugno abbiamo perso un’area di 1.062 chilometri quadrati, per un totale di 3.610 chilometri quadrati di foresta andati perduti nei primi sei mesi del 2021, il 17,1 per cento in più rispetto allo stesso periodo del 2020.“Ogni due secondi, nel mondo, un’area di foresta grande come un campo da calcio viene rasa al suolo, soprattutto per produrre soia destinata ai mangimi e per fare spazio a pascoli di bovini. Mancano strategie serie per la gestione degli incendi e per la protezione delle foreste”, afferma Martina Borghi, campagna foreste di Greenpeace Italia. “Proteggere le foreste è essenziale nella lotta contro i cambiamenti climatici, per tutelarci da nuove malattie infettive e per sostenere la vita dei Popoli Indigeni e delle comunità forestali tradizionali. L’Unione europea è uno dei principali consumatori e finanziatori di prodotti provenienti dalla distruzione globale delle foreste e degli ecosistemi, perciò è necessaria una nuova legge dell’Ue in grado di fermare il consumo di prodotti legati alla deforestazione, ma le aziende che traggono profitto dalla distruzione dell’Amazzonia ostacolano il processo”.Nel 2020 si è tenuta la più ampia consultazione pubblica europea su questioni ambientali svolta finora: oltre un milione di persone, tra cui 75 mila italiani, ha chiesto all’Ue di garantire con una normativa rigorosa che nelle nostre case non arrivino più prodotti legati alla distruzione delle foreste e alla violazione dei diritti umani. La Commissione europea si era impegnata affinché la prima bozza della normativa fosse pubblicata entro la metà dell’anno, ma la pubblicazione è stata prima posticipata all’autunno, e poi ulteriormente rinviata al 22 dicembre, come abbiamo appreso dalla programmazione autunnale della Commissione resa nota di recente. Secondo una recente analisi dell’Unità europea di Greenpeace, numerose aziende che producono e commerciano materie prime e prodotti legati alla deforestazione e alla violazione dei diritti umani stanno esercitando forti pressioni sull’Unione europea per indebolire la normativa e limitare gli impatti sul proprio business.

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Impianti fotovoltaici in agricoltura

Posted by fidest press agency su mercoledì, 28 luglio 2021

Non ci potrà mai essere produzione energetica su suolo agricolo, incentivata dallo Stato, senza perdere di vista lo scopo principale del comparto primario: ossia produrre cibo. È quello che prevede un emendamento approvato al Dl Governance con cui vincoliamo gli incentivi statali, previsti sin dal 2011, a impianti agrivoltaici che adottino soluzioni integrative innovative con montaggio dei moduli elevati da terra, anche prevedendo la rotazione dei moduli stessi, e comunque in modo da non compromettere la continuità delle attività di coltivazione agricola e pastorale, anche consentendo l’applicazione di strumenti di agricoltura digitale e di precisione”. Lo dichiara il deputato Luciano Cadeddu, esponente M5S in commissione Agricoltura e promotore della modifica normativa al Dl Semplificazioni e Governance al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR). “L’agricoltura, dunque, farà la sua parte per la decarbonizzazione dell’Italia – aggiunge – ma senza abdicare al suo compito principale: fornire alimenti e cibo per animali e persone. Attraverso l’innovazione tecnologica, siamo certi che potremo raggiungere questo duplice obiettivo. Perciò, con un ordine del giorno a mia prima firma, abbiamo impegnato il Governo a redigere opportune linee guida per garantire la corretta installazione degli impianti agrovoltaici”.”L’accesso agli incentivi per queste tipologie di impianti innovativi, infatti, – spiega Cadeddu – è subordinato alla contestuale realizzazione dei sistemi di monitoraggio che consentano di verificare l’impatto sulle colture, il risparmio idrico, la produttività agricola per le diverse tipologie di colture e la continuità delle attività agricole interessate. Qualora dalla verifica e dal controllo risulti la violazione delle condizioni, cessano i benefici fruiti”.“A disposizione nel PNRR per lo sviluppo dell’agrovoltaico ci sono 1,1 milioni di euro, con cui si mira a raggiungere 2 GW di potenza. Risorse che si aggiungono ai 1.500 milioni di euro per il progetto del Parco Agrisolare con cui ammodernare le coperture delle strutture produttive aziendali e produrre 0,43 GW di energia rinnovabile” conclude.

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Crescita del trasporto di container su rotaia tra la Cina e l’Europa

Posted by fidest press agency su mercoledì, 28 luglio 2021

La diffusione del trasporto di container su rotaia tra l’Europa e la Cina sta aumentando e la crescita è ancora più importante di quanto previsto dagli operatori. Le ragioni del boom sono diverse: il trasporto marittimo ha subito diverse battute d’arresto nella prima metà dell’anno, il costo del trasporto via nave è quadruplicato, mentre quelli via ferrovia sono rimasti stabili. I fornitori di servizi ferroviari stanno sviluppando nuove soluzioni logistiche, incentivando la digitalizzazione e adattando l’infrastruttura alla crescita prevista. Il più grande fornitore di servizi per il trasporto di container a scartamento largo è UTLC ERA, una joint venture delle ferrovie di Bielorussia, Kazakistan e Russia, che è responsabile del 90% dei trasporti in transito tra Cina ed Europa. La società prevede un ulteriore aumento del 20% negli ultimi mesi del 2021. “Siamo due anni avanti rispetto alle nostre previsioni”, sostiene il CEO Alexey Grom. Nel 2020, UTLC ERA ha registrato guadagni del 64% su base annua, passando da 333.000 container standard (TEU) ai 547.000 di oggi, che equivale a 31,5 miliardi di dollari di merci, vale a dire il 5,5% del valore del commercio tra Europa e Cina. Cinque anni fa, nel 2016, l’azienda aveva movimentato 100.983 container standard. UTLC ERA impiega 5,5 giorni per trasportare merci sulla rotta di 5.430 chilometri dal confine cinese a quello europeo. Secondo Alexey Grom, l’azienda sta costantemente sviluppando nuove capacità di trasporto e riserve, mentre implementa nuove tecnologie insieme ai suoi partner. Tra queste, un nuovo terminale di trasbordo – Dostyk TransTerminal – che ha aperto all’inizio di giugno sul confine cinese-kazako, con un target di transito di 700.000 TEU, in cui UTLC ERA sta già testando la movimentazione di treni container dalla Cina all’Europa. “È un’ottima opportunità che i terminali alle frontiere vengano ampliati e non intendo solo quelli lungo il confine cinese. Stiamo assistendo, allo stesso tempo, ad un rapido sviluppo in Bielorussia e nella regione di Kaliningrad”, sottolinea l’amministratore delegato della società di trasporti eurasiatica. Al valico principale di Brest-Malashevichi, sul confine europeo, vengono utilizzate nuove tecnologie: i servizi multimodali, che includono la ferrovia di Kaliningrad, i porti della regione di Kaliningrad e le rotte UTLC ERA, integrano efficacemente anche le rotte terrestri dalla Cina all’Europa e ritorno. Nel complesso, la regione di Kaliningrad ha un notevole potenziale di transito ed è in grado di trasportare quattro volte il volume attuale di merci. Nel 2020, i volumi per l’Europa gestiti attraverso l’enclave russa di Kaliningrad sul Mar Baltico sono cresciuti del 320% su base annua. Le principali merci trasportate da est a ovest sono i prodotti elettrici (2020: 85.135 TEU), i prodotti di ingegneria (80.556 TEU) e le parti di automobili (57.796 TEU). Queste tre categorie di prodotti rappresentano il 40% delle merci trasportate; circa tre anni fa, invece, costituivano circa l’80%. Le nuove aggiunte includono gruppi di prodotti a basso prezzo come componenti in plastica (28.838 TEU), legno (14.859 TEU), tessili (12.825 TEU), articoli ottici (10.704 TEU), gomma e prodotti in gomma (7.509 TEU).

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Dall’ingegneria proteica di Unife la super-molecola per migliorare la cura dell’emofilia B

Posted by fidest press agency su mercoledì, 28 luglio 2021

Modificare la molecola di un farmaco per renderlo migliore, esattamente come fa un meccanico quando migliora le prestazioni di un’auto potenziando il motore. È quanto fatto dai i biotecnologi dell’Università di Ferrara con la messa a punto di una nuova super-proteina per la cura dell’emofilia di tipo B. “Le terapie attualmente in uso per la cura delle malattie emorragiche, come l’emofilia, agiscono ripristinando la normale coagulazione del sangue, una funzione essenziale per il nostro organismo e di cui gli emofilici sono carenti. Purtroppo però questi farmaci presentano dei grossi limiti legati alla loro durata limitata nel sangue, e le/i pazienti sono obbligati a sottoporsi ogni settimana a ripetute infusioni di farmaco” illustra il dott. Alessio Branchini, del Dipartimento di Scienze della Vita e Biotecnologie e coordinatore dello studio.Insieme a lui, il team Unife composto dal professor Mirko Pinotti, dalla dottoressa Silvia Lombardi, prima autrice dello studio, dal dottor Mattia Ferrarese, in collaborazione con il gruppo del professor Jan Terje Andersen della University of Oslo.“La nuova molecola che abbiamo sviluppato è un prodotto biotecnologico chiamato “proteina di fusione”. Si tratta di una proteina in cui siamo riusciti a combinare due diverse molecole con caratteristiche interessanti: l’albumina, che è naturalmente prodotta dal nostro organismo e ha una durata nel sangue addirittura di settimane, e il fattore IX della coagulazione, cioè la proteina utilizzata per trattare l’emofilia B” spiega la dott.ssa Lombardi. L’impatto della ricerca è anche traslazionale, ossia di più ampio respiro rispetto al solo campo specifico di applicazione, come puntualizza il prof. Pinotti: “Questa tecnologia, così come l’approccio biotecnologico da noi usato, può essere esteso ad altre molecole di interesse terapeutico, così come ad altre patologie anche oltre la coagulazione, rendendo questo stesso approccio davvero intrigante per le sue potenzialità di applicazione”. Gli autori dello studio sottolineano tuttavia che l’iter è ancora lungo perché questa nuova molecola possa essere davvero un farmaco a disposizione dei pazienti, in quanto al momento è stata testata soltanto a livello pre-clinico: “Lo scopo ultimo della nostra ricerca è di arrivare alle persone e migliorarne la vita, in tutti i suoi aspetti. Non è la malattia a identificare una persona, e la possibilità di migliorare sempre di più le cure aiuta anche a far prevalere la persona sulla malattia”.I risultati dello studio sono stati pubblicati sulla rivista British Journal of Haematology. L’articolo originale è: Fusion of engineered albumin with factor IX Padua extends half-life and improves coagulant activity.

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Quale attenzione stiamo dando davvero al nostro cuore?

Posted by fidest press agency su mercoledì, 28 luglio 2021

I dati 2020 confermano una contrazione del 72% per la sostituzione valvolare aortica transcatetere, dell’80% per la clip mitralica, del 91% per la chiusura dell’auricola sinistra e del 97% per quella del forame ovale pervio. Questi i risultati della survey condotta dal GISE – Società Italiana di Cardiologia Interventistica sui laboratori emodinamici italiani.Ma non è solo il blocco degli interventi a preoccupare: le liste d’attesa e la paura del Covid non migliorano la situazione.Da una parte con la riduzione delle attività sanitarie ordinarie le liste d’attesa hanno registrato un significativo incremento lasciando indietro esami diagnostici, visite specialistiche e monitoraggio delle condizioni di salute. Dall’altra i livelli molto alti di paura del contagio hanno indotto le persone a non visitare un medico o a non recarsi presso i presidi ospedalieri. Questi ritardi nell’agire hanno aumentato ancor di più il rischio per la salute in termini di inutili perdite di vita, persone con danni irreversibili, condizioni cardiache croniche, oltre che diagnosi mancate, terapie e controlli sospesi e riduzione dell’opportunità di guarigione con conseguente peggioramento della qualità della vita.Come associazione che dà voce ai pazienti italiani con patologie delle valvole cardiache, noi di Cuore Italia, continuiamo il costante impegno per mettere in campo soluzioni concrete a sostegno di una tempestiva diagnosi e accesso ai trattamenti delle malatattie strutturali del cuore. Per questo vogliamo raccontare le storie di successo, di quei pazienti che durante la pandemia superando la paura hanno superato anche le malattie.Proseguiamo il lavoro avviato sin dalla prima fase della pandemia attraverso tre semplici messaggi, da paziente a “potenziale” paziente: Ascoltalo – Informati sui sintomi e i segni delle malattie valvolari cardiache. Ora è il momento di agire, operando su un programma di ripartenza che, attraverso un approccio multidisciplinare, metta al centro le esigenze del paziente, in collaborazione tra i servizi sanitari regionali, in dialogo con il territorio e gli ospedali, le società scientifiche e le istituzioni nazionali per definire possibili soluzioni e percorsi lungimiranti atti a superare l’epidemia nascosta: le malattie strutturali del cuore.

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Vax, no vax. Media: percezione e realtà

Posted by fidest press agency su mercoledì, 28 luglio 2021

Dopo il green pass obbligatorio per alcune frequentazioni pubbliche, c’è stata mobilitazione dei contrari. Grande rilievo mediatico. Il cittadino medio nel dubbio (pare essenzialmente in attesa di vedere cosa accada) continuerà a restare nel dubbio. Le tante prenotazioni vaccinali grazie all’effetto Draghi, sembrano non compensare un equilibrio sociale ed economico.Il rilievo mediatico ai no vax assomiglia a quello che viene dato alla presenza dei migranti nel nostro Paese da parte di chi allerta contro una presunta l’invasione, che se andiamo a guardare i numeri siamo tra i fanalini di coda di quei Paesi europei che gli allarmisti accusano di scaricare sull’Italia questo problema. I media sono il sale della libertà di stampa, quella stessa libertà che ci fa rilevare che tra percezione e realtà c’è differenza, creata proprio grazie da certe scelte mediatiche.Uno dei maggiori quotidiani nazionali indipendenti oggi titola a piena pagina “No Vax, la piazza sfida Draghi”. Quindi il fatto maggiore in Italia sarebbe questo, e non che ci sono centinaia di migliaia di inaspettate prenotazioni per il vaccino e che, per la scuola, siamo ancora in alto mare perché sia in presenza a settembre. Ognuno fa le sue scelte e, speriamo, si assuma anche le relative responsabilità (e che ne siano consapevoli i loro lettori), perché nolenti o meno, i media comunque condizionano la cosiddetta opinione pubblica.Mentre si continua a navigare a vista sulla questione scuola/vaccino dove, sempre la differenza tra percezione, realtà e responsabilità dei media è al centro. Invece di confrontarsi su come organizzare al meglio la scuola in presenza di vaccinati (ci sono alternative?), i media preferiscono dibattere su vaccino sì e vaccino no, per personale didattico e per studenti. Scelte editoriali legittime quanto sfasciste! La ricaduta per la mediaticità dei no vax è quella che stiamo drammaticamente vivendo. Un Paese libero ha bisogno di media liberi e responsabili. Il maggior media italiano (Rai), purtroppo, è gestito dai partiti delle istituzioni, più attenti ai propri poteri che non alla pubblica informazione; e il loro potere lo esercitano anche con l’occhiolino strizzato ai no vax. Occorrerebbe che ci si cominci a render conto che se vogliamo vivere (come ha ricordato il premier Draghi) occorre considerare che senza vaccini non si può. Considerazione che vale anche per chi prioritariamente considera audience e numero di copie. Vincenzo Donvito, presidente Aduc

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Esperanto: Dal 1887 una lingua unisce i popoli

Posted by fidest press agency su mercoledì, 28 luglio 2021

Nel 1887 il mondo era molto diverso da quello odierno, non solo a livello tecnologico. Non molti anni prima l’Impero francese aveva conosciuto l’umiliante sconfitta di Sedan ad opera del Regno di Prussia e aveva dovuto cedere l’Alsazia-Lorena. L’Italia sotto la monarchia Savoia proseguiva il suo percorso di unificazione. La Polonia allora non esisteva, divisa tra la Prussia, l’Austria-Ungheria e l’Impero russo. La penicillina era ancora sconosciuta. Le élite di allora parlavano francese. Il 26 luglio del 1887 un ebreo, Ludvik Zamenhof, consegnava a uno stampatore di Varsavia i suoi manoscritti, contenenti la prima grammatica e le prime opere di letteratura della lingua esperanto. Da questo momento inizia convenzionalmente una storia fatta di cultura e di vita. L’esperanto si diffonde per permettere a tutti e non solo a pochi privilegiati la comunicazione con persone di altra cultura. Tanti si appassionano: Tolstoj, Verne, Migliorini per citare alcune tra le personalità più famose. La letteratura esperantista è un esempio di inclusività: uomini e donne delle più diverse nazionalità (solo per fare qualche nome: la croata Spomenka Stimec, l’australiano Trevor Steele, l’inglese Anna Lowenstein, il giapponese Masao Myamoto, la rumena Julia Sigmond, la giapponese Teru Hasegawa, l’ungherese Kálmán Kalocsay, la tedesca Maria Hankel).Si scrivono in esperanto pagine di letteratura, lettere di amore, canzoni di amicizia, persone si abbracciano superando i confini. Chi potrebbe avere in odio una lingua così? “Fintanto che l’ebreo non sarà diventato padrone degli altri popoli – scrisse Hitler nel Mein Kampf – volente o nolente deve parlare la loro lingua, ma non appena essi dovessero divenire suoi servi, dovrebbero tutti imparare una sola lingua universale (per esempio l’esperanto!) in modo che anche con questo mezzo l’ebreo possa dominarli più facilmente”. Ovviamente si tratta di farneticazioni, l’esperanto non vuole sostituirsi ad alcuna lingua nazionale anzi vuole che tutte si sviluppino autonomamente e tutte contribuiscano a costruire una cultura mondiale di eguali.Il valore dell’esperanto come lingua ottiene numerosi riconoscimenti. Nel 1954 L’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Educazione, la Scienza e la Cultura (UNESCO) ha approvato una risoluzione in cui viene riconosciuto che i risultati ottenuti dall’esperanto in materia di scambi culturali coincidono con i propri scopi ed ideali. Un ulteriore riconoscimento ancora più esplicito, è giunto nel 1985 con la risoluzione di Sofia, con la quale si chiede “al Direttore Generale di seguire costantemente lo sviluppo dell’esperanto come strumento per una migliore comprensione fra nazioni e culture diverse”. Ci sono bambini madrelingua. Molte altre persone, invece, imparano l’esperanto durante l’adolescenza o l’età adulta attraverso corsi in rete o in presenza, ad esempio presso i numerosi gruppi locali che compongono la Federazione Esperantista Italiana, la principale associazione esperantista in Italia. Esiste anche una Wikipedia in questa lingua, lanciata nel 2001 e forte di ben 300.000 articoli. Oggi come nel 1887 l’esperanto si dimostra uno strumento valido e attuale di comunicazione: l’auspicio è che l’UNESCO dichiari il 26 luglio Giornata Internazionale dell’Esperanto.

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Scuola: immissioni in ruolo di oltre 112mila cattedre

Posted by fidest press agency su mercoledì, 28 luglio 2021

Il Nord Italia fa la parte del leone nell’assegnazione delle immissioni in ruolo di oltre 112mila cattedre, in vista dell’avvio delle lezioni del nuovo anno. Di contro, risulta decisamente minoritaria la quota del contingente riservata alle Regioni del Mezzogiorno: in Calabria, ad esempio, sono stati autorizzati appena 2.226 immissioni in ruolo, mentre in Sardegna e Sicilia il ministero dell’Economia ha dato il sì, rispettivamente, per 3.949 e 4.212 posti; poi seguono la Puglia con 5.171 e Campania con 6.438 posti. Meno di tutti, però, ne avranno la Basilicata (solamente 806 posti) e il Molise (appena 420). In tutto, Sud e Isole maggiori porteranno a casa, anche se solo sulla carta, 24.800 immissioni in ruolo.A livello ciclo scolastico, il maggior numero di posti disponibili riguarda la scuola secondaria di secondo grado, che andrà ad assorbire oltre 37mila assunzioni a tempo indeterminato, poi la scuola secondaria di primo grado, con altri 27mila posti, e a seguire la Primaria (oltre 13mila) ed infine la scuola dell’Infanzia, con poco più di 4mila assunzioni definitive.Per il sindacato, su quei posti dovevano essere collocati molti più docenti precari potenziali: la prima fascia Gps, utile alla stabilizzazione, doveva essere molto più folta. Secondo il sindacato, possono inserirsi con riserva “tutti coloro che hanno chiesto di specializzarsi o di abilitarsi attraverso l’ultimo concorso ordinario bandito o l’ultimo concorso abilitante. Noi riteniamo, dice Marcello Pacifico sulla base di quanto già ottenuto in sede cautelare al Tar e al Consiglio di Stato, ovvero l’Ordinanza di rimessione alla Corte Costituzionale della norma che escludeva coloro che stavano per conseguire il titolo necessario per partecipare al concorso sul Sostegno – che anche questa volta esistano e sussistano gli stessi principi per cui tutte le migliaia di candidati che hanno presentato la domanda l’anno scorso per partecipare al concorso ordinario o al concorso abilitante. Oltre che chi ha chiesto di partecipare ai concorsi che lo Stato non ha fatto partire a causa della pandemia, abbiano il diritto di inserirsi con riserva”.“Stiamo fornendo – continua il sindacalista – le istruzioni operative su come compilare la domanda per inserirsi con riserva. Su tale base se si verrà esclusi dalla graduatoria si farà ricorso in Tribunale. Fin da ora si attiva, quindi, l’adesione a questo ricorso per poter partecipare anche al novero delle prossime immissioni in ruolo e avere i posti accantonati. Se i giudici esprimeranno lo stesso parere della scorsa volta ci si potrà quindi inserire con riserva nelle graduatorie. Possono presentare la domanda anche tutti coloro che hanno partecipato all’ultimo concorso Stem e coloro, come ad esempio i laureandi in Scienze della Formazione primaria, che hanno frequentato un corso di specializzazione o di abilitazione e che non conseguiranno il titolo entro il 31 luglio, o ancora tutti coloro che sono risultati idonei al concorso straordinario”, conclude il sindacalista.

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Scuola. Drago (FdI): occorre piano chiaro e strutturato, basta parlare soltanto di vaccini

Posted by fidest press agency su mercoledì, 28 luglio 2021

“Occorre pretendere un piano chiaro, strutturato ed inequivocabile per assicurare l’inizio delle attività scolastiche ed universitarie in sicurezza. Non basta parlare di vaccinazione! Si parla troppo spesso della mancata vaccinazione di una fetta di docenti, ma credo che quasi nessuno abbia messo in evidenza come la classe docente sia stata sottoposta a vaccinazione molto dopo altre ‘categorie’, essendo stata presa la decisione catastrofica di chiudere le scuole. Consideriamo anche il fatto che il vaccino destinato ai docenti inizialmente fu Astrazeneca. Credo, in tutta onestà, che il personale docente rappresenti il nuovo capro espiatorio per coprire le malefatte, o sarebbe meglio dire il nonfatto, dell’attuale maggioranza in tema di scuola. Se ricordiamo, il capro espiatorio nella prima e seconda fase pandemica furono gli studenti. Durante i maxi assembramenti alle partite del campionato europeo di calcio erano presenti solo giovani? Insomma, questo è il tema dei temi. Trasporti, spazi, numero alunni per classe, no DAD (si DID?), reclutamento personale docente. Spiace ammetterlo, ma la situazione attuale è ben più grave di quella del governo che ci ha preceduto”. Lo dichiara la senatrice di Fratelli d’Italia, Tiziana Drago.

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Scuola: In Gazzetta il decreto 105 che impone il green pass per fare i concorsi

Posted by fidest press agency su mercoledì, 28 luglio 2021

Diventa legge l’indispensabilità delle certificazioni verdi Covid-19: tra pochi giorni sarà indispensabile per poter svolgere o accedere a numerose attività o ambiti professionali-culturali-ricreativi-ristorativi: servizi per la ristorazione svolti da qualsiasi esercizio per consumo al tavolo al chiuso; spettacoli aperti al pubblico, eventi e competizioni sportivi; musei, altri istituti e luoghi della cultura e mostre; piscine, centri natatori, palestre, sport di squadra, centri benessere, anche all’interno di strutture ricettive, limitatamente alle attività al chiuso; sagre e fiere, convegni e congressi; centri termali, parchi tematici e di divertimento; centri culturali, centri sociali e ricreativi, limitatamente alle attività al chiuso e con esclusione dei centri educativi per l’infanzia, i centri estivi e le relative attività di ristorazione; attività di sale gioco, sale scommesse, sale bingo e casinò; concorsi pubblici.Tali attività si potranno svolgere solo se si è in possesso di certificazioni verdi COVID-19 (Green Pass), comprovanti l’inoculamento almeno della prima dose vaccinale Sars-CoV-2 o la guarigione dall’infezione da Sars-CoV-2, e che hanno una validità di 6 mesi; oppure se si effettua un test molecolare o antigenico rapido con risultato negativo al virus Sars-CoV-2, e che ha una validità di 48 ore.In caso di vaccinazione, per la prima dose dei vaccini che ne richiedono due, la Certificazione sarà generata dal 12° giorno dopo la somministrazione e avrà validità a partire dal 15° giorno fino alla dose successiva; nei casi di seconda dose o dose unica per pregressa infezione: la Certificazione sarà generata entro un paio di giorni; nei casi di vaccino monodose, la Certificazione sarà generata dal 15° giorno dopo la somministrazione. Nei casi di tampone negativo la Certificazione sarà generata in poche ore e avrà validità per 48 ore dall’ora del prelievo. Nei casi di guarigione da COVID-19 la certificazione sarà generata entro il giorno seguente.Il sindacato non ritiene giusta la norme che impone il green pass per fare i concorsi: la certificazione sarà valida anche per chi ha fatto una sola dose o si è sottoposto a tampone, che però durerà sole 24 ore. Comunque, sarà un impegno non indifferente per tanti candidati a diventare lavoratori di ruolo. L’intenzione del Governo è chiara: vuole che la vaccinazione diventi una pratica indispensabile per un cittadino che ha un’occupazione o che cerca lavoro. Il sindacato conferma il suo no a questa imposizione illegittima: lo stato di diritto non può essere cassato a seconda del volere del Governo di turno.Anief ricorda che le norme vanno condivise con le parti interessate. E che fine faranno le indicazioni del Garante della privacy, che anche di recente ha chiarito che negli ambienti di lavoro “solo il medico competente, nella sua funzione di raccordo tra il sistema sanitario e il contesto lavorativo, può trattare i dati personali relativi alla vaccinazione dei dipendenti. Il datore di lavoro deve quindi limitarsi attuare, sul piano organizzativo, le misure indicate dal medico competente nei casi di giudizio di parziale o temporanea inidoneità. Cancellare il diritto alla privacy, inoltre, non può essere superato da motivi etici: la stessa Assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa ha comunicato formalmente ai Paesi membri che occorre garantire che i cittadini siano informati sul fatto che la vaccinazione non è obbligatoria e che non è possibile politicamente, socialmente o in altro modo mettere sotto pressione i cittadini e i lavoratori per farsi vaccinare, se non desiderano farlo da soli.

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Idonei al concorso straordinario esclusioni dalla I fascia GPS perché senza servizio utile

Posted by fidest press agency su mercoledì, 28 luglio 2021

A seguito dell’incomprensibile esclusione dalla I fascia GPS di tanti precari idonei al concorso straordinario 2020 per la scuola secondaria che, pur essendo negli elenchi non graduati di quanti hanno superato le prove oppure già inseriti nelle Graduatorie di Merito pubblicate dall’USR di competenza, non avranno la possibilità – in base a quanto riportato nella Nota Ministeriale n. 112/2021 – di considerarsi “abilitati” per la mancanza dell’ulteriore requisito di aver stipulato, nell’a.s. 2020/2021 un “contratto di docenza a tempo indeterminato ovvero a tempo determinato di durata annuale o fino al termine delle attività didattiche presso una istituzione scolastica del sistema nazionale di istruzione”, Anief mette a disposizione di tutti gli interessati la domanda cartacea da inviare all’ATP di gestione delle GPS entro il 25 luglio e avvia la specifica azione legale per rivendicare il diritto all’abilitazione e all’inserimento in I fascia GPS degli idonei al concorso straordinario anche senza il servizio 2020/2021 almeno al 30 giugno. La domanda cartacea dovrà essere inviata all’USR e all’ATP di gestione delle GPS 2020 (ove il candidato fosse già inserito in precedenza nelle Graduatorie Provinciali per le Supplenze) oppure all’USR e all’ATP della provincia in cui il candidato intende iscriversi, attraverso l’azione legale, in elenco aggiuntivo delle GPS, non essendosi inserito nel 2020 in nessuna graduatoria provinciale. La stessa dovrà essere trasmessa a mezzo PEC o raccomandata entro e non oltre il 25 luglio 2021, termine ultimo stabilito dal Ministero dell’Istruzione per poter richiedere l’inserimento negli elenchi aggiuntivi GPS e partecipare, così, anche alle procedure straordinarie di immissione in ruolo regolamentate dal decreto “sostegni bis”.

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Scuola: Alta incidenza tumorale tra il personale a fine carriera

Posted by fidest press agency su mercoledì, 28 luglio 2021

Non hanno bisogno di commenti le toccanti testimonianze ricevute in questi ultimi giorni dal dottor Vittorio Lodolo D’Oria: tutte docenti con tumori al seno scoperti negli anni finali della loro attività lavorativa. Una di loro scrive: “Dovremmo poter andare in pensione a un’età decente e senza decurtazione”. Un’altra racconta la sua terribile esperienza: “Al 38°anno d’insegnamento, amato per altro ma divenuto stressante, mi ammalai di tumore mammario. Nella mia scuola, a breve distanza di tempo l’una dall’altra, tre colleghe fecero la mia stessa fine e altre tre svilupparono un tumore al polmone”. Esemplari le parole di un’altra docente: dice di far “parte del ‘club oncologico’: già nel 2007 a Milano, dove mi hanno curata, avevano fatto notare l’alta incidenza di tale neoplasia sulle docenti. Sono arrivata alla conclusione che della scuola, allo Stato, non interessa nulla. E di noi ancora meno”. Come pure quella di un’insegnante che “dopo tanti anni di impegno sindacale” racconta di avere “riscontrato molti casi di docenti sofferenti per tumore al seno, senza alcun riconoscimento delle cause e delle conseguenze che questo ha comportato alle insegnanti”.“Tra gli altri commenti – aggiunge il Lodolo D’Oria – c’è anche una nota significativa di una sindacalista come pure un appunto di un ispettore tecnico ministeriale che plaude al fatto che viene finalmente affrontata la questione neoplastica quale malattia professionale dei docenti. Interessante infine l’affermazione – riportata da una docente milanese in trattamento presso un noto centro specialistico – che riferisce la sorpresa dei curanti nel vedere così tante neoplasie mammarie tra insegnanti”.Secondo il medico le tante testimonianze sono “un indizio da non trascurare. La prova scientifica è già stata fornita dallo studio retrospettivo californiano (Bernstein 2002) che non ha avuto alcun seguito, men che meno in Italia. Eppure il meccanismo patogenetico a cascata è noto ed evidente: stress cronico – aumento dei livelli di cortisolo plasmatico – abbattimento delle difese immunitarie – minore controllo della crescita di cellule neoplastiche”. Il dottore ribadisce, dunque: “che l’insegnamento sia psicofisicamente usurante è accertato da numerosi studi scientifici nazionali (La Medicina del Lavoro N. 5/04) e internazionali che in primis evidenziano l’alta incidenza di malattie psichiatriche seguita a buona distanza da neoplasie e disfonie”.Il problema è che le istituzioni, pochi anni fa, hanno riconosciuto come “gravosa” solo la professione di maestra di scuola dell’Infanzia: “non si comprende – dice oggi Lodolo D’Oria – in base a quali criteri non abbiano considerato gli altri livelli d’insegnamento (primaria e secondaria) parimenti usuranti come effettivamente risulta negli studi scientifici a disposizione”. Le leggi, tuttavia, negli anni sono state approvate. Come il DL 81/08 che “dedica un articolo significativo (art. 28) alle cosiddette helping profession per le quali si richiede controllo e prevenzione dello Stress Lavoro Correlato con particolare riguardo al genere e all’età del lavoratore, articolo che sembra proprio riferirsi alla scuola dove l’83% del corpo docente è femminile con età media di 50,4 anni”.

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Scuola: Si riapre in presenza?

Posted by fidest press agency su mercoledì, 28 luglio 2021

“Tra poco meno di due mesi riapriranno le scuole in Italia. Da Conte a Draghi i governi si susseguono ed è inaccettabile che a un anno e mezzo dall’emergenza pandemica ci sia incertezza sulla scuola in presenza. Lo Stato deve onorare i suoi obblighi e garantire le misure necessarie per dare socialità e istruzione alla comunità educante.È surreale che a tutt’oggi non si siano fatti accordi con le scuole paritarie per aumentare l’offerta di spazi didattici né si siano messi soldi sulla ristrutturazione degli edifici e la riapertura delle aule chiuse. È da irresponsabili non attivare in grande scala convenzioni per integrare il trasporto pubblico con i pullman privati. È miope non finanziare la santificazione degli ambienti scolastici, del trasporto, degli uffici pubblici e dei luoghi di lavoro. Si spinge solo sul tasto della vaccinazione in un braccio di ferro stupido con scettici e no vax, facendo il loro gioco. Ora sotto attacco ci sono gli insegnanti, quasi dipendesse da loro il contenimento delle varianti Covid attraverso la vaccinazione delle poche migliaia che non si sono ancora vaccinati.Se le scuole non riapriranno in presenza sarà certificato il fallimento di Draghi, dopo quello di Conte, entrambi incapaci di far convivere l’irrinunciabile diritto allo studio con la difesa della salute dei cittadini”. E’ quanto dichiara in una nota Fabio Rampelli, vicepresidente della Camera e deputato di Fdi.

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Stato di diritto e Ungheria: il problema di Orban sono i soldi

Posted by fidest press agency su mercoledì, 28 luglio 2021

Ci si chiede perché il premier ungherese, Viktor Orban, ha progressivamente alzato il livello di tensione verso l’Ue. La risposta è semplice: i soldi.Orban ha un disperato bisogno di fondi in vista delle elezioni del prossimo anno. Mentre l’attenzione dei media si focalizzava sulla legge anti comunità arcobaleno, il premier firmava accordi per oltre 5 miliardi di euro con imprese cinesi e per la costruzione del primo campus universitario in Europa finanziato con 1,3 miliardi cinesi. Fondi che non hanno i controlli di quelli comunitari. Infatti, l’Ufficio europeo per la lotta antifrode (Olaf) ha collocato l’Ungheria al primo posto, tra i 27 paesi comunitari, per irregolarità fiscali. In cambio dei finanziamenti cinesi, Orban si è astenuto dal sottoscrivere le dichiarazioni dell’Ue contro la repressione a Hong Kong e agli Uiguri, una etnia perseguitata dalle autorità cinesi. Dunque, bando alle illusioni, a Orban non interessa la comunità arcobaleno, ma agita leggi e referendum in funzione antieuropea e procinese.Però, oltre che furbi, occorre essere politicamente intelligenti e capire la trappola del debito cinese: se non restituisci il prestito si prende l’opera. L’esempio dell’ Africa e, più da vicino, del Montenegro, dovrebbe insegnare qualcosa: Pechino detiene un quarto del debito montenegrino e ora reclama la proprietà delle opere costruite con fondi cinesi. Più chiaro di così! Primo Mastrantoni, segretario Aduc

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Disturbi alimentari in adolescenti

Posted by fidest press agency su mercoledì, 28 luglio 2021

Secondo quanto suggerisce un articolo pubblicato su Pediatrics, prima firmataria Alana Otto della Divisione di medicina degli adolescenti all’ospedale pediatrico Mott dell’Università del Michigan di Ann Arbor, il numero di adolescenti ricoverati per gravi malattie dovute a disturbi alimentari è aumentato in modo significativo durante la pandemia di COVID-19. «I 125 ricoveri avvenuti presso il Michigan Medicine nella fascia di età tra 10 e 23 anni nei 12 mesi di pandemia riflettono un aumento significativo rispetto agli anni precedenti, dato che i ricoveri relativi a disturbi alimentari avvenuti nello stesso arco di tempo tra il 2017 e il 2019 sono stati in media 56 l’anno» scrivono i ricercatori, sottolineando quanto duramente la pandemia abbia colpito i giovani con la chiusura delle scuole, la cancellazione delle attività sportive extrascolastiche e l’isolamento sociale. In altri termini, si potrebbe dire che il loro mondo si è capovolto in una notte» afferma la pediatra, aggiungendo che negli adolescenti con disturbi alimentari e in quelli a rischio, questo repentino sovvertimento della quotidianità può aver peggiorato o innescato i sintomi. Ma secondo gli autori i numeri dello studio, relativi ai casi ricoverati in ospedale, potrebbero rappresentare solo una frazione dei giovani con disturbi alimentari provocati dalla pandemia. E non solo: «I nostri dati suggeriscono che gli effetti negativi della pandemia sulla salute mentale potrebbero essere particolarmente gravi tra gli adolescenti con disturbi alimentari» ipotizza Otto, spiegando che i disturbi alimentari includono l’anoressia nervosa, caratterizzata da restrizioni dietetiche, esercizio fisico eccessivo e/o vomito indotto per perdere peso. La genetica, i fattori psicologici e le influenze sociali sono stati collegati allo sviluppo di disturbi alimentari e gli adolescenti con bassa autostima o sintomi depressivi sono particolarmente a rischio. «Le modifiche nella vita quotidiana degli adolescenti durante la pandemia, come la chiusura delle scuole e la cancellazione degli sport organizzati, potrebbero aver interrotto le routine legate all’alimentazione e all’esercizio fisico, dando impulso a comportamenti alimentari non salutari tra i soggetti a rischio» conclude la pediatra, precisando che i dati dell’analisi non catturano l’intero quadro e quindi bisogna interpretare le stime con cautela. (fonte: Doctor33)

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Trade between Moscow and the European Union up 2% in the first quarter of 2021

Posted by fidest press agency su mercoledì, 28 luglio 2021

In the period from January to March 2021, total trade between Moscow and EU member states rose 2% to USD 27.46 billion. According to Vladimir Yefimov, Moscow’s deputy mayor for economic policy and property and land relations, the capital city accounts for half of the volume of trade between Russian and the European Union.According to Yefimov, this upturn in exports outside of natural resources and energy is critical for Moscow as the city eyes targets set by a national program entitled International Cooperation and Exports. Under the program, Moscow and other Russian regions are tasked with increasing their non-resource and non-energy exports 70% between 2020 and 2030.Industrial goods make up a significant percentage of Moscow’s non-resource and non-energy exports to the markets of the 27 EU member states, accounting for USD 1.57 billion in Q1 2021, up 49.2% year-on-year. Key industrial exports included polyethylene, polypropylene, automobile tires, immunological treatments, vaccines, and electronic equipment for industry.“Moscow’s exporters have high-tech products to offer Europe,” said Alexander Prokhorov, head of Moscow’s department for investment and industrial policy. “Components for the electronics and automobile industries – things like integrated circuits, EMV cards, and similar products – are good examples.”Prokhorov added that he sees potential for the capital’s exporters in the comparatively new niche of organic cosmetics. Since Moscow-based companies already export cosmetics to Europe, organics are worth studying.In Q1 2021, Italy purchased USD 407.46 million of Moscow’s industrial goods, making it the city’s largest export consumer. Italy was followed by Germany, which purchased industrial goods worth USD 352.38 million, and the Czech Republic, which purchased USD 176.09 million.Natalia Shuvalova, director of the Mosprom Center, a non-profit group providing support to the capital’s industrial exporters, sees Moscow’s non-resource and non-energy exports growing more steadily than mineral-resource dominated total exports. She believes this puts non-resource and non-energy exports in a good position to drive expanded trade cooperation between partners in Moscow and Europe.Mosprom Center forecasts that Germany, Poland, Austria, and Slovenia will be the most promising export markets in the near future because, according to the experts, these countries have posted the greatest increases in imports over the past three years.

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