Fidest – Agenzia giornalistica/press agency

Quotidiano di informazione – Anno 36 n° 130

Archive for 24 agosto 2009

Viaggiare in aereo e perdere i bagagli

Posted by fidest press agency su lunedì, 24 agosto 2009

Sara’ capitato di aspettare il bagaglio davanti al nastro trasportatore e, con un tonfo al cuore, constatare che la propria valigia non c’e’ o arriva con la maniglia divelta o il carrellino privo di ruote. Che fare? La prima cosa è quella di andare all’Ufficio oggetti smarriti (lost&found), presentare il proprio biglietto, il tagliando del bagaglio e compilare un modulo. Queste operazioni servono per avviare le ricerche del bagaglio perso. Il viaggiatore che vuole essere risarcito, per il bagaglio perso o danneggiato, deve presentare anche una denuncia alla compagnia aerea con la quale ha volato. Spesso si dimentica di effettuare questa operazione, confortati dalle assicurazioni degli addetti all’Ufficio oggetti smarriti che il bagaglio sara’ prontamente ritrovato e riconsegnato. Occorre pero’ fare attenzione ai tempi entro i quali fare la denuncia, poiche’ si rischia di non ricevere il risarcimento dovuto. La Convenzione di Varsavia stabilisce tempi e valori diversi in relazione ai voli nazionali e internazionali e prevede un rimborso a kg di bagaglio, indipendentemente dal valore del bene perduto (salvo il caso di maggiore dichiarazione di valore): * Per i voli nazionali la denuncia, alla compagnia aerea va presentata entro 3 giorni dall’arrivo per i danni ed entro 14 giorni per lo smarrimento; in caso di perdita, manomissione o danneggiamento, il risarcimento arriva fino ad un massimo di 222 euro per bagaglio; *Per i voli internazionali occorre presentare la denuncia entro 7 giorni dall’arrivo per i danni e 21 giorni per lo smarrimento. La compagnia aerea rimborsa 20 dollari per ogni chilo di bagaglio, fino ad un massimo di 20 kg. * Si puo’ chiedere anche il rimborso degli abiti acquistati, allegando ovviamente le ricevute e il risarcimento del danno “biologico” subìto, la cui quantificazione e’ lasciata alla valutazione del passeggero che, peravere soddisfazione, dovra’ con molta probabilita’ rivolgersi al Giudice di pace. (Primo Mastrantoni, segretario dell’Aduc)

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Educare alla socialità

Posted by fidest press agency su lunedì, 24 agosto 2009

Oggi è un impegno doveroso in nome del vero bene dell’essere umano. Ciò significa ricostruire lo Stato sociale nella coscienza delle persone e nella realtà delle istituzioni. Sono i prodromi di una cultura più matura per svolgere di fatto una preziosa e indiscutibile funzione di socializzazione e di maturazione di ideali sociali, civili e politici. Per l’individuo costituiscono una indispensabile palestra di quella che una volta era chiamata l’educazione civica, e che ora chiamiamo educazione sociale e politica o quello che in sostanza è l’impegno per la “formazione del cittadino” o la preziosa “palestra alla formazione del senso della cittadinanza.” Occorre rinforzare ed irrobustire le proprie radici. Ma se non si può vivere senza radici, neppure è possibile farle senza sole, cioè senza ideali e prospettive di futuro, orientate ai più saldi valori solidaristici e di giustizia sociale. Qui si giovano i temi  della democrazia, della partecipazione, della reinvenzione della politica, della rifondazione del patto sociale che stanno alla base di una nuova società civile e politica in Italia, attorno al suo zoccolo duro che dovrà essere quello della solidarietà.

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La concezione religiosa del Verga

Posted by fidest press agency su lunedì, 24 agosto 2009

“Non c’è nel Verga la luce della Provvidenza manzoniana, ma il cieco Fato che domina inesorabile. La concezione religiosa è dunque quella di una religione di primitivi, una religione che induce ad accettare rassegnati la realtà cosi’ come essa è, che trova il suo tempio nel focolare domestico, che ha i suoi affetti più profondi nel rispetto per l’onore della famiglia, per la casa, per la donna, per la legge e per la tradizione, ma soprattutto  per quel patrimonio materiale di  tradizioni ataviche, di impegno morale a ris-pettarle, di vana superbia gentilizia. Verga nelle sue opere esprime una religione della rassegnazione, non della consolazione e della elevazione.” La spiritualità del Verga è dunque legata alla tipica tradizione della nobiltà contadina siciliana. Lo scrittore individua nello stesso progresso il prezzo che l’uomo paga   con indescrivibili sofferenze e, cosi’ facendo, viola quella legge del Destino che è regolatrice della vita umana.Un sentimento religioso che nel Verga risente le discrasie di una società capitalistica e la sua inca¬pacità di offrire una valida protezione all’uomo. D’altra parte gli squilibri tra il Nord ed il Sud, la contrapposizione tra le due zone e la diversa evoluzione seguita dal movimento proletario spingono gli scrittori naturalisti del meridione a non affron¬tare la complessità dei problemi industriali. Essi preferiscono tuffarsi nel proletariato contadino dal quale traggono ispirazione e ne assorbono la stessa concezione religiosa. Lo stato sociale e religioso del Verga si traduce magistralmente nei suoi due romanzi storici: I Malavoglia e Mastro Don Gesualdo. Essi rappresentano l’uomo con tutte le sue naturali aspirazioni e sag¬giano il modo come possono venir soddisfatte o no dalle leggi  della società borghese, da una società av¬viata verso l’industrialismo e dai miti del progresso borghese. E quando  Verga fa dire a Don Gesualdo: “Io difendo la mia roba, caro voi!” Nella “roba”  lo scrittore riassume l’insieme dei sentimenti, compreso quello religioso, che promana dalla generosità e devozione di gente semplice e mite per la quale gli eventi più grandi di loro sono colti con rassegnazione ma anche con un impegno morale a rispettarli. Fidest centri studi saggio di Riccardo Alfonso)

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Apertura straordinaria notturna dei Musei Vaticani

Posted by fidest press agency su lunedì, 24 agosto 2009

Apertura notturnaRoma Città Vaticano. Tutti i venerdì del mese di Settembre (4, 11, 18, 25) e tutti i venerdì del mese di Ottobre (2, 9, 16, 23, 30), dalle ore 19 alle ore 23 (ultimo ingresso alle ore 21,30). Un’esperienza unica e straordinaria per tutti i Romani e per tutti coloro che lo desiderano, ma che durante le normali ore di apertura sono impegnati in attività che rendono impossibile il godimento di una piacevole visita alle meraviglie del Vaticano. Si potrà assistere al tramonto sulla Basilica di San Pietro e sui Giardini Vaticani dal Cortile delle Corazze o dalle finestre della Galleria delle Carte Geografiche con il sollievo del ponentino romano. Sostare nel Cortile Ottagono ed ammirare le sculture antiche alla luce tremula e discretamente sommessa delle fiaccole. Raggiungere e visitare le Stanze di Raffaello e la Cappella Sistina nella tranquillità del silenzio notturno. Attraversare le Gallerie della Biblioteca Apostolica Vaticana nella suggestione vespertina e nella quiete indispensabile per osservare gli innumerevoli dettagli pittorici di armadi e pareti. Contemplare nella suggestiva pace notturna il Cortile della Pigna e il Cortile della Pinacoteca. Per godere di questa serata veramente speciale è obbligatoria la prenotazione online tramite il sito internet ufficiale dei Musei Vaticani (www.vatican.va: nella pagina con la scritta La Santa Sede cliccare sulla lingua desiderata, nella pagina seguente cliccare a sinistra su Musei Vaticani, seguire le istruzioni per Biglietteria online). Sempre online, è possibile prenotare una visita guidata.

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La belle au bois

Posted by fidest press agency su lunedì, 24 agosto 2009

BoscoMaternità.Con un titolo denso di suggestioni letterarie, La belle au bois, si inaugura venerdì 4 settembre 2009, alle ore 17:30, nei prestigiosi spazi dei Magazzini del Sale a Siena (Museo Civico, Palazzo Pubblico, il Campo 1), la nuova personale di Claudio Carli, artista umbro, riconosciuto interprete di paesaggi e vedute urbane, ma anche  di “invenzioni” concettuali.  La mostra, allestimento a cura dall’artista stesso, rimarrà aperta fino al 27 settembre e consta ci circa 20 opere realizzate con tecniche miste (olio e inchiostro su tela e carta) e due istallazioni. Un percorso che si snoda tra l’incanto dei boschi, la geometria di città impossibili e l’imponenza delle montagne, attraverso un linguaggio figurativo che tende all’astrazione, alla rarefazione strutturale e alla riduzione cromatica, predisponendo lo spettatore alla contemplazione e alla riflessione, mai a un desiderio di evasione.  E così, sensibile agli accadimenti, ai pregi e alle distorsioni del vivere contemporaneo, Claudio Carli cala nel suo percorso espositivo due lavori per così dire “politici”. Not in my back yard,  letteralmente “Non nel mio giardino”. Una istallazione che vuole essere un’allusione all’indifferenza, all’esasperata difesa della propria sfera privata, tipica del mondo occidentale. Le vedute di un bosco, di gradazioni forti di grigio, fanno da sfondo a un prato verde su cui è posta una macchina taglia-erba a motore. L’ambientazione musicale è una registrazione originale, effettuata da un ornitologo durante la seconda guerra mondiale, in cui si ode il canto degli uccelli sovrapposto dal rombo di bombardieri in avvicinamento.  La seconda istallazione, Maternità, presenta una donna che allatta la sua bambina. E’ la reazione dell’artista a un recente fatto di cronaca accaduto in un hotel “family” di Madonna di Campiglio, dove una giovane mamma è stata allontanata dalla sala ristorante mentre allattava il suo piccolo perché alcuni commensali avevano protestato, disturbati dalla sua presenza. L’atto più bello tra quelli che legano gli esseri umani è bandito perché contravviene al senso del decoro, al benessere confortevole degli altri.  Il catalogo della mostra è stato realizzato grazie al sostegno di Duccio Bari, appassionato d’arte e fine collezionista, con il contributo critico di Ezio Genovesi, presentazione del Direttore del Museo Civico di Siena Mauro Civai, impaginazione di Caterina Carli e foto di Marco Francalancia, Caterina Carli, Enrico Andreozzi e Enrico Mezzasoma. http://www.comune.siena.it

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Arrivano a Salsomaggiore le candidate per miss-Italia

Posted by fidest press agency su lunedì, 24 agosto 2009

autobusSalsomaggiore e Tabiano Terme hanno accolto le 260 ragazze selezionate in tutta Italia in 650 manifestazioni regionali: si contendono il titolo di un’edizione storica, la 70/ma, che si concluderà lunedì 14 settembre dopo le tre serate di Raiuno condotte da Milly Carlucci. L’hotel Astro di Tabiano tappezzato a festa è stato fin dalle prime ore di stamani (ma qualche miss è arrivata già ieri sera) meta di ragazze, genitori, fidanzati, fotografi, operatori tv, addetti ai lavori. Sono state già scattate le prefinali nazionali, che hanno portato 22 concorrenti già in finale: le 20 che hanno il titolo della loro regione (Miss Lombardia, Miss Calabria ecc.), Miss Romagna e la Prima Miss dell’anno Alessia Delli Veneri, scelta dal pubblico a Rimini la notte di S.Silvestro 2008. La giuria tecnica, composta dagli autori del programma di Milly, dovranno scegliere 38 ragazze per completare il gruppo: selezione, quindi, quanto mai rigida. Grandi sorrisi delle miss e molta determinazione per stare al passo con le intenzioni della conduttrice. Vi è già chi ha dovuto rinunciare. E’ Giusy D’Affuso. Il suo datore di lavoro le ha dato l’ultimatum: o oggi sei qui al tuo posto, o arrivederci. La ‘Loren altoatesina’ – come già viene definita la miss di Vipiteno – ha 22 anni e occhi verdi. Fa la commessa. È Miss Alto Adige, ma prima aveva vinto il titolo di Miss Cinema interpretando in una selezione il ruolo di Marylin Monroe in “A qualcuno piace caldo”. Miss Cinema è diventata Marica Rolando, di Bolzano. Sono in gara a miss Italia alcune “sportive”: Sara Galimberti, promessa della nostra atletica, campionessa lombarda per cinque anni negli 800 e nei 1500 metri (“sogno le olimpiadi, per me l’atletica è tutto”); Stefania Avellino, Miss Cinema Liguria, tennista – nella fascia C – la sua passione (“Miss Italia è il mio unico vezzo”, dice); Teresa Caputo, di Trani, Miss Sorriso Agos, giocatrice di pallacanestro in serie B1; Ilaria Lorenzi, sci a livello agonistico e ora in forza al “Brenta Volley” di Tione, Alto Adige. Ma ben più numerose sono le ragazze che studiano recitazione o danza.

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Pompei: anniversario eruzione

Posted by fidest press agency su lunedì, 24 agosto 2009

patrizio rispo.A Pompei sono stati centinaia i visitatori italiani e stranieri che hanno affollato il Foro triangolare e la pineta circostante per partecipare alla rievocazione dell’eruzione del Vesuvio del 79 dC, che iniziò  alle 13 del 24 agosto di 1930 anni fa. L’attore Patrizio Rispo ha letto le due famose  lettere di Plinio il giovane allo storico romano Tacito nelle quali si racconta dell’eruzione visita da Miseno e della morte dello zio Plinio il Vecchio, che perì nel tentativo di raggiungere le città della costa. La lettura e’ stata replicata anche in lingua inglese e accompagnata da musica classica diffusa anche su via dell’Abbondanza. L’evento voluto dal commissario straordinario per l’emergenza nell’area archeologica di Pompei Marcello Fiori e’ stata molto gradita ai visitatori.

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Alessandro Ploner campione italiano di deltaplano

Posted by fidest press agency su lunedì, 24 agosto 2009

plonerDopo la conquista del titolo mondiale il mese scorso in Francia, non poteva mancare quello italiano a Tizzano in Val di Parma. Al seguito, nell’ordine, gli altri azzurri e campioni del mondo a squadre: Elio Cataldi di Vittorio Veneto (Treviso), il trentino Christian Ciech e Davide Guiducci di Reggio Emilia. Nella gara riservata ai deltaplani versione Ala Rigida vittoria di Daniele Bindi (Pistoia), su Gorio Mandozzi (Macerata) e Carlo Bertacchi (Bologna). Le classifiche finali sono la somma di quattro prove disputate in otto giorni su percorsi tra i 73 ed i 104 km, distanze di tutto rispetto per mezzi che volano sfruttando le correnti d’aria ascensionali e superano i 120 kmh. Le altre prove sono state annullate a causa del vento da ovest che, per la morfologia del sito, non avrebbe garantito la necessaria sicurezza ai 42 piloti in gara, pattuglia femminile compresa. Per lo stesso motivo niente lancio di paracadutisti, inserito tra i numerosi eventi collaterali insieme al volo di ultraleggeri, deltaplani a motore ed aeromodelli presso l’atterraggio ufficiale di Torrechiara, comune di Langhirano, frazione nota per l’imponente castello quattrocentesco.

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Ferenc Pintér: Manifesti e altro

Posted by fidest press agency su lunedì, 24 agosto 2009

Pintér-Cantù,  29 agosto – 4 ottobre 2009 Inaugurazione sabato 29 agosto 2009 ore 18.00 Villa Calvi, via Roma 8 a cura di Giampaolo Mascheroni e di Peppo Peduzzi. La rassegna costituisce il primo appuntamento della manifestazione biennale  arrivata alla sua ottava edizione. La prima esposizione si tenne infatti nel 1995 con l’antologica dedicata a Bruno Munari, cui seguirono varie rassegne tra cui quelle incentrate su Luigi Veronesi , Fausto Melotti, Lucio Fontana, gli Astrattisti Comaschi, ecc. Di formazione ungherese, Pintér fuggì da Budapest nel 1956 e si trasferì in Italia, dove, dal 1961 ininterrottamente per oltre 30 anni, lavorò nell’ufficio grafico della Mondadori, realizzando centinaia di copertine e illustrazioni di numerose collane editoriali. Notissima è la serie di copertine del Commissario Maigret di Simenon, ma anche quella delle collane Omnibus e Omnibus Gialli, per le quali realizzò anche originalissimi risguardi. Fondamentale fu poi l’impegno nella storica collana degli Oscar Mondadori, la prima vera collana di pocket italiani venduta anche nelle edicole. Sue le copertine di centinaia di volumi, tra cui quelle dei libri di Pavese, Deledda, Soldati, Steinbeck, Faulkner, Ibsen, ecc. La mostra di Cantù, organizzata dalla Città e dall’Associazione Amici dei Musei, sarà incentrata particolarmente su una dimensione poco conosciuta, quella della produzione di manifesti di carattere politico, sociale e culturale, attività che lo vide impegnato costantemente, accanto a quella della grafica editoriale. Saranno esposti gli originali di circa 50 manifesti, quasi tutti realizzati a tempera o con tecniche miste. La mostra comprenderà anche una scelta dei suoi disegni per la collana degli Oscar Saggi e altri lavori editoriali.
Ferenc Pintér nasce ad Alassio nel 1931. È morto a Milano nel febbraio del 2008.

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Emergenza educativa

Posted by fidest press agency su lunedì, 24 agosto 2009

Cervia 24 e 25 agosto 2009  via Milazzo 81, Hotel Dante – Sala Uffizi. Nel contesto dei lavori della tradizionale settimana di studi e formazione che l’Associazione Amici dei Bambini – Il diritto di essere figlio cura annualmente, giunta alla sua XVIII edizione.  Il focus delle due giornate di lavoro è rappresentato dalla scuola, in relazione a particolari categorie di minori in difficoltà familiare e soprattutto ai giovani care leavers che, allontanati dalla famiglia di origine, crescono sotto il sistema di protezione sociale: ragazzi collocati nelle comunità educative o negli istituti dell’Est Europa, minori in affido familiare e minori stranieri adottati da coppie italiane. Per loro la scuola ha ha un ruolo prioritario, essenziale nella formazione e preparazione alla vita adulta e professionale, deve fornire strumenti in un percorso che non può prescindere dalle sinergie con il sistema di tutela.  “C’è una genitorialità  che va oltre l’essere genitori biologici – ha commentato Davide Guarneri, presidente nazionale dell’A.Ge., che prenderà parte al dibattito – perciò ci dobbiamo prendere cura di tutti i bambini, dei loro ambienti di vita, delle scuole, della promozione dei loro diritti e della tutela nella loro fragilità. In senso ampio ci chiediamo a che punto stia l’istituzione della figura del Garante nazionale dei Diritti dei Minori, annunciata la scorsa estate. Ci chiediamo se, quanto alla fragilità dei minori, non ci si debba preoccupare per tutti quelli che sbarcano sulle nostre coste, o magari muoiono in mare, senza che nemmeno lo sappiamo”.  All’inizio dell’anno scolastico nella scuola secondaria (medie e superiori) si richiede ai genitori di sottoscrivere il Patto di corresponsabilità educativa, talora purtroppo ridotto ad un documento che non è frutto di un percorso di condivisione, ma l’ennesimo foglio dal sapore burocraticistico. “Corresponsabilità – ricorda Guarneri – significa riconoscimento di pari dignità e reciprocità fra i “contraenti”. Significa condivisione intorno ai contenuti di un “Patto”: quale uomo e cittadino vogliamo, insieme educare?” La presenza, nel nostro Paese, di oltre 25mila bambini e ragazzi “fuori famiglia” (da comunità di accoglienza o in affido), è una provocazione per il sistema scolastico. Su di loro incidono profondamente il problema dell’abbandono scolastico, ma anche esperienze quali la demotivazione, le bocciature. Con chi condividere la responsabilità, con chi stipulare il “Patto”? Nei confronti di questi ragazzi è maggiormente da esercitare la “genitorialità sociale”, il prendersi cura da parte di un’intera comunità locale: negli obiettivi di Lisbona, l’UE insiste sulla necessità di un sistema educativo e scolastico nel quale nessuno si perda (“Non uno di meno!”).

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XV Film Festival della Lessinia

Posted by fidest press agency su lunedì, 24 agosto 2009

Francesco TaboadaBosco Chiesanuova (Verona), 24 agosto Tredici popolazioni messicane alleate, in difesa dei beni comuni: l’acqua, l’aria, la terra. Una storia, vera, che verrà proiettata nel corso della quarta giornata del Film Festival della Lessinia.Mentre proseguono le proiezioni dei film in concorso alla quindicesima edizione del Film Festival della Lessinia martedì 25 agosto alle 21 nella Sala Olimpica del Teatro Vittoria di Bosco, per la sezione Altre montagne verrà presentata la pellicola 13 pueblos en defensa del agua el aire y la tierra (13 popoli in difesa dell’acqua, dell’aria e della terra). Il documentario, premiato in diversi festival internazionali, è firmato dal regista messicano Francesco Taboada Tabone.  Le proiezioni al Teatro Vittoria cominceranno alle ore 16 con la rassegna Heidi in Lessinia e il film  Heidi. Sono tornata per te di Luigi Comencini (Svizzera, 1952), la storia di Heidi raccontata dal grande maestro italiano, e proseguiranno alle ore 21 con tre film in concorso: La culla delle aquile (The Cradle of the Eagles) di Alessandro Pugno (Italia, 2008), che narra di una comunità arroccata sulle Alpi liguri e considera questo luogo la culla per un futuro migliore; Resolution (Risoluzione) di Pavel Oreshnikov (Usa, 2008) storia ambientata in un villaggio montano della Russia, dove un uomo esasperato dai propri vicini decide di dare una svolta alla sua vita; infine il film El somni (Il sogno) di Christophe Farnarier (Spagna, 2008), in cui la macchina da presa segue un pastore nomade nel suo ultimo viaggio con il gregge attraverso i Pirenei.  In Sala Olimpica, alle 21, altro contributo di Angelo Loy per Millennium News – Potere alle donne: stavolta i giovani riflettono sulla condizione femminile nel loro Paese. Mercoledì 26 agosto 2009 Al Teatro Vittoria alle 16: Heidi torna tra i monti, lungometraggio animato di Isao Takahata del 1976, tratto della serie televisiva che rese la figura di Heidi famosa in tutto in mondo. Le proiezioni proseguiranno alle 21 con i film in concorso: Semaan Bil Day’ya (L’uomo villaggio) del regista Simon El Habre, storia di un allevatore di vacche in un piccolo villaggio delle montagne libanesi distrutto dalla guerra civile; Crossing the Himalaya (Attraversando l’Himalaya) di John Murray, viaggio nel cuore dell’Himalaya, seguendo la più grande migrazione annuale di uomini e animali. In Sala Olimpica, alle 16 si apre la rassegna Lessinia Monte Baldo con la proiezione delle pellicole: Seralda di Marzio Miliani, nel quale il maestro Piero Piazzola recita poesie e insegna leggende locali alle giovani allieve; Il Tasso, l’anima di un torrente di Raffaello Boni, documentario sul torrente Tasso e il suo corso; San Michele torna al Cornesel, 3 agosto 2008 del veronese Albino Todeschini, in cui viene mostrato come l’immagine di pietra di San Michele sia stata riportata nel suo luogo d’origine; Santo Pirana (1928-1983): artista e poeta di Giorgio Pirana, documentario sull’artista e sulla sua passione per la montagna; infine Il ritorno delle marmotte di Marco Morbioli, testimonianza della campagna di reintroduzione della marmotta sui Monti Lessini.  Alle 21 il terzo capitolo di Millennium News sul tema Basta mortalità infantile; quindi per la  RetrospettivaTSR: L’Etivaz, mon amour (L’Etivaz, amore mio) di Jean-Paul Mudry. http://www.filmfestivallessinia.it

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Nasce il Movimento culturale etico solidale dei militari e civili

Posted by fidest press agency su lunedì, 24 agosto 2009

La sede è Palermo, ma intende  estendersi in tutto il territorio nazionale. L’iniziativa è di un gruppo di cittadini desiderosi di impegnarsi nel territorio nazionale. Hanno promosso la costituzione di una Associazione culturale, denominata << MoviMiles>> “Movimento Culturale Etico Solidale per i Militari e Civili”. La sua natura è strettamente no profit, e non si presenta né come organizzazione sindacale né tanto meno politica, ma semplicemente un aggregazione di liberi cittadini aperta a tutti senza alcuna discriminazione di razza, religione, appartenenza politica, in conformazione al dettato della Carta Costituzionale , ispirandosi al principio del senso di appartenenza alla patria, perseguendo il ricordo dei nostri eroi, ma soprattutto della solidarietà reciproca tra i soci. All’interno del Movimento non sono consentite uniformi o divise. Il fulcro del Movimento sarà il “Centro di Informazioni” che raccoglierà esperti in diversi settori (amministrativo – legale – sicurezza del lavoro – sviluppo progetti occupazionali – sportello trova lavoro – convenzioni ai soci – sanità – qualità della vita – mobbing – gruppi di acquisto – Farmer Market – precariato ), puntando quindi su consulenze tecniche e pubbliche relazioni con enti, distretti e organizzazioni al fine di formulare proposte e iniziative che possano soddisfare le richieste degli iscritti e più in generale qualsiasi esigenza essi presentino. .” La presentazione ufficiale del Movimento è previsto per il mese di ottobre a Roma; seguiranno meeting a Palermo,Messina, Catania, Milano, Pordenone, Udine, Napoli, Sacile, Torino, Bologna, Cagliari, dove avranno vita i primi circoli. Attualmente gli aderenti interessati al MoviMiles su facebook sono 600, e l’obbiettivo dei fondatori è quello di arrivare a 50 mila sostenitori in due anni sarà dato grande spazio ai giovani e alle donne . A tal fine, è stato designato il gruppo dirigente che resterà in carica in attesa dell’applicazione dello statuto che prevede l’elezione dello stesso da parte dei soci ogni cinque anni, ed è così composto: Presidente: Girolamo Foti detto Mirco, Segretario Generale / Portavoce: Rosi Gambino Vice Presidente vicario: Dottor Giovanni Menni, Vice presidente: Renata Aronica, Vice presidente: Roberto Peretti, Consigliere Alberto Stassi, Consigliere: Marco Federici, aderiscono come consulenti del MoviMiles; Padre Giacomo Ribaudo (Direttore di Teleregina), il giornalista Riccardo Alfonso (Direttore della Fidest), il giornalista dell’antimafia Pino Maniaci (Telejato), il Dr. Leonardo Bitti (Esperto in materia militare), la dottoressa Maria Lo Presti, Segreteria a Palermo in Corso Scinà,44, sono aperte le iscrizioni chi fosse interessato telefonare al 347 4618595 per informazioni basta registrarsi al sito http://www.girolamofoti.com

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V° edizione della Festa del mare

Posted by fidest press agency su lunedì, 24 agosto 2009

Santa Lucia di Siniscola il 4 -5 -6 settembre per la V° edizione della Festa del mare e il festival internazionale di Legambiente si svolgerà presso lo stand della FALCON Service, azienda di Massimiliano Murru (Coordinatore operativo per la Sardegna) la presentazione in anteprima dell’associazione I.C.A.A., in attesa dell’inaugurazione ufficiale che avverrà nei prossimi mesi.

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Usura: in sette mesi cresce del 68,4%

Posted by fidest press agency su lunedì, 24 agosto 2009

E’ allarme usura in tutta Italia. “Nel 2009 si sta diffondendo a macchia d’olio l’usura in Italia a seguito della grave situazione di difficoltà economica in cui versano le famiglie e delle piccole imprese ed al proliferarsi delle scommesse sportive. Il sovra indebitamento delle famiglie, nei primi 7 mesi del 2009, è cresciuto del 84,6%, rispetto al 2008 e l’usura è aumentata del 68,4%”. Lo rilevano i dati resi noti oggi da Contribuenti.it – Associazione Contribuenti Italiani che con Lo Sportello Antiusura monitora costantemente il fenomeno del sovra indebitamento delle famiglie e delle piccole imprese in Italia. In Italia sono a rischio 1.668.000 famiglie e 1.213.000 piccole imprese – afferma Vittorio Carlomagno presidente di Contribuenti.it Associazione Contribuenti Italiani – Nei 7 mesi del 2009, il debito medio delle famiglie ha raggiunto la cifra di 27.500 euro, mentre quello dei piccoli imprenditori ha raggiunto il tetto dei 47.700 euro”. Nel 2009 al primo posto tra regioni maggiormente esposte al rischio usura troviamo il Piemonte, seguito dalla Campania, Valle d’Aosta, Sicilia, Emilia Romagna, Lombardia, Toscana, Veneto, Lazio, Puglia, Calabria, Liguria, Friuli V-Giulia, Umbria, Abruzzo, Trentino-A.Adige, Sardegna, Basilicata, Marche e Molise. ”La crescita delle scommesse sportive, la crisi economica, il boom delle carte di credito revolving, e della rateizzazione fiscale – continua Carlomagno – rischiano di far scivolare migliaia di famiglie e piccole imprese in mano agli usurai. Soprattutto le scommesse sportive stanno spingendo, negli ultimi mesi, gli italiani ad indebitarsi sempre di più, facendosi prestare soldi da persone inaffidabili.”
”Purtroppo – prosegue Carlomagno – dati confermano che il fenomeno sta aumentando e che ancora non si è raggiunta la punta dell’iceberg. In passato, ogni qual volta l’economia ha segnato brusche frenate, l’usura ha subito delle forti crescite. Ora c’e’ un ulteriore problema. Ovvero, oltre la poca propensione alla elargizione del credito da parte delle banche si sta registrando una aggressione al patrimonio familiare da parte del fisco, sia direttamente mediante la riscossione coattiva, che indirettamente attraverso l’uso spregiudicato delle scommesse sportive, costringendo numerose famiglie monoreddito a richiedere prestiti. Tra queste, diverse sono quelle che si sono rivolte alle fondazioni antiusura”. Contribuenti.it chiede al governo uno stanziamento straordinario di un miliardo di euro a favore del microcredito sociale, di far partire quanto prima la Banca del Mezzogiorno e, soprattutto, di bloccare l’accanimento verso il gioco di azzardo che sta diventando “l’altra faccia di un’Italia sempre più povera”.devolvendo il montepremi del Supenalotto interamente ai terremotati di Abruzzo. (Contribuenti.it – Associazione Contribuenti Italiani)

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L’Italia e i cattolici

Posted by fidest press agency su lunedì, 24 agosto 2009

Leggendo qua e là tra i miei appunti e qualche articolo o saggio è balzata alla mia attenzione un passo riguardante le memorie di Nina Bocenina, la segretaria russa di Palmiro Togliatti. Ella racconta che un giorno attorno al Natale del 1943 ebbe una interessante conversazione all’Hotel Lux di Mosca con l’uomo che lei conosceva come Ercole Ercoli (Togliatti) sul tema dei cattolici sulla storia d’Italia. Togliatti allora si dilungò a spiegarle le caratteristiche particolari della fede e l’organizzazione della Chiesa cattolica. Ad un commento scettico della Bocenina Togliate le risposte “arrabbiato”: “Non sono sciocchezze cara compagna Nina. Il cattolicesimo in Italia non è semplicemente la Chiesa. E’ un modo di pensare, è un complesso intreccio tra la storia e la politica, tra la cultura e la filosofia. Chi non è capace di discutere alla pari con gli attivisti cattolici può essere paragonato ad un agente dei servizi segreti che va nelle retrovie del nemico senza conoscere la sua lingua e il suo regolamento.” Ora ci chiediamo quanta influenza possa aver avuto, dopo il ritorno di Togliatti in Italia, questo convincimento nell’azione del Partito Comunista Italiano e quanto della “questione cattolica” vi resta oggi che i due partiti di allora si sono sciolti come neve al sole ma hanno lasciato i loro nipotini navigare in acque partitiche affini. Tutto questo probabilmente continua ad accadere in quanto l’Italia non ha ancora fatto definitivamente i conti con una parte rilevante del proprio passato. E ci riferiamo, nello specifico, ai 60 anni posti a cavallo tra il XIX ed il XX secolo allorché si rese aspro il conflitto tra la Chiesa e lo Stato. Di quello spaccato di storia patria quante verità sono emerse e quante altre sono state sottaciute dagli storici? Sarebbe interessante riaprire la questione per una disamina più approfondita di quel passato forse doloroso, forse esaltante che ha costellato la vita di una Nazione che cresceva, territorialmente parlando, ma che nutriva in sé profondi travagli esistenziali mai domi, mai sanati del tutto a tutt’oggi.

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Una civiltà tra passato e presente

Posted by fidest press agency su lunedì, 24 agosto 2009

E’ quanto ci chiediamo se osserviamo il dibattito che da anni si è innescato, nello specifico, in Italia ma che non è, tutto sommato, diverso da quello degli altri Paesi del mondo, riguardo alla questione del suo sistema previdenziale. Consideriamo tutto ciò un sempre maggiore esercizio accademico per una ricerca di una soluzione secondo taluni schemi interpretativi tradizionali, mentre la risposta la dovremmo trovare in modo diverso. Lo impongono, se vogliamo, due aspetti della nostra civiltà odierna: il prepotente sviluppo delle tecnologie e le attese di vita che si prolungano nel tempo regalandoci un essere umano più vecchio ed anche più in buona salute. Cosa significa tutto ciò? Tanto per cominciare che il dibattito sui limiti d’età per andare in pensione sta diventando sterile a tutti gli effetti. L’orologio anagrafico sta diventando l’elemento più relativo di questo mondo. Come pretendiamo di assegnare ad un sessantenne la patente di pensionato, relegandolo all’inattività lavorativa se ha di fronte, mediamente, la possibilità di sviluppare altri 15 ed anche venti anni di attività occupazionale, sia pure con certi limiti? Di certo non potrà giocare da professionista a calcio e nemmeno a calcetto, ma svolgere un lavoro manuale leggero, o una attività intellettuale di medio impegno, è nelle sue piene capacità. Ciò significa che il lavoro va ricercato per “fasce di compatibilità” anagrafica e non limitato ope legis ad una certa scadenza. Ed allora possiamo dire che non esiste età pensionabile fissa ma dovrebbe essere, invece, libera ed in funzione alle proprie capacità fisiche ed intellettuali. Prendiamo ad esempio i molti lavori sedentari esistenti da quelli dell’usciere al portiere di stabili, dal minutante negli uffici al sorvegliante negli stabilimenti a minor rischio, e via di questo passo. Se solo facessimo un piccolo sforzo e classificassimo tutti lavori esistenti in tante fasce preferenziali per età e li indicassimo ai corrispondenti lavoratori come opzioni future per il loro avvenire lavorativo e corroborassimo il tutto con una formazione professionale adeguata e posta anzitempo la scadenza prefissata per l’eventuale passaggio, noi saremmo in grado di favorire con efficacia la costituzione di una società più armonicamente equilibrata nel suo essere e rappresentarsi. Alla fine giudicheremmo persino balzana quell’idea di far diventare necessariamente vecchio da pensione un sessantenne o anche un settantenne.

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Il degrado ambientale

Posted by fidest press agency su lunedì, 24 agosto 2009

Le terre aride aumentano di 150 mila chilometri quadrati l’anno. Il deserto in pochi anni ha scacciato oltre 13 milioni di persone dal loro habitat. Questo degrado che porta alla desertificazione è un a diretta conseguenza dei problemi economici delle nazioni in via di sviluppo, che si trovano costrette a sfruttare in maniera eccessiva le risorse offerte dal suolo. L’errore di chi ci governa o meglio ha a cuore in termini planetari le sorti del mondo sta proprio nel non porre un freno a questo depauperamento della Terra andando alla radice dei problemi. Come non rendersi conto, ad esempio, dello sfacelo in atto. Esso è la diretta conseguenza  dei problemi economici delle nazioni in via di sviluppo, che si trovano costretta a sfruttare in maniera eccessiva le risorse offerte dal suolo. E significa, in altre parole, l’uso senza termine di pascoli e di coltivazioni, alle pratiche di deforestazione e alla trasformazione di terreni sterili in territori più facilmente in balia degli elementi atmosferici.

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Esiste un partito ideale?

Posted by fidest press agency su lunedì, 24 agosto 2009

Abbiamo sempre considerato questo aspetto in quanto non rema di certo in favore degli interessi di talune parti, pur consistenti, della nostra società. Pensiamo a taluni partiti politici e alla loro composizione. Forza Italia, ad esempio, è fatta, per lo più, da manager, benestanti se non ricchi esponenti dell’imprenditoria e dei servizi nazionali ed internazionali se ci riferiamo alle multinazionali. E questo riferimento è emblematico anche per un’altra serie di considerazioni. E’ un partito non partito in quanto non è caratterizzato da una base ideologica, è di recente formazione ed ha il suo zoccolo duro si colloca nel management di Mediaset che è una società che vive nei media e fa comunicazione ed informazione commerciale. la Lega, a sua volta, ha una sua ideologia indiretta in quanto rappresenta gli interessi non tanto di un ceto ma di una idea “separatista” dal contesto nazionale anche se negli ultimi anni l’ha mitigata con un “salomonico compromesso” che si chiama “federalismo”. Vi sono poi i partiti come Destra nazionale e la stessa Rifondazione comunista che si collocano in un’area storica dove la loro ideologia si volge ad un passato costellato di molti errori e che purtroppo si confondono con lo stesso spirito che l’ha animata e che potrebbe, in un certo qual modo, riproporsi come attuale. Ci ha provato Fini con una autocritica su quel passato fascista antisemita e nazionalista e sul concetto stesso di dittatura. Ci ha provato Bertinotti volendo dimostrare che le rivoluzioni che valgono di più sono quelle che percorrono la strada della democrazia. E poi vi sono gli altri partiti che come i cattolici affidano la loro ideologia per delega (vedasi dottrina sociale cattolica) o i laici liberali, repubblicani e gli stessi socialisti che guardano con un occhio al centro e alla destra ed un altro alle guide laiche che militano nella cultura e nell’apartheid politico. Manca, in altre parole un partito che si rifaccia alla ideologia di una società di emarginati che non vuole essere emarginata e da quelle basi costruire un rapporto egualitario con il resto della società.

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“Bocca” della verità o della calunnia?

Posted by fidest press agency su lunedì, 24 agosto 2009

Il giornalista Bocca sull’Espresso ha scritto, sollevando un polverone, che ha scosso eminenti esponenti del “Palazzo” e dell’opposizione “che anche insigni esponenti dell’Arma dei Carabinieri hanno avuto (e probabilmente hanno ancora) una parte importante nella connivenza-convivenza fra Stato e mafia”. “Bocca – dicono invece i suoi difensori: non ha scritto, naturalmente, ciò che qualche furbastro tenta di attribuirgli per squalificare il suo pensiero: e cioè che “i Carabinieri”, nel senso di tutti e di sempre, hanno convissuto e convivono con Cosa Nostra. Ha scritto invece che: “il problema numero uno della nazione non è il conflitto fra il legale e l’illegale, fra guardie e ladri, fra capi bastone e le loro vittime inermi, ma il loro indissolubile patto di coesistenza. L’essere la mafia la mazza ferrata, la violenza che regola economia e rapporti sociali in province dove la legge è priva di forza o di consenso”. La mafia, si sa, gioca la sua parte e non è escluso del tutto che mette dalla sua quell’arma impropria che si chiama “calunnia” ma che sa essere molto efficace nel generare qualche dubbio di chi pensa che “chi va al mulino si infarina”. La stessa arte manovriera è stata adottata con l’aiuto di qualche pentito che tra le verità di “mafia” vi ha aggiunto il “sospetto di collusioni d’alto livello”. A questo punto le dichiarazioni fatte da Totò Riina sull’assassinio del giudice Paolo Borsellino voluto e partecipato dai tutori dell’ordine, ufficiali dei carabinieri o servizi speciali, può avere una doppia lettura. Nel primo caso è una falsità e la questione si chiude qui. Nel secondo potrebbe essere un segnale inviato alla “talpa” e per generare al tempo stesso insicurezza tra i potenziali pentiti che potrebbero imbattersi nelle loro confessioni con “gli amici degli amici”. C’è anche chi ricorda che: “Massimo Ciancimino, il figlio del sindaco mafioso di Palermo, ha detto o lasciato capire che i carabinieri si attennero nelle operazioni di mafia ad attenzioni speciali, clamorosa quanto rimasta senza spiegazioni credibili la mancata perquisizione nella villetta in cui Riina aveva abitato e guidato per anni la ‘onorata società’…” A questo punto il nostro ragionamento potrebbe essere molto semplice e persino ovvio. La mafia, a nostro avviso, è la conseguenza della mancata attenzione delle istituzioni alle problematiche del territorio. Uno Stato centralizzato, lontano dai bisogni delle comunità locali genera una sorta di impotenza alla risoluzione dei loro problemi esistenziali. La mafia ha saputo approfittarne ed è diventata una sorta di “stato nello stato”. E si muove con la sua “ala diplomatica” come uno stato sovrano che presume d’avere un territorio e un popolo da amministrare. Ed è persino in concorrenza con alcuni organi dello stato come, ad esempio, l’amministrazione della giustizia. Si presenta come uno strumento più efficace di quello degli “altri”. A questo punto o si cambiano le regole del gioco, presentando uno stato interventista e forte, o si è condannati a subire gli altri. Bocca, a questo punto, non può essere preso sottogamba con le sue esternazioni. Non dimentichiamo che nel 1982, poco prima di morire nei suoi 100 giorni a Palermo, il generale dei carabinieri Carlo Alberto Dalla Chiesa (promosso superprefetto senza poteri dal governo dell’epoca) lo chiamò per dettargli la sua ultima intervista-testamento sulla mafia. Del resto non crediamo che Bocca non abbia messo in conto, con le sue esternazioni, che Cosa Nostra ha ucciso 33 carabinieri e centinaia fra magistrati, giornalisti, poliziotti, sindacalisti, politici, cittadini comuni. Ma sa anche che erano carabinieri quelli che inscenarono la pantomima dell’omicidio di Salvatore Giuliano per coprire i mandanti di Portella della Ginestra.” E l’elenco di Bocca, a questo punto si fa lungo tanto che “rompendo una lunga tradizione di silenzio stampa, il comando generale dell’Arma ha deciso di replicare a Bocca con un comunicato del generale Leonardo Gallitelli che “respinge con fermezza e con indignazione” le “ingiustificate e infamanti accuse che si risolvono nella delegittimazione dell’operato di fedeli servitori dello Stato”, ma per i difensori di Bocca non convince. E si replica punto su punto ricordando che “Il generale fa il furbo, scrivendo che Bocca “sorprendentemente accosta Dalla Chiesa a figure come Totò Riina e Massimo Ciancimino, entrambi arrestati dai Carabinieri”. Già, peccato che quegli stessi carabinieri del Ros (Mori e De Donno) stessero trattando col mafioso Riina tramite il mafioso Ciancimino, come hanno essi stessi ammesso dinanzi alla magistratura, ma solo quando non potevano più negarlo (ne aveva parlato Giovanni Brusca, persino lui più pronto di loro a raccontare la verità)”. E si soggiunge:  “Profittando dell’improvvisa loquacità del Comando Generale, sarebbe interessante sapere se i vertici dell’Arma erano informati di quella trattativa; e chi l’aveva autorizzata; e perché uomini in divisa negoziavano con noti mafiosi mentre Falcone, Borsellino e gli uomini delle scorte saltavano in aria a Capaci e in via d’Amelio; e perché sono ancora al loro posto, anzi hanno fatto carriera”.  A questo punto si citano le carte processuali e quanto è stato scritto dai giudici nelle loro sentenze passate in giudicato come ad esempio “quella emessa il 18 marzo 2002 dalla Corte d’assise d’appello di Caltanissetta nel processo Borsellino-bis, confermata dalla Cassazione il 3 luglio 2003, a carico dei mandanti diretti (ma non di quelli occulti, esterni a Cosa Nostra). Chi volesse darci un’occhiata, trova le sentenze sul sito della rivista Antimafia 2000 e su quello di Salvatore Borsellino (19luglio1992.org). Al capitolo V (pagina 732 e seguenti), i giudici esaminano la possibile convergenza di interessi palesi e occulti nella strage, individuando tre moventi che portarono all’accelerazione della fase esecutiva dell’omicidio Borsellino. Questi: 1) L’intervista rilasciata il 21 maggio 1992 da Borsellino ai giornalisti francesi Fabrizio Calvi e Jean Pierre Moscardo, in cui si parla del riciclaggio del denaro mafioso al Nord e di un’indagine ancora aperta sui rapporti fra Berlusconi, Dell’Utri e lo “stalliere di Arcore” Vittorio Mangano, “testa di ponte dell’organizzazione mafiosa nel Nord Italia per il traffico di eroina”. “Non è detto – scrivono i giudici di appello a pagina 756 – che i contenuti di quell’intervista non siano circolati tra i diversi interessati, che qualcuno non ne abbia informato Salvatore Riina e che questi ne abbia tratto autonomamente le dovute conseguenze, considerato che, come abbiamo detto in precedenza, questa Corte ritiene, come Brusca e non come Cancemi, che il Riina possa aver tenuto presente nel decidere la strage gli interessi di persone che intendeva ‘garantire per ora e per il futuro, senza per questo eseguire un loro ordine o prendere formali accordi o intese o dover mantenere promesse’…”. 2) “La seconda ‘anomalia’ o ‘patologia’ che spiega l’anticipazione della strage – aggiunge la Corte a pagina 758 – attiene alla vicenda della ‘trattativa’ con Cosa nostra di cui ha parlato Giovanni Brusca. Le indicazioni che offre il Brusca sono illuminanti. Per Brusca, Borsellino muore il 19 luglio 1992 per la trattativa che era stata avviata fra i boss corleonesi e pezzi delle istituzioni. Il magistrato era venuto a conoscenza della trattativa e si era rifiutato di assecondarla e di starsene zitto. Nel giro di pochi giorni dall’avvio della trattativa Borsellino viene massacrato”. E’ la trattativa di Mori e De Donno con i vertici di Cosa Nostra tramite Ciancimino: “Non disponiamo di riscontri al se, come e quando Borsellino abbia saputo della trattativa che era stata avviata. Che la trattativa vi sia stata è stato confermato dal generale Mori e dal capitano De Donno. E che Riina legasse la strage eseguita e quelle pianificate dopo Capaci a questa trattativa ci è dichiarato a chiare lettere da Brusca… L’ufficiale (Giuseppe De Donno) precisava che l’obiettivo ultimo era di arrivare ad una collaborazione formale del Ciancimino ma che la proposta iniziale era stata di farsi tramite, per conto dei carabinieri, di una presa di contatto con gli esponenti dell’organizzazione mafiosa per un dialogo finalizzato all’immediata cessazione della strategia stragista (…). In tutti i casi, questa vicenda rappresenta un fattore che ha interferito con i processi decisionali della strage. Di là delle buone intenzioni dei carabinieri che vi hanno preso parte, chi decise la strage dovette porsi il problema del significato da attribuire a quella mossa di rappresentanti dello Stato; il significato che venne attribuito, nella complessa partita che si era avviata, fu che il gioco al rialzo poteva essere pagante” (pagine 765-766). In parole povere: anziché fermare le stragi, la trattativa del Ros le incentivò e le moltiplicò. Infatti, dopo Capaci, vi fu subito via d’Amelio e, visto che i due alti ufficiali dell’Arma continuavano a trattare, fu pianificata la strategia terroristica del 1993 (che sfociò nelle bombe di Roma, Milano e Firenze fra il maggio e il luglio del 1993). 3) “La terza chiave interpretativa dell’‘anomalia’ e ‘patologia’ nella tempistica della strage si aggancia alla proposta (da parte del governo dell’epoca, ndr) di Paolo Borsellino quale candidato al posto di Procuratore nazionale antimafia dopo la morte di Giovanni Falcone” (pagina 767). Se queste sono le due facce di una stessa medaglia possiamo concludere che “ Questo tipo di “processi giornalistici” potranno terminare solamente quando non ci sarà più la necessità di “trattare” con la mafia ovvero quando le sue Istituzioni saranno abbastanza forti”.

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