Fidest – Agenzia giornalistica/press agency

Quotidiano di informazione – Anno 36 n° 145

Archive for 30 luglio 2019

Secondo incontro tra Governo e parti sociali

Posted by fidest press agency su martedì, 30 luglio 2019

Roma. E’ stato convocato dal Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte e avente per oggetto: un Piano per il Sud.Il Segretario Generale della CISAL, Francesco Cavallaro, presente al tavolo di discussione, ha illustrato le proposte della Confederazione per il rilancio del Mezzogiorno d’Italia, un’area compromessa da un sempre crescente aumento delle diseguaglianze interne e dall’ampliamento della povertà.La CISAL ha evidenziato il grande potenziale che il sud Italia ha con riferimento al settore turistico e alberghiero, al settore agricolo e alle attività industriali ma, tali settori, per essere effettivamente performanti, devono poter contare su efficaci reti stradali, ferrovie, strutture aereoportuali e scali marittimi.Da qui le richieste della CISAL di un piano di investimenti straordinari rivolto, in via prioritaria, al potenziamento delle infrastrutture, inclusa l’alta velocità ferroviaria, oggi quasi completamente assente, e a un piano di collegamenti autostradali efficiente.
E’ stata evidenziata, poi, la necessità di intervenire nella pubblica amministrazione, rendendo più efficienti le modalità di distribuzione delle risorse pubbliche, e di rafforzare le misure di contrasto alla criminalità e al lavoro nero.E’ stata auspicata l’istituzione di un fondo speciale per il sud destinato alle opere pubbliche e sottolineata l’esigenza di approntare un piano di investimenti per la messa in sicurezza degli edifici e del territorio.Cavallaro, ha infine ribadito la proposta, già formulata in occasione del tavolo di confronto del 25 luglio con il Governo in materia di riforma fiscale, l’introduzione di una sorta di franchigia fiscale per le aziende del meridione che dimostrino di aumentare il loro fatturato.In relazione al confronto appena avuto, la CISAL ha evidenziato e confermato la necessità di affrontare la questione dello sviluppo del Mezzogiorno con un deciso approccio metodologico rimuovendo lungaggini e sprechi al fine di consentire, finalmente, la piena espressione di potenzialità e di risorse di cui il territorio è dotato.

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USB presenta a Palazzo Chigi le proposte per il Sud

Posted by fidest press agency su martedì, 30 luglio 2019

L’Unione Sindacale di Base ha partecipato nel pomeriggio di ieri a Palazzo Chigi al tavolo organizzato dal governo sulle politiche per il Sud. Queste in sintesi le proposte avanzate da USB:
Lavoro: piano per allargare la capacità assunzionale degli enti locali, in deroga al patto di stabilità. Clausola del 34% degli investimenti in conto capitali per la PA destinati al Mezzogiorno, da investire in opere utili e messa in sicurezza del territorio, con l’introduzione di una clausola sociale che tuteli l’inserimento di lavoratori meridionali nei futuri appalti.
Scuola: ristrutturazione e rilancio dell’edilizia scolastica, asili pubblici gratuiti, recupero dell’evasione e dispersione scolastica, aumento degli insegnanti anche di sostegno, diminuzione del numero degli alunni per classe, tempo pieno almeno al 50% in tutte le scuole
Sanità: investimenti pubblici nel sistema sanitario anche per evitare l’emigrazione sanitaria verso altre regioni, ristrutturazione ed ampliamento offerta sanitaria pubblica in tutti i sensi.
Sociale: investimenti pubblici per le infrastrutture sociali a partire dai nidi (rispetto degli accordi di Barcellona del 2006, per garantire il 33% della copertura di asili nido 0-3 anni per numero di bambini nelle regioni del sud), passando per i servizi per i disabili, i minori a rischio, gli anziani, piani di formazione per i giovani e le donne, fino ai centri antiviolenza per le donne.
Trasporti: reti ferroviarie moderne, porti, potenziamento del trasporto pubblico urbano. Rafforzamento della rete delle autostrade del mare tra i porti del Sud e il completamento di alcune linee ferroviarie strategiche come la Napoli-Bari o la Bari-Brindisi-Taranto.
Energia: reti energetiche all’insegna del risparmio energetico e promozione delle fonti rinnovabili.
Ambiente: investimenti massicci nel risanamento ambientale anche urbano in Puglia, Campania, Calabria, terre di sversamenti di rifiuti tossici industriali; sostegno e promozione di una gestione dei rifiuti premiale all’insegna della raccolta differenziata spinta. Valorizzazione dei beni ambientali, culturali e storici di cui tutto il Sud è ricco, con stimolazione del turismo anche ecosostenibile.
Sport: impianti sportivi pubblici e gratuiti a partire dai quartieri più degradati e disagiati delle grandi aree metropolitane capaci di attrarre i giovani fin dall’età scolare e sottrarli alla cultura della strada e della criminalità.
USB chiede anche la ricostruzione della governance dei Fondi strutturali europei, poiché è inaccettabile che a fronte delle ingenti risorse economiche disponibili, le regioni del Mezzogiorno continuino ad avere incapacità di spesa di quelle risorse che i cittadini stessi hanno contribuito ad alimentare. Chiediamo che vengano previste forme di controllo sull’operato delle amministrazioni pubbliche regionali da parte dei cittadini e pretendiamo che Regioni e Ministeri mettano in campo corsi gratuiti di formazione, di progettazione e gestione di progetti a valere sui fondi strutturali. Accedere a tali fondi è impensabile per coloro che non hanno risorse per pagarsi corsi che sul mercato hanno costi inaccessibili.

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Uffizi: Un dipinto restaurato e un libro per capire Caravaggio

Posted by fidest press agency su martedì, 30 luglio 2019

Al centro della doppia iniziativa, vi è la tela ‘La cattura di Cristo’, copia del capolavoro che il Merisi aveva eseguito nel 1602 per il nobile romano Ciriaco Mattei: un’opera a lungo considerata perduta ma, in anni recenti, riconosciuta da molti nel dipinto oggi esposto alla National Gallery of Ireland di Dublino. Quanto alla copia, realizzata con tecnica sopraffina da un ignoto contemporaneo del maestro, è stata per molto tempo ignorata e ‘snobbata’ dagli studiosi, per essere addirittura allontanata all’inizio del Novecento dalle raccolte di Palazzo Pitti e consegnata in deposito esterno, prima alla Prefettura di Pistoia, poi a Firenze alla Caserma Baldissera dell’Arma dei Carabinieri, per arredarne le sedi istituzionali.
Ora, restaurata e sottoposta a studi di esperti e storici dell’arte, la replica della Cattura riemerge dall’oblio: non solo è da oggi esposta nella sala di Berenice di Palazzo Pitti (la stessa dove risplende da qualche giorno, dopo dieci anni di oblio, la Madonna della Gatta di Federico Barocci), ma è diventata anche protagonista di un libro ad essa dedicato (‘La Cattura di Cristo da Caravaggio. Un recupero per le Gallerie degli Uffizi’), curato da Gianni Papi e Maria Sframeli ed edito da Sillabe, che ne ricostruisce la storia e racconta i dettagli del suo recupero.
Grazie alle accurate ricerche che costituiscono il cuore del volume, è stato possibile accertare la provenienza della tela dal castello lorenese di Commercy: dallo stesso luogo, ha svelato la lettura degli inventari, arrivarono molti altri quadri ad arricchire le collezioni granducali fiorentine, primo fra tutti uno dei capolavori di Rubens, I quattro filosofi (esposto nella Galleria Palatina) la cui origine era rimasta finora nell’ombra.
“Una nuova prova della grande generosità e del grande amore per Firenze degli Asburgo-Lorena – spiega il direttore delle Gallerie degli Uffizi Eike Schmidt – i quali, sia con il trasferimento a Firenze di loro opere di assoluto rilievo dalle loro residenze e anche dalla capitale, Vienna, sia attraverso successive campagne di acquisti d’arte, talvolta di intere raccolte nobiliari, incrementarono il valore degli Uffizi e di Palazzo Pitti in maniera rilevante”.

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Rifiuti: senza End of Waste il riciclo degli inerti

Posted by fidest press agency su martedì, 30 luglio 2019

Dopo più di due anni di intenso confronto con il Ministero dell’Ambiente e con ISPRA, alcune Associazioni di categoria (CNA nazionale, Confartigianato Imprese, Federbeton con ATECAP, FISE Unicircular, ANPAR, Legacoop Produzione e Servizi e il supporto di Centro Materia Rinnovabile) hanno inviato una lettera al Ministro dell’Ambiente Sergio Costa chiedendo il suo coinvolgimento per accelerare e portare a termine un importante Regolamento End of Waste relativo ai rifiuti inerti da costruzione e demolizione (C&D).
L’End of Waste – cioè il fatto che, a certe condizioni, alcuni rifiuti non vengano più considerati tali e possano essere impiegati nei processi di produzione – è una condizione essenziale perché le imprese possano diventare protagoniste dell’Economia circolare. In particolare, la valorizzazione dei rifiuti da C&D è una questione nodale per l’economia del Paese; è un problema che coinvolge decine di migliaia di imprese e migliaia di impianti di recupero. Secondo il recente Rapporto ISPRA Rifiuti Speciali 2019, il flusso di rifiuti “tracciati” arriva a 57 milioni di tonnellate all’anno (il 41% del totale), ma a questi si aggiungono enormi quantitativi di materiali “non identificati”, dispersi nel territorio, che costituiscono un danno per l’ambiente e un costo per la collettività.Stabilire regole chiare attraverso le quali poter valorizzare pienamente questi materiali nelle costruzioni è quindi un passo importante per l’economia di un settore che negli ultimi anni ha perso più di 500.000 posti di lavoro e può trovare una importante leva di ripresa proprio nell’Economia circolare.
Si tratta di conciliare criteri ambientali, nel rispetto delle norme in materia, e criteri tecnico industriali, che derivano dalle norme tecniche armonizzate europee e dall’esperienza operativa delle imprese.L’obiettivo è arrivare alla redazione di un nuovo testo di Regolamento End of Waste per i rifiuti da Costruzione e Demolizione, diverso dalla bozza fino ad oggi elaborata, che preveda analisi e verifiche assolutamente rigorose ma costruite a misura degli scopi specifici ai quali “la sostanza o l’oggetto è destinato” (si veda art.6, par. 1, Direttiva 2008/98).Per questo motivo le Associazioni confidano che il Ministro Costa dia una sua indicazione per favorire il riavvio di una piena collaborazione tra le parti e il trasferimento, dalle Associazioni a ISPRA, delle innovazioni industriali e delle pratiche consolidate che possano risultare utili per una migliore messa a punto degli aspetti tecnici del Regolamento.Le Associazioni firmatarie di questa lettera al Ministro hanno sottoscritto, lo scorso 25 luglio, anche l’Appello al Governo e al Parlamento per sboccare il cosiddetto End of Waste “caso per caso” che rappresenta una problematica strettamente connessa a quella qui esposta e con conseguenze drammatiche per le aziende del recupero.

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Columbia Threadneedle Investments annuncia la nomina di un nuovo Senior Research Director

Posted by fidest press agency su martedì, 30 luglio 2019

Columbia Threadneedle Investments (Columbia Threadneedle), uno dei principali gruppi di risparmio gestito a livello globale, consolida ulteriormente il suo team di Investment Solutions globale con l’ingresso di Stuart Jarvis in qualità di Senior Research Director. Stuart, che sarà basato a Londra e riporterà a Lorenzo Garcia, responsabile EMEA e APAC Investment Solutions, vanta oltre 20 anni di primaria esperienza nella analisi attuariale e degli investimenti.Stuart negli ultimi 15 anni ha lavorato presso BlackRock, dove nell’ultimo periodo è arrivato a essere Managing Director del Portfolio Research Group all’interno della unit BlackRock Investment Institute. Prima ancora è stato responsabile della divisione di allocazione di portafogli e ricerca legata alle varie ipotesi di scenari dei mercati finanziari, nonché della modellizzazione di soluzioni personalizzate per piani pensionistici, banche centrali e fondi sovrani. Prima di questi ruoli, Stuart ha dato un importante valore aggiunto nella creazione, all’interno di BlackRock, della Unit di Liability Driven Investments. Ha iniziato il suo percorso professionale presso Hewitt Bacon & Woodrow (ora Aon Hewitt) in qualità di consulente in materia di fondi pensione. È membro dell’Institute of Actuaries e ha conseguito più lauree in matematica presso l’Università di Cambridge e l’Università di Oxford. È un esperto pluri-riconosciuto nel campo della modellistica stocastica e dell’asset allocation.Il team Global Investment Solutions di Columbia Threadneedle si occupa in particolare di tutte le attività di ricerca, progettazione e realizzazione di soluzioni di investimento personalizzate per tutti quei clienti che possono così avvantaggiarsi di una esperienza molto ampia di gestione degli investimenti attivi e di una consolidata capacità di ricerca multi-manager. Il Gruppo è riconosciuto, infatti, per avere una eccellente expertise nella costruzione di soluzioni altamente personalizzate e rivolte a clienti istituzionali.Lorenzo Garcia, Responsabile Investment Solutions EMEA e APAC di Columbia Threadneedle Investments commenta così la nuova nomina: “Il business di Investment Solutions è una semrpe più consolidata eccellenza di Columbia Threadneedle a livello globale. I clienti hanno costantemente bisogno di soluzioni di investimento cucite su misura in base alle proprie specifiche esigenze. L’ingresso di Stuart nel nostro team e la sua grande esperienza porteranno un sicuro valore aggiunto utile a consolidare ulteriormente la nostra attività di modellizzazione di asset-liability e ci aiuteranno a fornire soluzioni avanzate e sempre più personalizzate per risolvere le esigenze anche più complesse dei nostri clienti”.www.columbiathreadneedle.com

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Scuola: Inizia la settimana delle assunzioni dei docenti

Posted by fidest press agency su martedì, 30 luglio 2019

Sta prendendo avvio la macchina delle assunzioni 2019 nella scuola: poche a tempo indeterminato, un numero inaudito a termine. “Entro fine luglio”, scrive la stampa specializzata, è previsto “il decreto ministeriale utile per dare il via alle assunzioni di oltre 58 mila docenti precari e vincitori di concorso: sebbene al Miur sia tutto pronto da diversi giorni, comprese le modalità di suddivisione del contingente, dal Mef non è infatti arrivato il sì definitivo all’operazione”. Il problema è che “molti dei 58.627 posti, di cui 14.552 su sostegno, forse anche la metà, non verranno assegnati per mancanza di candidati” e “quelle cattedre si andranno così ad aggiungere alle 100 mila e oltre già destinate alle supplenze, già lievitate con gli oltre 20 mila posti di Quota 100, già con la possibilità concreta di arrivare al record storico di supplenze annuali”: secondo stime attendibili, si arriverà a 170 mila contratti a termine, con scadenza 30 giugno o 31 agosto 2020. “Invece di dimostrare il contrario – commenta Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief – chi governa la scuola pubblica italiana opta per un atteggiamento masochistico che rimanda perennemente in avanti le assunzioni e nel frattempo affida una cattedra su quattro a docenti precari. Ancora oggi leggiamo dichiarazioni tranquillizzanti del ministro dell’Istruzione sui prossimi concorsi che verranno banditi per risolvere la situazione: sempre questa settimana, dice Bussetti, sarà presentato a Palazzo Chigi un provvedimento per l’istruttoria preliminare per avviare percorsi abilitanti speciali e l’ennesimo bando di un concorso riservato. Come se mancassero i docenti pronti a subentrare. Ma il problema è che gli insegnanti vincitori dei concorsi ci sono e anche in gran numero. Solo che non si dà loro la possibilità di essere immessi in ruolo, perché i posti liberi sono collocati in organico di fatto e continuano quindi a non essere utili a questo scopo, ma vanno bene solo per le supplenze”.

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Prende il via Festival Nim – Nuove impressioni

Posted by fidest press agency su martedì, 30 luglio 2019

Alcamo (Tp) 2 e 3 agosto – Piazza Ciullo – ingresso gratuito. uno degli eventi musicali gratuiti più seguiti e longevi in Sicilia. Quest’anno gli organizzatori annunciano un cartellone musicale di due giorni a forte vocazione internazionale: tre band provenienti dalla Germania, una dall’Olanda, uno dalla Svizzera e uno dall’Italia.
Il primo giorno, sul palco della storica location di Piazza Ciullo di Alcamo (Tp), si esibiranno i Nebulake (Germania), trio che spazia tra Hip Hop, Funk e Synth. Composto da Sydney Spaceship, Pauly Poncho e Uncle Phil, il trio dà vita ad uno spettacolo che mischia musica, rap freestyle, video e teatro. Poi toccherà ai Frollein Smilla, sempre dalla Germania: Desna Wackerhagen insieme ad Anjia Lotta sorprendono con la loro musica fatta di musica folk e ballate, con delicati accordi di pianoforte che incontrano chitarre dai suoni funk, canti pirateschi e romantiche fisarmoniche. La serata si concluderà con la musica elettronica del pianista, compositore e produttore palermitano Go-Dratta.
Sabato 3 agosto sarà la volta degli olandesi Wolf & Moon, duo di nomadi cantastorie, formato da Stefany e Dennis, che propongono un meraviglioso mix di indie-folk ed elettronica che trae ispirazione da artisti come Bon Iver e XX. Altro duo protagonista, questa volta dalla Svizzera, le Ikan Hyu: definiscono il loro genere “elastic plastic future space pop”. Un concentrato di esplosività tutta al femminile, maestre del multitasking, suonano infatti fino a tre strumenti contemporaneamente: batteria elettronica e acustica, basso di Moog e chitarra elettrica formano il quadro musicale, oltre a voci e rap. Il Festival si chiude con i Micronaut (Germania): un’orchestra racchiusa in un solo uomo, il polistrumentista tedesco Stefan Streck. Un meraviglioso collage elettronico, tra samples, synth, chitarra elettrica e modulazioni.
NIM – Nuove Impressioni, oltre ad essere un’occasione di sviluppo culturale, rappresenta un’opportunità concreta di innescare dinamiche di crescita turistica ed economica per il territorio alcamese.

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Scopertura del Pavimento del Duomo di Siena

Posted by fidest press agency su martedì, 30 luglio 2019

Dal 18 agosto al 27 ottobre, la Cattedrale di Siena scopre il suo magnifico pavimento a commesso marmoreo, frutto di cinquecento anni di espressione artistica, un viaggio simbolico alla ricerca dei più alti valori dello spirito umano. come in cielo, così in terra. Dalla porta alla città del cielo al pavimento. Un percorso dalla sommità della Cattedrale e dal Facciatone del Duomo Nuovo fino alle tarsie marmoree. Dal Museo dell’Opera, con la salita alla città del cielo, dall’alto muro sarà possibile non solo leggere i monumenti senesi più significativi, ma anche “vedere un nuovo cielo e una nuova terra” (Apocalisse 21,1). Attraverso l’ascesa alla porta del cielo i visitatori sembrano muoversi lungo la scala apparsa in sogno a Giacobbe, la cui cima raggiungeva il cielo e gli angeli di Dio salivano e scendevano (Genesi 28,10-22). Nel sogno Dio promette a Giacobbe la terra sulla quale egli stava dormendo e un’immensa discendenza. Al suo risveglio Giacobbe esclama «Questa è proprio la casa di Dio, questa è la porta del cielo», verso utilizzato dalla liturgia nella messa della dedicazione delle cattedrali. Ma ‘porta del cielo’, secondo le litanie lauretane, è anche la Vergine, definizione che meglio esprime la potenza e la bontà di Maria, la quale come Madre di Cristo e dell’umanità, concorre alla nostra salvezza eterna in Cielo ove lei è ‘Regina assunta’. Il percorso “dall’alto” permette infatti di comprendere meglio la dedicazione del Duomo di Siena all’Assunzione della Madonna e il forte legame che i cittadini senesi hanno da secoli con la loro ‘patrona’: Sena vetus civitas Virginis. La Madonna si definisce anche come Sedes Sapientiae, sede di Sapienza e invita i cittadini a “visitare castamente il suo castissimo tempio”, come si legge nell’iscrizione d’ingresso al Pavimento. “Nella solarità abbagliante dei suoi marmi e cotti” (Mario Luzi), Porta e Città del Cielo si riflettono nel Pavimento del Duomo di Siena per saldarsi in unico sguardo.

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Xiaomi annuncia di aver conquistato un posto nella classifica “Fortune Global 500” del 2019

Posted by fidest press agency su martedì, 30 luglio 2019

Il leader tecnologico globale con sede a Pechino risulta essere la società più giovane nella classifica Global 500 di quest’anno, posizionandosi al 468° posto con un fatturato di 26,443.50 milioni di dollari e un utile netto di 2,049.10 milioni di dollari nel precedente anno fiscale. L’azienda si posiziona inoltre al 7°posto nella categoria Servizi Internet e Vendita al dettaglio.
L’azienda ha raggiunto la soglia di 10.000 milioni di RMB (circa 1.453,72 milioni di dollari) di fatturato nel 2012 e 100.000 milioni di RMB (circa 14.537,21 milioni di dollari) nel 2017.Xiaomi continua a dimostrare una sana brand equity dei consumatori e il suo forte potenziale di crescita, grazie all’esclusivo e potente modello di business “triathlon” dell’azienda e ai risultati della sua strategia dual-core “Smartphone + AIoT”.
Secondo l’organizzazione internazionale di ricerche di mercato IDC, a marzo 2019, Xiaomi è diventato il quarto brand di smartphone al mondo in termini di volume di vendita delle spedizioni, registrando una crescita del 32,2% rispetto all’anno precedente. E per l’organizzazione internazionale di ricerche di mercato Canalys, a marzo 2019, Xiaomi si è classificata tra le prime cinque aziende in più di 40 mercati in termini di spedizioni, ed è rimasta per sette trimestri consecutivi il più grande marchio di smartphone in India, con una quota di mercato del 31,4%.L’azienda, a meno di due anni dal suo ingresso ufficiale in Europa Occidentale, ha mantenuto anche qui un alto tasso di crescita, classificandosi al quarto posto in termini di spedizioni di smartphone. Inoltre, sta facendo grandi passi avanti nei nuovi mercati dell’Africa e dell’America Latina.

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Il nuovo format Percorsi Sostenibili

Posted by fidest press agency su martedì, 30 luglio 2019

Milano. Il prossimo 26 settembre si terrà a Milano, presso la Sala delle Colonne di Banco BPM il business format “Percorsi Sostenibili – Direttiva Single-use Plastics: pro e contro”. L’evento è parte del ciclo di convegni ideati e promossi dalla start-up NSA srl e Nonsoloambiente.it, e sarà dedicato alla nuova normativa sulla plastica.
Nel corso dell’evento, organizzato in collaborazione con Banco BPM e patrocinato dal Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, i referenti di aziende operanti nel mondo della produzione e del riciclo della plastica si confronteranno sulle ultime novità legislative del settore, prima tra tutte la Direttiva 2019/904 (detta anche Direttiva Single-use Plastics – SUP). L’obiettivo dell’evento è quello di creare un momento di confronto sul problema dell’inquinamento da plastica e sulle soluzioni che il legislatore e tutti gli attori della filiera stanno adottando per affrontarlo, sia a livello nazionale che europeo.Oltre alle aziende, si parlerà anche dei consumatori con Fabrizio Masia, Direttore Generale & Partner di EMG Acqua, che presenterà una ricerca, condotta su un campione di 2000 utenti, incentrata sulla raccolta differenziatae sul riciclo della plastica. Andrea Gallo, Publisher di FASI.biz, condividerà invece un intervento sui vari fondi e finanziamenti nazionali e internazionalidisponibili per il settore.A seguire, alcune associazioni di categoria esporranno il proprio punto di vista sul problema dell’inquinamento e sulle azioni intraprese finora, portando case studya supporto delle loro posizioni. Tra le associazioni presenti ATIA ISWA e FISE Assoambiente, che raggruppano gli attori del settore della gestione dei rifiuti a livello europeo e nazionale, l’Associazione Italiana Polistirene Espanso (AIPE), che parlerà dell’economia circolare legata all’EPS, e Marevivo, associazione ambientalista impegnata nella lotta all’inquinamento.La giornata si chiuderà con un momento di dibattito e confronto. La tavola rotonda permetterà di comprendere l’impatto che la Direttiva SUP avrà sulle imprese e sull’ambiente, le soluzioni e le tecnologie disponibili o in fase di sperimentazione, e le future possibilità di sviluppo del settore.Media Partner dell’evento: Chimica Ambiente, FASI.biz, Greenreport.it, GSA Igiene Urbana, Macplas, Rassegna dell’Imballaggio, Recover, Tecnoplast, Waste.
Maggiori dettagli sul programma e sulle modalità di iscrizione saranno disponibili dalle prossime settimane sul sito di nonsoloambiente.it nella sezione dedicata all’evento.

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Scoperta una molecola che previene la formazione delle metastasi

Posted by fidest press agency su martedì, 30 luglio 2019

I risultati di uno studio italiano, diretto e coordinato da Humanitas e Università Statale di Milano, sostenuto da AIRC grazie al programma 5×1000 guidato dal professor Alberto Mantovani, sono appena stati pubblicati sulla prestigiosa rivista scientifica Nature Immunology*. Al cuore dello studio, la scoperta del ruolo centrale della proteina MS4A4A nell’attivare una risposta immunitaria protettiva contro la diffusione metastatica del tumore. Questa molecola, scoperta in cellule del sistema immunitario, i macrofagi, si associa al recettore Dectina-1, controllandone la funzione. MS4A4A è anche essenziale per attivare un dialogo tra i macrofagi – cellule primitive del sistema immunitario che nei tumori hanno un significato prognostico – e le cellule Natural Killer, che sono in grado di uccidere le cellule tumorali.“Abbiamo scoperto il gene responsabile di MS4A4A 10 anni fa nei macrofagi associati al tumore, ma il ruolo della proteina da esso codificata si è chiarito da poco – spiega Massimo Locati, docente di immunologia all’Università degli Studi di Milano e responsabile del Laboratorio di Biologia dei Leucociti di Humanitas, coordinatore dello studio e corresponding author dell’articolo insieme a Alberto Mantovani, direttore scientifico di Humanitas e docente di Humanitas University. Nei tumori primitivi che ancora non danno metastasi, i macrofagi – che in questa fase sono come poliziotti che stanno per essere corrotti – riconoscono la cellula tumorale e danno alle cellule Natural Killer il segnale di ucciderla. MS4A4A è essenziale affinché i macrofagi possano attivare questa risposta antitumorale, prevenendo così la formazione delle metastasi. Per questa funzione MS4A4A si candida a essere un biomarcatore di macrofagi all’interno dei tumori, una scoperta estremamente importante considerando che è stato recentemente riconosciuto il significato prognostico della presenza di macrofagi nei tumori.MS4A4A appartiene a una famiglia di proteine, una delle quali CD 20 si è dimostrata bersaglio molecolare adeguato per lo sviluppo di terapie immunomodulanti. Questa scoperta pertanto apre anche nuove possibilità terapeutiche basate sull’utilizzo di MS4A4A come possibile bersaglio per innovativi approcci di immunoterapia, a vantaggio di un sempre maggiore numero di malati di cancro.Lo studio ha coinvolto 12 istituzioni, fra cui il William Harvey Research Institute e la Queen Mary University di Londra, ed è stato condotto anche da Irene Mattiola del Dipartimento di Biotecnologie Mediche e Medicina Traslazionale dell’Università Statale di Milano. A Bologna a fine maggio scorso la dottoressa Mattiola ha ricevuto per questo studio uno Young Innovators Italy 2019 Award, l’edizione italiana del premio internazionale della MIT Technology Review. Istituito nel 2010 dalla MIT Technology Review, la rivista del MIT Massachusetts Institute of Technology dedicata all’innovazione, lo Young Innovators Italy premia giovani innovatrici e innovatori provenienti dal mondo della ricerca accademica e aziendale per progetti nel campo delle tecnologie emergenti e con un forte impatto non solo scientifico ma anche commerciale, politico e sociale.

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Autoconsumo: in Italia l’energia elettrica non immessa in rete è pari al 22% della produzione

Posted by fidest press agency su martedì, 30 luglio 2019

«Si sta passando da un modello di produzione centralizzata, distribuzione complessa ed inefficiente e miliardi di punti di connessione, ad un’organizzazione più leggera, agile e responsabile, in cui i consumatori sono anche produttori» spiega l’ingegner Peter Goodman, presidente e ceo di Solar Power Network (www.solarpowernetwork.ca), leader mondiale nel settore solare industriale, con al suo attivo contratti per la generazione di energia elettrica per oltre 400 MW di potenza generata attraverso il sole in ben 678 località, tra siti industriali ed edifici commerciali, dal Canada agli Stati Uniti passando per il Giappone, l’Australia e parte dell’Africa.A livello nazionale il mercato del fotovoltaico sta così entrando in una fase di maturazione: dalle offerte chiavi in mano ai «bitcoin dell’energia» fino ai servizi più ambiziosi come i «Corporate Green PPA di Solar Power Network» che rendono la transizione energetica non più un mero passaggio da fossili a rinnovabili ma una vera riorganizzazione della produzione e del consumo.Già ad oggi l’Italia conta con 800.000 impianti fotovoltaici in esercizio per una potenza installata di 22.000 MW ed una produzione complessiva di 26,8 TWh.«La generazione solare distribuita avrà per il mondo dell’energia lo stesso ruolo che gli smartphone hanno avuto e stanno avendo le TLC» assicura l’ingegner Peter Goodman.Ma la vera novità del 2019 è rappresentata dalla proposta di Solar Power Network che attraverso l’innovativo strumento del GPPA (Green Power Purchasing Agreement) consente di concretizzare una nuova forma di comodato d’uso degli impianti con l’unico vincolo dell’acquisto per un certo periodo dell’energia elettrica autoprodotta ad un prezzo più economico di quello precedente da rete, l’autofinanziamento (l’impianto si ripaga con l’acquisto dell’energia stessa) ed il risultato finale di reti che diventano private, perché dopo 10 o 15 anni l’impianto diventa di proprietà dell’azienda.Insomma con l’arrivo della multinazionale canadese vi è fermento a livello di offerta aziendale di fotovoltaico. Il modello di business di Solar Power Network (SPN) è proprio quello di realizzare gli impianti fotovoltaici per “autoconsumo”, con la formula del GPPA che consente al cliente di veder realizzato gratuitamente l’impianto sulla base delle proprie esigenze energetiche, attraverso l’acquisto mensile dell’energia prodotta dall’impianto, ad un prezzo più basso di almeno il 20% di quella precedentemente acquistata dalla rete.Si può passare all’energia rinnovabile a costo zero, senza assumersi l’onere dell’acquisto ed installazione di pannelli solari o quant’altro e dopo appena 10 anni il cliente può decidere di riscattare l’impianto, pagando il 20% del suo valore iniziale, o di proseguire nell’acquisto dell’energia per altri 5 anni ed ottenere così senza oneri la piena proprietà dell’impianto.«Ma non è solo una questione meramente economica» puntualizza Giorgio Mottironi, senior partner di BAngels, società che supporta Solar Power Network nello sviluppo del mercato italiano, «Oggi -prosegue Mottironi- scegliere il solare, per le industrie e le corporate, è una responsabilità per la dimensione sociale ed ambientale in cui operano: non esiste altra via più rapida ed efficace per ridurre il proprio impatto in termini di emissioni di CO2 o climalteranti e dare una veste completamente diversa al modo in cui si può essere percepiti dal mercato e dai consumatori».In Italia lo spazio per crescere è ampio e sul fronte dell’autoconsumo i numeri sono molto promettenti. L’energia elettrica non immessa nella rete di trasmissione o di distribuzione ma utilizzata nel luogo di produzione è pari al 22% della produzione complessiva degli impianti fotovoltaici, con una crescita annuale del 2,5% secondo le stime di Solar Power Network.È proprio con questo schema di sviluppo che negli ultimi 10 anni, in tutto il mondo -dagli Stati Uniti al Canada, dal Giappone all’Australia passando anche per l’Africa- Solar Power Network ha ridefinito il modo per le aziende di integrare il solare all’interno delle loro strategie energetiche, rimodulando i parametri ingegneristici ed economici ed approfondendo i parametri normativi per essere in grado di massimizzare l’abbattimento dei costi, la riduzione delle emissioni e la percezione di affidabilità ed immagine aziendale.«Negli ultimi mesi ci siamo dedicati a sviluppare per un’importante gruppo industriale presente in tutto il mondo un piano di realizzazione di impianti fotovoltaici per autoconsumo che permetterà in 18 mesi abbattere drasticamente le loro emissioni: uno sforzo che potrà arrivare ad impattare, in termini di riduzioni di CO2, per quasi il 2,5% di tutte le emissioni di cui i Paesi del G7 sono responsabili per produrre l’energia elettrica da fonti non rinnovabili» rivela l’ingegner Peter Goodman, presidente e ceo di Solar Power Network (www.solarpowernetwork.ca).

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Grant Thornton: Cala l’ottimismo delle aziende a livello globale

Posted by fidest press agency su martedì, 30 luglio 2019

Secondo l’ultimo International Business Report (IBR) di Grant Thornton, ricerca effettuata a livello globale sui dirigenti di oltre 2500 imprese del mid-market, nei primi sei mesi dell’anno, si registra un significativo calo dell’ottimismo da parte delle aziende (da 39% a 32%) per quel che riguarda le aspettative economiche per i prossimi 12 mesi. Le attese su fatturato, redditività e occupazione sono scese infatti ai livelli del 2016.L’incertezza economica rimane molto elevata e quasi la metà delle imprese (46%) la identifica come un vincolo per la propria crescita, così come tra i fattori più limitanti per l’espansione internazionale, per il 25% delle imprese, c’è l’attuale politica delle tariffe commerciali (dazi). A incidere negativamente sugli outlook ci sono poi, più in generale, la fragilità dei mercati finanziari e l’aumento dei prezzi energetici, come quello del petrolio cresciuto di un terzo nel 2019.
In questo quadro di incertezza, le imprese preferiscono investire nella qualità dei prodotti e dei servizi piuttosto che dimensionalmente. Il 45% delle aziende globali prevede infatti di aumentare le spese in R&S nei prossimi 12 mesi. E l’aumento atteso degli investimenti in ricerca e sviluppo a livello globale è del +36%, il livello più alto mai registrato dal 2010.Andando più nel dettaglio “geografico” del Report di Grant Thornton, nonostante rimanga molto limitato, in Europa l’ottimismo ha tenuto bene rispetto alla media mondiale, scendendo lievemente al 26% nel primo semestre del 2019 dal 28% registrato nella seconda parte dell’anno scorso. L’Europa rimane ostacolata dal protrarsi della stretta del mercato del lavoro. Il 43% delle imprese dell’UE identifica la mancanza di lavoratori qualificati come un vincolo alla crescita, un dato costantemente salito dal 2016, quando eral al 19%, a oggi. Questa tendenza è più evidente nell’Europa sviluppata.Venendo all’Italia, il 36% delle aziende del nostro Paese si dimostra ottimista sulla crescita del mercato nei prossimi 12 mesi.Nel prossimo anno il 50% delle aziende italiane aumenterà il proprio budget di spesa per investimenti in R&S, mentre solo il 6% delle aziende intervistate sostiene al contrario che le diminuirà.
Sempre in termini di investimenti, quelli in tecnologia fanno segnare un costante incremento; pensano infatti di incrementarle il 52% delle nostre imprese, con un significativo miglioramento rispetto al 37% registrato nel 2018. Un buon segnale in prospettiva considerando che nel 2019 l’Italia si trova “solo” al 52° posto su scala mondiale per investimenti tecnologici.

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Tech war USA-Cina: verso la fine della globalizzazione?

Posted by fidest press agency su martedì, 30 luglio 2019

By Sahil Mahtani, Strategist di Investec AM. Dopo 40 anni di coesistenza, Cina e Stati Uniti sono oggi rivali in molti settori. Le questioni commerciali costituiscono solo una parte di un generalizzato riallineamento dei rapporti tra i due Paesi – una delle relazioni più significative del XXI° secolo. Nel lungo periodo sarà difficile ostacolare l’ascesa delle industrie tecnologiche cinesi. Il successo in Cina delle grandi piattaforme tecnologiche indica che la nazione può già competere con l’Occidente su questo fronte. Fondamentalmente la tecnologia sta diventando in modo rapido uno dei principali settori di competizione. Ci sono anche altre dimensioni, tra le quali includiamo l’economia, l’ideologia e la sicurezza, ma la tecnologia è il principale campo di battaglia.Se è vero che Cina e Stati Uniti sono coinvolte in una guerra tecnologica, quali potrebbero essere le implicazioni per gli investitori? Qui analizziamo quattro temi chiave tenendo presente sia la prospettiva cinese, sia quella americana e considerando contemporaneamente le ripercussioni sugli investimenti.
Settori cinesi vulnerabili: semiconduttori, telecomunicazioni, industria aerospaziale e biotecnologie. Un grande punto di debolezza per la Cina è costituito dal fatto che nella fabbricazione di semiconduttori non vengono prodotti chip di fascia alta (al momento, perché sta investendo molto per rimediare a questo). Di conseguenza, molte imprese tecnologiche cinesi fanno affidamento su fornitori stranieri per i componenti cruciali, esponendoli agli embarghi statunitensi. Tuttavia, è possibile che un divieto totale delle esportazioni di chip verso la Cina impatti in modo consistente sulla produzione delle principali aziende statunitensi. Nonostante la recente escalation, alla fine saranno più probabili misure mirate, dando alla Cina il tempo di costruire una propria base di produzione. Gli analisti sono dell’opinione che il Paese sia indietro di 10 anni nella progettazione di chip di fascia alta del tipo utilizzato negli interruttori e router Huawei. Tuttavia, come dimostra l’esempio della Samsung nella Corea del Sud, è possibile raggiungere il predominio tecnologico abbastanza rapidamente, pur partendo da un livello basso. Guardando alle telecomunicazioni, i tentativi degli Stati Uniti di incoraggiare i governi ad inserire nella lista nera le aziende tecnologiche cinesi potrebbero danneggiare, tra gli altri, il settore delle telecomunicazioni cinese. Di fatto, l’Australia e il Giappone hanno vietato a Huawei di fornire la tecnologia mobile 5G. Al momento, altri stati sembrano meno inclini a fare altrettanto, come nel caso della Malesia.Negli ultimi anni le aziende cinesi del settore aerospaziale hanno investito in compagnie occidentali per acquisire tecnologie. Tuttavia, a meno che le relazioni tra Stati Uniti e Cina non migliorino, i futuri accordi potrebbero essere bloccati per motivi di sicurezza nazionale. Per entrare nel mercato globale, le industrie aerospaziali cinesi hanno bisogno di ottenere certificazioni di sicurezza internazionale e questo potrebbe rappresentare per loro un potenziale ostacolo. Le agenzie europee e statunitensi controllano tale processo.Infine, potrebbero esservi tre ostacoli per le industrie biotecnologiche e farmaceutiche cinesi: restrizioni statunitensi riguardo i visti di lavoro e gli scambi culturali; incapacità da parte delle compagnie cinesi di dare in appalto le attività di ricerca biotecnologica agli Stati Uniti; rifiuto delle approvazioni regolamentari statunitensi, considerate come il punto di riferimento globale.
Ci sono poche probabilità che una guerra tecnologica prolungata tra Stati Uniti e Cina non incida sugli affari americani. Per la maggior parte delle compagnie statunitensi, la Cina ha giocato un ruolo chiave nella definizione della loro strategia di espansione. Il target più esposto è il rivale di Huawei per gli smartphone, ossia Apple, il quale ottiene circa un quinto delle sue entrate dalla Cina, oltre a produrre i suoi iPhone lì. Secondo alcune stime, un divieto nei confronti di Apple in Cina ridurrebbe i guadagni fino al 30%. 57 aziende dello S&P 500 ottengono più del 10% delle loro vendite dalla Cina e la lista è dominata dalla frontiera tecnologica dell’economia statunitense, includendo aziende come Qualcomm, Texas Instruments, Nvidia, Apple, e Microsoft. Nel mercato dei semiconduttori, la media è circa del 40%. Sono incluse anche le società di consumo che hanno puntato fortemente sulla Cina, tra cui Tiffany’s, McDonalds, Starbucks, e Nike.
Forse il più grande rischio della disputa tra Stati Uniti e Cina è l’evoluzione nel lungo termine delle compagnie cinesi e la possibilità che queste eclissino quelle statunitensi. Un po’ ironicamente, la Cina potrebbe finalmente mettere in atto riforme istituzionali come la protezione della proprietà intellettuale e il rafforzamento dei finanziamenti del settore privato che daranno una protezione alle sue imprese. È possibile che la business community statunitense sottovaluti la dimensione e la portata del mercato interno cinese come fonte endogena di innovazione. Il consensus fino a pochi anni fa riteneva che i sistemi autoritari e l’innovazione di alto livello fossero reciprocamente incompatibili, ma l’ascesa dei giganti tecnologici cinesi è un’ovvia smentita di quella opinione.
La domanda chiave da porsi è: come si pone la guerra tecnologica rispetto alla controversia commerciale in corso?I mercati dovranno probabilmente affrontare dispute tecnologiche e commerciali per molti anni, perché sia gli Stati Uniti sia la Cina vogliono raggiungere la supremazia tecnologica ma questo potrebbe rivelarsi fondamentalmente incompatibile.In conclusione, il 2019 può essere visto come l’anno in cui la globalizzazione affermatasi negli ultimi 30 anni inizia a vacillare, a un costo importante. Questo rappresenterà certamente una sfida per i rendimenti degli azionisti, visto che i margini elevati sono sotto pressione a causa della controversia commerciale.Nella misura in cui l’attuale disputa spinga la Cina a realizzare riforme istituzionali programmate in un approccio a lungo termine e volte a promuovere il proprio settore tecnologico, si potrebbe considerare il 2019 come l’inizio di una separazione di lungo termine: un’economia globale a due facce, ogni blocco esistente e funzionante senza l’altro e ciascuno dei quali ruota nella propria orbita.
Il progetto INFINITECH, che comincerà il primo ottobre 2019 e proseguirà fino a dicembre 2022, ha ricevuto finanziamenti dal programma quadro 2014-2020 per la ricerca e l’innovazione Horizon 2020 della Commissione Europea.

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Stabilità dei sistemi complessi: su “Scientific Reports”

Posted by fidest press agency su martedì, 30 luglio 2019

Parma. Un’analisi della stabilità dei sistemi complessi reali, che dimostra come un’asimmetria dei legami possa aumentare la fragilità della rete. Questo in sintesi il cuore dell’articolo “The heterogeneity in link weights may decrease the robustness of real-world complex weighted networks”, pubblicato sulla prestigiosa rivista scientifica internazionale “Scientific Reports”. Lo studio è stato condotto da un gruppo di ricerca coordinato da Davide Cassi, docente di Fisica della materia al Dipartimento di Scienze Matematiche, Fisiche e Informatiche dell’Università di Parma, in collaborazione con Francesco Scotognella del Politecnico di Milano e Daniele Bevacqua del Centro INRA di Avignone.Per l’Università di Parma, oltre al Prof. Cassi lo studio ha coinvolto Michele Bellingeri, “post doc” al Dipartimento di Scienze Matematiche, Fisiche e Informatiche.
Molti sistemi complessi reali possono essere descritti da reti (network) composte da nodi e legami, come le reti sociali, neurali, ecologiche, stradali e anche internet. Una rete sociale, ad esempio, è un insieme di individui (nodi) uniti da legami di amicizia o collaborazione lavorativa. Il sistema neurale può essere descritto da neuroni (nodi) e dalle sinapsi (legami) che collegano i neuroni. Un reticolo stradale può essere descritto come un insieme di città (nodi) collegate da strade (legami). Analizzare la robustezza di queste reti, cioè capire come la scomparsa di nodi o legami influisca sul comportamento globale del sistema, è un problema di grande importanza scientifica, sia per comprendere i meccanismi evolutivi della rete, sia per proteggere le componenti più importanti per il funzionamento del sistema. Recenti studi hanno evidenziato che considerare la differente intensità dei legami della rete è indispensabile per capirne il comportamento. Lo studio pubblicato su “Scientific Reports” mostra come la robustezza di differenti reti reali sia negativamente influenzata dalla variabilità dei legami tra nodi. Le simulazioni condotte su diverse reti reali, sia biologiche sia fisiche, hanno infatti evidenziato che le reti con più alta differenza di intensità dei legami (massima variabilità) sono anche quelle con il più veloce collasso del funzionamento del sistema. In caso di malfunzionamento o attacco dei nodi, le reti molto eterogenee possono perciò essere le più vulnerabili. Per fare un esempio, il funzionamento di un reticolo stradale con grande differenza di traffico tra le strade può rivelarsi più fragile alla chiusura di incroci o snodi stradali. Lo studio sottolinea quindi come il trascurare l’intensità di legame tra i nodi della rete possa pesantemente sovrastimarne la robustezza. La ricerca apre nuove prospettive per comprendere l’evoluzione di sistemi complessi reali e propone nuovi metodi per identificare i nodi più importanti da proteggere.

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FederAnziani: cari medici, perché ci prescrivete i farmaci?

Posted by fidest press agency su martedì, 30 luglio 2019

A chiederlo è Senior Italia FederAnziani in merito a quanto emerso in occasione della presentazione dei dati OsMed all’AIFA. “La nostra fiducia nei confronti della comunità medico-scientifica, dei medici di medicina generale, degli specialisti, delle istituzioni deputate a governare la nostra salute, insomma nei confronti di tutti gli attori del sistema sanitario, è crollata dopo che nei giorni scorsi abbiamo ascoltato le parole di illustri farmacologi in occasione della presentazione dei dati OsMed all’interno dell’AIFA.
Abbiamo sentito, per esempio, che la vitamina D, che pesa 280 milioni di euro l’anno sulla spesa farmaceutica, non serve a nulla poiché su 93 trial non ve ne è nessuno che ne dimostri l’efficacia; che in base a uno studio condotto su 38mila pazienti con ipertensione, di cui il 50% in trattamento e l’altra metà non trattati, i migliori benefici li hanno avuti quelli non trattati, anzi che quelli trattati stanno addirittura peggio. Noi pazienti, che siamo abituati a riporre la nostra fiducia nei camici bianchi, si tratti di specialisti universitari, ambulatoriali, medici di base, di fronte a queste autorevoli affermazioni fatte all’interno dell’agenzia regolatoria ci chiediamo a chi dovremmo affidarci da questo momento in poi, se è vero che i medici prescrivono farmaci inutili o inefficaci. A nessuno di noi piace prendere tante pillole e ogni giorno fatichiamo a mantenere la cosiddetta aderenza alla terapia, ovvero a rispettare le indicazioni dei nostri camici bianchi, e ora ci sentiamo dire che non serve a nulla, mentre dall’altra parte la comunità scientifica resta in silenzio, se si eccettua la difesa della FIMMG e della Fnomceo rispetto al loro ruolo e al loro rispetto della deontologia e delle linee guida. A chi dobbiamo credere, dunque? Chiediamo al Ministro della Salute Giulia Grillo, ai Sottosegretari Bartolazzi e Coletto, al Presidente della Commissione Igiene e Sanità del Senato Pierpaolo Sileri, alla Presidente della Commissione Affari Sociali della Camera dei Deputati Marialucia Lorefice, ad AIFA e Istituto Superiore di Sanità e soprattutto alle società medico-scientifiche, ciascuno per le proprie competenze e per il proprio ruolo, di dare una risposta chiara ai pazienti alfine di farci ritrovare un po’ di fiducia”. (fonte:
AIFA: L’USO DEI FARMACI IN ITALIA, Rapporto Nazionale Anno 2018)

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Cure personalizzate per adenocarcinoma polmonare

Posted by fidest press agency su martedì, 30 luglio 2019

Oggi la medicina di precisione è in grado di individuare “il corredo” molecolare del singolo tumore, valuta l’efficacia di un trattamento e sceglie in tempo reale la strategia terapeutica. In alcuni tumori del polmone, ad esempio, la chemioterapia di prima linea non ha gli effetti attesi, anzi risulta pressoché inefficace, ma grazie alle caratterizzazioni molecolari è possibile prevedere l’efficacia del trattamento e optare subito per altre terapie. In Italia sono attese oltre 40.000 nuove diagnosi di tumore del polmone ogni anno, di cui il 40% è rappresentato dagli adenocarcinomi (fonte AIOM).Un team multidisciplinare dell’ IRCCS Istituto Nazionale Tumori Regina Elena, coordinato da Marcello Maugeri-Saccà, oncologo medico presso l’ Oncologia Medica 2, ha recentemente pubblicato sul prestigioso Journal of Thoracic Oncology (la rivista ufficiale dell’ International Association for the Study of Lung Cancer, IASLC) come la presenza di mutazioni in due geni appartenenti allo stesso network molecolare (KEAP1 e NFE2L2) definisce una tipologia di adenocarcinoma polmonare particolarmente aggressivo, caratterizzato da una forte resistenza ai trattamenti chemioterapici e da una evoluzione particolarmente rapida. Inoltre, la presenza di mutazioni dei geni KEAP1/NFE2L2 si associa ad altre anomalie molecolari che suggeriscono una elevata capacità delle cellule tumorali di proteggere il loro genoma dagli effetti citotossici della chemioterapia. Allo stesso tempo, tali mutazioni raramente coesistono con la presenza di bersagli molecolari (mutazioni di EGFR e riarrangiamenti di ALK) contro i quali sono disponibili oggi farmaci estremamente efficaci.“La presenza di mutazioni di KEAP1/NFE2L2 – illustra Marcello Maugeri-Saccà – in pratica rende la chemioterapia standard priva di efficacia, e per di più si associano i noti effetti collaterali. Se a questo si unisce una tendenza degli adenocarcinomi con mutazioni di KEAP1/NFE2L2 a non presentare concomitanti alterazione genomiche efficacemente contrastabili con farmaci a bersaglio molecolare ad oggi in uso, si viene a delineare un nuovo sottotipo molecolare terapeuticamente orfano. Questo aspetto è ancor più rilevante se si considera il ruolo sempre maggiore dell’immunoterapia in questi tumori, non solo come terapia singola ma soprattutto in associazione alla chemioterapia.” Lo studio ha coinvolto una casistica di pazienti trattati presso l’IRCCS Istituto Nazionale Tumori Regina Elena (Roma), e sono stati svolti studi di validazione indipendente in oltre 1.400 adenocarcinomi ottenuti da due diverse fonti (MSKCC e TCGA). L’orientamento dell’oncologia medica per il trattamento del tumore del polmone è sempre più verso protocolli integrati di chemio-immunoterapia, ma può sempre funzionare? Ora l’ulteriore tassello da verificare è quello di cercare un possibile nesso tra la presenza di queste mutazioni e l’efficacia dell’immunoterapia. (fonte: Journal of Thoracic Oncology: Mutations in the KEAP1-NFE2L2 pathway define a molecular subset of rapidly progressing lung adenocarcinoma In Press Accepted Manuscript)

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Il mondo a rovescio

Posted by fidest press agency su martedì, 30 luglio 2019

Mi scrive Valeria Sonda: “Mentre gli Usa legano, torturano, contaminano, ammalano, incapucciano, fanno a pezzi, bruciano, gasano esseri umani innocenti e in tutto il mondo, distruggono città, azzoppano economie, montano lavaggi del cervello per tutte le età in tutto il globo, addestrano i massacratori seriali che poi fingono di rincorrere, spiano nella vita privata delle persone oneste che non si arrendono, le torturano psicologicamente e le fanno inseguire passo dopo passo sempre e ovunque, tutto con i nostri soldi mentre la gente si butta dai palazzi perche’ ha perso tutto … … negli Usa, i “giornalisti” si preoccupano per un cittadino statunitense, che ha ammazzato un carabiniere in Italia, mica perchè ha mmazzato un cittadino italiano con 11 coltellate. No!: perchè il cittadino statunitense è stato bendato!

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Brexit preparedness: Fisheries – Questions and answers

Posted by fidest press agency su martedì, 30 luglio 2019

The United Kingdom submitted on 29 March 2017 the notification of its intention to withdraw from the Union pursuant to Article 50 of the Treaty on European Union. This means that unless a ratified withdrawal agreement1 establishes another date, all Union primary and secondary law will cease to apply to the United Kingdom from 30 March 2019, 00:00h (CET) (‘the withdrawal date’). The United Kingdom will then become a ‘third country’.
In view of the considerable uncertainties, in particular concerning the content of a possible withdrawal agreement, all stakeholders processing personal data are reminded of legal repercussions, which need to be considered when the United Kingdom becomes a third country. Subject to any transitional arrangement that may be contained in a possible withdrawal agreement, as of the withdrawal date, the EU rules for transfer of personal data to third countries apply. Aside from an “adequacy decision”, which allows the free flow of personal data from the EU without the EU data exporter having to implement any additional safeguards or being subject to further conditions, the EU’s data protection rules (both under the current Directive 95/46 and under the new General Data Protection Regulation 2016/679, “GDPR” – which will apply as from 25 May 2018) allow a transfer if the controller or processor has provided “appropriate safeguards”. These safeguards may be provided for by:
1 Negotiations are ongoing with the United Kingdom with a view to reaching a withdrawal agreement.
2 Furthermore, in accordance with Article 50(3) of the Treaty on European Union, the European Council, in agreement with the United Kingdom, may unanimously decide that the Treaties cease to apply at a later date.
3 A third country is a country not member of the EU.
4 For the continued application of EU safeguards of personal data processed while the United Kingdom was a Member State, the Commission has published an essential principles paper here: https://ec.europa.eu/commission/publications/position-paper-use-data-and-protection-informationobtained-or-processed-withdrawal-date_en.
Preparing for the withdrawal is not just a matter for EU and national authorities but also for private parties. As regards the implementation of the GDPR, and in particular the new tools for transfers to third countries (e.g. approved Codes of Conduct and approved certification mechanisms entailing binding commitments by the controllers and processors receiving the data in the third country), the Commission (DG JUST) is working with interested parties and data protection authorities to make the best use of these new instruments. Moreover, the Commission has set up a stakeholder group comprised of industry, civil society and academics, in which this topic will be discussed.

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EU signs sustainable fishing partnership agreement protocol with Senegal

Posted by fidest press agency su martedì, 30 luglio 2019

The EU and Senegal have a long-standing partnership in the field of fisheries, which started back in 1980 and has evolved during the years. The new 5-year protocol implementing the 2015 agreement is replacing the current protocol due to expire in November 2019. This new protocol allows EU vessels – a maximum of 28 tuna seiners, 10 pole-and-liners, 5 long liners and 2 trawlers – to fish tuna-like species and hake in the waters of Senegal. This is based on the best available scientific advice, a stakeholders’ consultation, and follows the recommendations of the International Commission for the Conservation of Atlantic Tunas (ICCAT). Reflecting on the principles of the common fisheries policy, this protocol will contribute to the sustainable management and conservation of natural resources in the waters of Senegal as, based on scientific advice; it foresees a lower total allowable catches for hake compared to the current protocol. The reference tonnage for tuna has been adapted to historical catches. Furthermore, it also foresees measures to limit catches of marine birds and marine mammals, and to reinforce the role of scientific observers.In exchange for the fishing rights, the EU will offer Senegal a yearly financial contribution of €1,700,000. Part of this contribution, €900,000 per year, is earmarked to promote the sustainable management of fisheries in Senegal, in particular through measures that reinforce control and surveillance capacities and the fight against illegal, unregulated and unreported fishing. Moreover, the EU funds will be used to promote the development of scientific capacities and to support the development of the artisanal fishing. In addition to this amount, ship owners will also contribute with approximately €1,350,000 per year. The new protocol will enter into force when the necessary legislative procedures for its conclusion have been completed.

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