Fidest – Agenzia giornalistica/press agency

Quotidiano di informazione – Anno 36 n° 145

Archive for 26 luglio 2019

Carabiniere ammazzato per cento euro

Posted by fidest press agency su venerdì, 26 luglio 2019

Roma – Un carabiniere mentre era in servizio è stato ucciso nella notte a Roma, in via Pietro Cossa nel quartiere Prati, con otto coltellate, una di queste all’altezza del cuore. Da una prima ricostruzione, il vice brigadiere durante un servizio con alcuni colleghi aveva fermato due uomini considerati responsabili di furto e estorsione, quando uno di essi avrebbe estratto il coltello colpendolo più volte, per poi fuggire. Dopo il trasporto disperato in ospedale il militare è poi spirato. In seguito sono stati fermati due giovani americani che alloggiavano in un albergo nei pressi. Il riconoscimento è avvenuto tramite le telecamere di soveglianza sparse nella zona. La vittima è il vicebrigadiere dei carabinieri, Mario Rega Cerciello, di 35 anni sposato da circa un mese. Il militare era ritenuto dai suoi stessi colleghi un carabiniere sempre disponibile e sempre pronto a dare il suo contributo verso i cittadini e le necessità dell’ufficio.
Le nostre città sono ormai terre di confine, dove la legge viene esercitata con violenza in modo impunito, dove migliaia di cittadini senza volto e senza nome commettono ogni tipo di reato, sicuri di un sistema giudiziario che non è in grado di garantire una pena certa.
In questa terra di confine i Carabinieri sono chiamati a intervenire in carenza di personale, senza mezzi, senza sicurezza, senza tutele legali nel caso si ha la necessità di ricorrere all’uso delle armi.
Piangeremo il nostro collega caduto per svolgere il suo dovere, ma siamo stanchi e riteniamo inaccettabile questo sistema organizzativo della sicurezza delle nostre città.
Il SIM Carabinieri chiede ora con fermezza più uomini nelle strade e meno personale negli uffici, per i servizi di vigilanza agli uffici ministeriali della Capitale, per le innumerevoli scorte concesse spesso senza reali necessità e infine l’impiego delle ingenti risorse economiche destinate all’operazione “strade sicure”, per lo stanziamento di fondi straordinari affinché si possa ritornare all’Istituto delle forze di polizia ausiliarie, veri professionisti di sicurezza formati dall’Arma dei Carabinieri e dalle altre FF.PP., che possono garantire maggior controllo del territorio, come lo è stato in passato.

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Sud Sudan, Sant’Egidio: governo e opposizione al lavoro per la pace

Posted by fidest press agency su venerdì, 26 luglio 2019

Avanza il processo di riconciliazione in Sud Sudan, il più giovane Stato del mondo, nella consapevolezza che la pace e la stabilità dipendono dall’accettazione del pluralismo politico e religioso. “Siamo grati alla Comunità di Sant’Egidio di aver ospitato questi giorni di riflessione e dialogo sul futuro del nostro Paese, ancora segnato da divisioni e ostilità: un’importante occasione che ci ha permesso di lavorare insieme per la pace, tra forze politiche diverse, e rende possibile l’impossibile”, ha detto Gabriel Changson Chang, vicepresidente del National Pre-Transitional Committee, intervenendo in conferenza stampa a Sant’Egidio. Mauro Garofalo, responsabile delle relazioni internazionali della Comunità, ha ripercorso le tappe di un lavoro di mediazione che mira a porre fine alla sanguinosa guerra civile scoppiata all’indomani dell’indipendenza nel 2011. Dopo la firma dell’accordo di pace ad Addis Abeba, nel settembre 2018, il dialogo tra le parti ha avuto un momento decisivo nel ritiro spirituale a Santa Marta voluto da papa Francesco lo scorso aprile. “Stiamo lavorando insieme nonostante le difficoltà: questo è un punto importante. Ora la sfida è includere i movimenti e i partiti che non hanno firmato la pace e sostenere con ancora maggiore convinzione il National Pre-Transitional Committee, fino alla scadenza del suo mandato, prevista fra tre mesi”, ha osservato Garofalo. Changson ha espresso fiducia nella tregua e nel ritorno della popolazione nei villaggi, insieme all’impegno a preservare lo spirito di unità e la leale collaborazione tra le parti, “i mattoni con cui costruire il futuro del Paese”. Il ruolo dei cristiani, e in particolare del South Sudan Council of Churches, si è rivelato essenziale nei momenti di crisi – ha aggiunto Garofalo – come segno della “volontà di superare le divisioni e lavorare per il bene della popolazione, stremata da lunghi anni di guerra”. Changson ha infine sottolineato come tra i compiti della National Pre-Transitional Committee vi sia quello di individuare e liberare i bambini soldato, utilizzati da diverse fazioni nelle operazioni belliche.

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Carabiniere ucciso a Roma. Paoloni (Sap): «E’ una strage. Soggetti senza rispetto per la vita umana»

Posted by fidest press agency su venerdì, 26 luglio 2019

«Esprimiamo profondo cordoglio all’Arma dei Carabinieri per questo tragico evento e vicinanza alla famiglia del giovane Vice Brigadiere barbaramente ucciso. E’ il quinto collega caduto in servizio dall’inizio dell’anno, a fronte dei tanti che ogni giorno vengono feriti mentre svolgono il servizio. Questa inizia a prendere le sembianze di una strage».A dichiararlo è Stefano Paoloni, Segretario Generale del Sindacato Autonomo di Polizia (Sap). «Tutto questo non è accettabile – prosegue – vanno individuate norme che facciano comprendere a tutti che chi svolge una funzione pubblica, va tutelato. Il collega è morto a causa di 7 coltellate. 7 coltellate significano che l’extracomunitario aveva intenzione di ucciderlo e non di dileguarsi. Noi operatori delle forze dell’ordine, siamo obbligati ogni giorno a confrontarci con questo tipo di persone che fanno della criminalità la loro mission, non avendo rispetto né per le divise, né per la vita umana. Ci aspettiamo prese di posizione chiare da tutte le forze politiche, perché – conclude – davanti a un giovane Carabiniere accoltellato a morte, non si può negare nulla di tutto ciò».

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Rega, Mollicone (FdI): “Centro storico far west, governo aumenti forze a Roma”

Posted by fidest press agency su venerdì, 26 luglio 2019

Roma. “Ci uniamo al dolore dei familiari del vice brigadiere dei carabinieri Mario Cerciello Rega, vittima dello stato di insicurezza in cui versa la Capitale. Il centro storico è diventato un far west, in cui interi spazi pubblici sono in bàlia di sbandati e criminali, per responsabilità del Partito Democratico che lo governa storicamente. Il prefetto convochi immediatamente il comitato per la sicurezza e l’ordine pubblico, affinchè sia affrontato il tema ai livelli più alti.
E’ necessario quindi un impegno maggiore nelle nostre strade. Non è possibile che violenze di questo genere avvengano in pieno centro, come stanotte a Prati. Chiediamo che siano inoltre posizionati dei gruppi interforze fissi a Colle Oppio e a Piazza Adriana, da cui far partire il pronto intervento. Presenterò un’interrogazione al governo per chiedere quindi che vengano aumentati gli investimenti di uomini e mezzi nel centro storico.” E’ quanto dichiara Federico Mollicone, deputato di Fratelli d’Italia per il collegio Lazio 1 e presidente della sezione di Colle Oppio.
“La scorsa notte un carabiniere di 35 anni è morto ammazzato da 2 magrebini ancora latitanti, 8 coltellate di cui una dritta al cuore, a pochi passi dal Vaticano. Provo tanta rabbia e profonda tristezza, l’Italia non può più essere il punto di approdo di queste bestie. Vicinanza alla famiglia di questo servitore dello Stato e all’Arma dei Carabinieri, spero che questi animali vengano presi subito e che possano marcire in galera”. Lo scrive su Facebook il presidente di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni.
“Oggi noi tutti abbiamo perso un figlio, un marito, un uomo che aveva deciso di mettere al servizio del Paese la sua vita e che è stata tragicamente spezzata nell’espletamento del suo dovere. Oggi deve essere solo la giornata del cordoglio e della vicinanza alla famiglia e alla giovane moglie del carabiniere Mario Cervello Rega, ma anche all’Arma dei Carabinieri che ha perso un suo coraggioso e valido elemento”. Lo dichiara la senatrice di Fratelli d’Italia, Giovanna Petrenga, componente della Commissione Difesa.
“Rivolgo le mie condoglianze ai familiari del Vice Brigadiere dei Carabinieri, Mario Cerciello Rega, ucciso ieri sera a Roma. Chi ha la responsabilità morale e politica di quanto accaduto, fino a prova contraria, abita sui colli fiorentini. Un momento di riflessione per tutti noi nella speranza che i responsabili politici siano processati non solo dalla storia ma anche dalla giustizia. I carabinieri sono degli eroi sacrificati da una dissennata politica precedente i cui frutti se ne colgono ora”. È quanto ha dichiarato il deputato di Fratelli d’Italia Maria Teresa Baldini.
“Onore al vice brigadiere dell’Arma Mario Rega Cerciello, 35 anni, ammazzato questa notte a Roma mentre era in servizio. Se davvero, come sembra dalle prime informazioni, gli assassini del carabiniere sono di origine nordafricana la responsabile non è solo loro. Ma anche dei governi del Pd che in questi anni ha trasformato l’Italia in un campo profughi per delinquenti. E soprattutto di un governo Lega e Cinque stelle in carica da anno che non ha fatto nulla per rimpatriare stranieri ed espellere i clandestini”. E’quanto afferma in una nota Edmondo Cirielli, Questore Camera dei Deputati.

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Mostra: “Portfolio. The Road Guide To Interesting Times

Posted by fidest press agency su venerdì, 26 luglio 2019

Venezia dal 3 Agosto al 2 Settembre 2019 (ore 10 – 18) Sale Monumentali, Biblioteca Nazionale Marciana Ingresso dal Museo Correr, Piazza San Marco, Ala Napoleonica arte contemporanea. In concomitanza con la 58ma Biennale d’Arte, la Biblioteca Nazionale Marciana, in collaborazione con Minerva Edition (Kunsthandel Verlag), ha deciso di ospitare nel Salone della Libreria Sansoviniana un piccolo ciclo espositivo legato alla tipologia del Portfolio e delle opere d’arte contemporanee in piano su carta, a cura di Manfred Möller.Dopo quelle di Johannes Brus e Ottmar Hörl vengono esposte, dal 3 agosto al 2 settembre, le opere di sette artisti cinesi, per la prima volta in Italia. Chiamati a interpretare il tema tipologico (il portfolio) secondo il proprio personalissimo stile, Pang Maokun, Zhang Jie, Jiao Xingtao, Wei Jia, Chen Shuzhong, Liu Haichen e Hu Yongqi, hanno in un certo qual modo accettato di confrontarsi, con le loro 21 opere su carta (tre per ciascun autore rappresentato), con i 21 tondi allegorici che Andrea Schiavone, Paolo Veronese, Battista Zelotti, Giulio Licinio, Battista Franco, Giuseppe Salviati, Giovanni De Mio hanno realizzato per il soffitto della Libreria. Certo, il programma iconografico unitario del soffitto è un rigoroso addensato di allegorie che rispecchia una rigida tassonomia volta ad illustrare la funzione del palazzo che la Repubblica volle dedicare alla donazione di Bessarione, mentre cercheremmo vanamente tanta simmetria di significati nelle opere dei sette artisti cinesi, tutti docenti all’Istituto Sichuan di Belle Arti, nella città di Chongqing, che è una delle scuole più rinomate della regione. L’intenzione però era quella di rendere accessibile a un vasto pubblico le diverse declinazioni stilistiche in cui si articola l’arte contemporanea cinese, costruendo una Road Guide To Interesting Times attraverso questo improbabile, eppure d’effetto, dialogo artistico tra culture.
L’arte contemporanea asiatica, prima tra tutti quella della Cina, è in continua crescita e sviluppo nel campo di mostre, fiere d’arte e d’asta, e accreditata, anno dopo anno, da nuove affermazioni. La giovane arte cinese si sta sviluppando verso nuovi orizzonti di significato, coniugando le alte capacità manuali assieme all’eredità delle tecniche pittoriche tradizionali. Non mancano, accanto alla pittura classica, altre tecniche tipiche della moderna avanguardia (video art, arte performativa, etc.), facendo prosperare la scena dell’arte quanto è in crescita l’intera economia del paese.In questa cornice espositiva si incontrano rappresentati i più disparati generi artistici, con riconoscibili influenze sia nazionali sia internazionali.

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La recessione è nei prezzi, ma non nei fondamentali

Posted by fidest press agency su venerdì, 26 luglio 2019

A cura di Andrea Delitala, Head of investment advisory di Pictet Asset Management. Il contesto attuale è caratterizzato da una perdurante debolezza delle economie globali cui fa da contraltare una Fed sempre più accomodante, supportata dall’assenza dell’inflazione. Pictet AM conferma la sua posizione un po’ più costruttiva rispetto ai timori di recessione manifestati dal mercato che non appaiono del tutto suffragati dai fondamentali. Tuttavia, un rischio da monitorare è quello di una eventuale compressione degli utili aziendali che potrebbe seguire alla ripresa dei salari reali qualora la produttività smettesse di crescere a un ritmo superiore rispetto a questi ultimi. In generale, il ciclo pare avere ancora potenzialità da esprimere. Sul fronte della strategia, a dominare le scelte è il legame di azione e reazione tra mercato, Fed e Trump. Il posizionamento attuale prevede di sottopesare l’obbligazionario che in questa fase si è fatto carico di assorbire quasi interamente gli choc sistemici, mentre l’equity ha mostrato una certa resilienza.A dominare la prima parte del 2019 è stato il modo in cui il mercato ha percepito – e integrato nei prezzi – il rischio: dall’errore di policy della Fed, che ha dominato il 2018, fino alla recrudescenza, lo scorso maggio, delle ostilità sul commercio internazionale. Per quanto attiene alla congiuntura globale, gli indicatori macro segnalano un andamento negativo (basati su una quarantina di Paesi), con un contributo peggiore del mondo industrializzato e meno pesante degli emergenti. Tuttavia, questo andamento non conduce necessariamente a una recessione: alla base di questo parziale ottimismo ci sono principalmente tre fattori.
• Politica fiscale cinese. Mentre la politica monetaria procede al rallentatore, da inizio anno, la Cina ha avviato in maniera decisa quella fiscale.
• Andamento del mercato del lavoro USA. Nella situazione americana attuale, la crescita dei salari è un viatico favorevole alla longevità del ciclo: ciò che invece dovrebbe preoccupare è la potenziale compressione dei profitti aziendali.
• Politica monetaria accomodante. Mentre la disoccupazione mostra livelli di pieno impiego, l’inflazione continua a essere la grande assente di quello che, a giugno, è diventato il ciclo più lungo della storia, con una durata superiore ai dieci anni.
In definitiva, il ciclo americano continua a godere di buona salute, così come le valutazioni delle imprese. Tuttavia, la curva dei rendimenti si è appiattita – condizione che in passato faceva presagire a 15-18 mesi una fase recessiva e che oggi potrebbe avere un significato differente. Infatti, l’analisi degli indicatori macro di Pictet AM, che si basano su 30 fattori economici diversi – tra cui anche la curva dei rendimenti – mostra un piccolo innalzamento della probabilità di recessione, ma distante dalla soglia critica che dovrebbe far scattare l’allarme. Non siamo dunque in un periodo di recessione, ma in un periodo di transizione verso un regime nuovo di inflazione di livello molto basso che dovremmo considerare il New Normal.Come accennato all’inizio, la dinamica del mercato nel 2019 è stata influenzata da fattori finanziari e non fondamentali. Tuttavia, se in questo momento i bond sono prezzati per una recessione e l’equity incorpora solo un rallentamento, la conseguenza logica è stare sottopesati sull’obbligazionario.Questa è la strategia che stiamo seguendo con qualche accorgimento: una parte dell’esposizione obbligazionaria è espressa attraverso Treasuries americani indicizzati all’inflazione che offrono esposizione (seppur più contenuta rispetto alle obbligazioni nominali) alla discesa dei rendimenti, ma con minor rischio nello scenario di una correzione del mercato a reddito fisso; nel contempo il sottopeso sulla durata finanziaria complessiva è, in parte, mitigato da una posizione a steepening sul tratto fra 5 e 30 anni della curva dei rendimenti americana, strategia che trarrebbe beneficio da una Fed più accomodante rispetto a quanto da noi preventivato. (in sintesi)

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Al via la partnership tra on Energy consulting e Fast group

Posted by fidest press agency su venerdì, 26 luglio 2019

Nell’ottica di rappresentare sempre di più un punto di riferimento fiduciario per i propri clienti e nell’ottica dell’ampliamento del proprio portfolio di servizi, On Energy Consulting ha siglato una partnership con Fast Group integrando due nuove Business Unit, ovvero le telecomunicazioni e la consulenza strategica e operativa in ambito finance & manageriale per sostenere le Imprese ad ottenere incentivi fiscali (Innovazione, Ricerca & Sviluppo – Industry 4.0) e supportarle in processi d’innovazione e Digital Transformation.
L’intento di On Energy Consulting è di creare un compendio ai servizi già offerti per l’intermediazione delle forniture di gas ed energia elettrica, con quelli afferenti le telecomunicazioni, asset altrettanto strategico, arrivando così ad esprimere sempre meglio il ruolo di azienda Multiutility, che oggi più che mai è importante per molte imprese, soprattutto quelle di medie e grandi dimensioni. L’azienda ha lavorato a lungo per costruire una solida e reale partnership con un Internet Provider specializzato e soprattutto “a misura di azienda”, ovvero con un rapporto sempre diretto, schietto e trasparente con i propri clienti, a differenza dei grandi operatori, fatti di call center e di lunghe attese. Un altro aspetto importante riguarda la consulenza alle imprese; tre parole chiave: Finanziare – Pianificare – Innovare. “Attraverso progetti di innovazione e Ricerca & Sviluppo – aggiunge Gandino – supportiamo le aziende nel valorizzare gli investimenti passati e futuri, ottenendo un generoso credito d’imposta, così come supportiamo lo sviluppo tramite Industria 4.0 ed altri strumenti a sostegno delle imprese e della competitività”.

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Food Film Fest 2019, dove cinema e cibo si incontrano

Posted by fidest press agency su venerdì, 26 luglio 2019

Bergamo. Dal 28 agosto al 1° settembre si svolgerà in piazza Mascheroni a Bergamo la sesta edizione del Food Film Fest: festival cinematografico dedicato al mondo del cibo. L’iniziativa, patrocinata dalla Commissione europea, si propone di diffondere una cultura dell’alimentazione attraverso un concorso cinematografico internazionale.
In questa sesta edizione, organizzata dall’associazione Art Maiora in collaborazione con la Camera di Commercio di Bergamo, il concorso sarà suddiviso in tre sezioni: Food movie (aperta a fiction e film di narrazione), Doc (opere documentaristiche, reportage ed inchieste) e Animation (film d’animazione).Delle 500 opere pervenute da 75 nazioni differenti, 31 sono state scelte come finaliste e si sfideranno nelle tre serate. I film racconteranno prodotti alimentari quali l’olio d’oliva, il formaggio, la vaniglia o il pane, affrontando tematiche attuali tra cui i disturbi alimentari, lo spreco di cibo ed il pensiero degli chef. Ad arricchire il festival ci saranno alcune proiezioni fuori concorso, letture, lezioni aperte, workshops, performance artistiche e degustazioni di piatti e prodotti tipici locali e non. Una tavola rotonda sul tema “Cibo e Futuro” chiuderà poi la kermesse il 1° settembre.

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La Commissione intensifica l’azione dell’UE per proteggere e ripristinare le foreste del pianeta

Posted by fidest press agency su venerdì, 26 luglio 2019

L’approccio più risoluto annunciato oggi affronta la questione sia sul piano dell’offerta sia su quello della domanda, introducendo misure a sostegno della cooperazione internazionale con i portatori di interessi e gli Stati membri, della finanza sostenibile, di un migliore uso del suolo e delle risorse, della creazione di posti di lavoro sostenibili, della gestione sostenibile delle catene di approvvigionamento, della ricerca e della raccolta di dati mirati. Avvia inoltre una valutazione di possibili nuovi interventi di regolamentazione per ridurre al minimo la deforestazione e il degrado forestale causati dai consumi dell’Unione.Il Vicepresidente Jyrki Katainen, responsabile per l’Occupazione, la crescita, gli investimenti e la competitività, ha affermato: “La superficie forestale mondiale continua a diminuire a un ritmo allarmante. Con questa comunicazione intensifichiamo l’azione dell’UE per proteggere meglio le foreste esistenti e gestirle in modo sostenibile. Proteggere le foreste ed espandere la superficie forestale in modo sostenibile significa preservare i mezzi di sostentamento delle comunità locali ed aumentarne il reddito. Le foreste rappresentano anche un promettente settore dell’economia verde, che ha il potenziale di creare tra 10 e 16 milioni di posti di lavoro dignitosi in tutto il mondo. Questa comunicazione costituisce un importante passo avanti in tal senso.”
Neven Mimica, Commissario per la Cooperazione internazionale e lo sviluppo, ha dichiarato: “Siamo pronti a collaborare con i paesi partner per proteggere e gestire in modo sostenibile le foreste di tutto il mondo, nell’interesse della sicurezza alimentare, delle risorse idriche, della lotta contro i cambiamenti climatici, della resilienza e della pace. È un passo dovuto per un futuro più sostenibile e inclusivo.”
L’ambizioso approccio europeo definito oggi è una risposta all’annoso problema della distruzione delle foreste, che continua a interessare tutto il mondo: tra il 1990 e il 2016 sono andati persi 1,3 milioni di chilometri quadrati, equivalenti a circa 800 campi da calcio l’ora. Tra i principali responsabili della deforestazione c’è la domanda di alimenti, mangimi, biocarburanti, legname e altri prodotti.Le emissioni di gas serra connesse a questa pratica sono la seconda causa di cambiamenti climatici, motivo per cui proteggere le foreste è essenziale per adempiere agli impegni dell’accordo di Parigi. Sul piano socio-economico le foreste contribuiscono al sostentamento del 25 % circa della popolazione mondiale, oltre ad essere depositarie di preziosi valori culturali, sociali e spirituali.La comunicazione adottata oggi persegue un duplice obiettivo: da un lato, tutelare e migliorare la salute delle foreste esistenti, in particolare quelle primarie; dall’altro, espandere in modo significativo la superficie forestale mondiale, all’insegna della sostenibilità e della biodiversità. La Commissione ha individuato cinque priorità:
ridurre l’impronta dei consumi dell’UE sul suolo e incoraggiare il consumo di prodotti provenienti da catene di approvvigionamento che non contribuiscano alla deforestazione nell’UE;
collaborare con i paesi produttori per diminuire la pressione sulle foreste e spingere l’UE verso una cooperazione allo sviluppo che non sia causa di deforestazione;
rafforzare la cooperazione internazionale per arrestare la deforestazione e il degrado forestale e promuovere il ripristino delle foreste;
riorientare i finanziamenti verso pratiche più sostenibili di uso del suolo;
sostenere la disponibilità, la qualità e l’accesso alle informazioni sulle foreste e le catene di approvvigionamento dei prodotti e promuovere la ricerca e l’innovazione.
Per vagliare le misure volte a ridurre il consumo dell’UE e incoraggiare l’uso di prodotti provenienti da catene di approvvigionamento che non contribuiscono alla deforestazione verrà creata una piattaforma multi-partecipativa sulla deforestazione, il degrado e la rigenerazione forestali, che riunirà un ampio ventaglio di portatori di interessi. La Commissione favorirà anche il potenziamento dei sistemi di certificazione riservati ai prodotti che non sono causa di deforestazione e valuterà possibili misure legislative e altri incentivi sul versante della domanda.La Commissione lavorerà a stretto contatto con i paesi partner per aiutarli a ridurre la pressione sulle foreste e si assicurerà che le politiche dell’UE non contribuiscano alla deforestazione o al degrado forestale.

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Fondo per la pace in Africa

Posted by fidest press agency su venerdì, 26 luglio 2019

Nel corso della sua missione ad Addis Abeba (Etiopia) Neven Mimica, commissario responsabile per la Cooperazione internazionale e lo sviluppo, ha firmato con Moussa Faki Mahamat, presidente della Commissione dell’Unione africana (UA), un accordo con il quale l’Unione europea si impegna a stanziare 800 milioni di EUR supplementari per sostenere l’UA nei suoi sforzi volti a promuovere la pace, la sicurezza e la stabilità in Africa. Il commissario Mimica ha dichiarato: “L’Europa rimane il primo partner dell’Africa nel campo della pace e della sicurezza. Dal 2004 a oggi il Fondo per la pace in Africa ha fornito oltre 2,7 miliardi di EUR per finanziare soluzioni africane ai problemi africani. La quota più consistente della somma aggiuntiva di 800 milioni di EUR annunciata oggi sarà utilizzata per operazioni di sostegno della pace condotte dai nostri partner africani”. Grazie a tali finanziamenti supplementari l’Unione europea sosterrà il potenziamento delle strutture e dei meccanismi di prevenzione, gestione e risoluzione dei conflitti in un contesto di rispetto dei diritti umani e del diritto internazionale umanitario. Il nuovo stanziamento permetterà inoltre all’UA di finanziare un meccanismo di reazione rapida (link is external) per iniziative di diplomazia preventiva e di mediazione, oltre allo svolgimento di operazioni di pace condotte sotto direzione africana.

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L’UE tenga chiuse le porte alle nuove tecniche di mutagenesi (NBT)

Posted by fidest press agency su venerdì, 26 luglio 2019

È passato un anno dal 25 luglio 2018, quando la Corte di Giustizia Europea (ECJ) ha stabilito che gli organismi ottenuti con le nuove tecniche di mutagenesi (New Breeding Techniques – NBT), come il CRISPR, devono rientrare nella già esistente direttiva sugli Organismi Geneticamente Modificati (OGM) e devono quindi essere soggetti ad accurate procedure di valutazione del rischio.I rappresentanti dell’industria e diversi Stati membri dell’Unione europea stanno attualmente esercitando pressioni sugli organi legislativi dell’UE affinché le NBT siano escluse dalla normativa vigente che li equipara agli OGM. Slow Food è certa che ciò minerebbe il principio di precauzione e che da ciò deriverebbe un’ulteriore limitazione della libera scelta dei consumatori oltre che della sovranità degli agricoltori. Le NBT sono ottenute mediante mutagenesi diretta (che consente la modificazione diretta del DNA di piante o animali) ma, a differenza degli OGM, non includono geni estranei; restano comunque un prodotto dell’agroindustria, con conseguenti analoghi rischi e incertezze.
Cogliamo l’occasione del primo anniversario della sentenza della Corte di Giustizia Europea per chiedere all’Unione Europea di non cedere alle pressioni e di rispettare questa decisione. Slow Food ha già in passato attivamente sensibilizzato il pubblico sull’importanza di mantenere la classificazione legale degli organismi prodotti con queste nuove tecniche uguale a quella degli OGM, e continua ad invocare il principio di precauzione, protetto e sancito dal diritto comunitario europeo.

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Scuola – Sostegno: si cambia senza risolvere i problemi veri

Posted by fidest press agency su venerdì, 26 luglio 2019

Arrivano la possibilità di conferma del supplente, il ritorno alla richiesta di ore sostegno da parte del Glho, la domanda di accertamento handicap e composizione commissioni mediche, il profilo di funzionamento con diagnosi funzionale e profilo dinamico-funzionale, i nuovi gruppi per l’inclusione come il Glir e Git. Secondo Anief, solo alcune delle novità prodotte dalle Commissioni parlamentari al decreto legislativo n. 66/2017 risultano efficaci: in particolare, la cancellazione dell’attribuzione delle ore di sostegno che tiene conto di ulteriori fattori, come il contesto scolastico (gli insegnanti la famiglia, l’equipe medica) e il territorio. Molte altre, invece, non sono state recepite. E siccome le decisioni prese dai parlamentari delle Commissioni di competenza, giungono alla vigilia del record di supplenze annuali, sia di posti comuni che di sostegno, visto che si arriverà a 170 mila, tra poco più di un mese si vedranno le conseguenze: dopo gli allarmi di Lombardia, dove si attendono 40 mila cattedre da assegnare ai precari, ha fatto seguito il Veneto, dove mancano all’appello almeno 9 mila docenti. Poi c’è l’Emilia Romagna, con 4.349 cattedre scoperte. La maggior parte di sostegno, destinate ad andare a supplenti nemmeno specializzati e abilitati. Mentre ci sono 20 mila docenti invece abilitati e con specializzazione senza alcuna prospettiva di stabilizzazione, almeno sul breve periodo.Marcello Pacifico (Anief): Nelle risoluzioni approvate da Camera e Senato sulle modifiche da attuare alla riforma sul sostegno, sono state lasciate fuori diverse nostre richieste presentate anche in audizione. In assoluto, per Anief manca un piano di revisione serio e di investimenti per un settore che conta l’incremento costante di 10 mila nuovi iscritti l’anno, ma continua a essere gestito con modelli anacronistici e tesi a risparmiare soldi piuttosto che assicurare un servizio di livello. Inoltre, senza lo spostamento degli oltre 50 mila posti in deroga in organico di diritto non si va da nessuna parte.
Sono molte le novità che si stanno profilando sul sostegno ai quasi 300 mila alunni disabili iscritti a un corso di studi della scuola italiana: si tratta delle modifiche al decreto legislativo n. 66/2017 sull’inclusione scolastica degli alunni con disabilità, che le commissioni parlamentari di competenza hanno attuato per cercare di stemperare i danni derivanti delle pessime scelte adottate con l’ultima Legge di riforma voluta ostinatamente e contro tutti dal governo Renzi. L’ultimo parere in ordine temporale sulla revisione del D.lgs. 66/2017 è stato quello dalla Commissione Cultura della Camera, che ha dato il via libera alla modifica della richiesta delle ore di sostegno e il cambio delle regole per l’attribuzione delle ore settimanali: in particolare, la richiesta delle ore di sostegno viene riaffidata al GLHO di istituto, sottraendola al GIT che avrà altri compiti. Quanto alla continuità didattica, il nuovo decreto prevede la possibilità di conferma del docente supplente con titolo di specializzazione.

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Scuola: Concorso straordinario primaria, il Tar Lazio ammette anche gli educatori

Posted by fidest press agency su venerdì, 26 luglio 2019

Ancora una volta le tesi sostenute dall’ufficio legale Anief trovano consenso presso il tribunale amministrativo. Il sindacato plaude alla nuova pronuncia dei giudici in un contenzioso seriale nel merito che vede impegnato da anni per far riconoscere il servizio svolto dagli educatori come quello dei docenti della scuola di primo grado, come del resto già scritto nel contratto in termini giuridici. Ecco perché il presidente nazionale Anief, Marcello Pacifico, ha annunciato i prossimi ricorsi sul nuovo concorso: “Questa sentenza ci conferma che purtroppo il diritto in Italia troppe volte continua a passare per i tribunali, piuttosto che per le decisioni del legislatore e dell’amministrazione centrale. Ecco perché Anief ha deciso di impugnare l’imminente bando del concorso ordinario, per circa 17 mila posti, sempre per la scuola dell’infanzia e primaria, oltre che l’esiguità dei posti, anche per la mancata valutazione del servizio tra i titoli, per il calcolo errato degli ammessi agli scritti dopo l’eventuale preselettiva e per il limite del 10% degli idonei già impugnato negli altri bandi di concorso.Il personale educatore della scuola ha pieno diritto a partecipare al concorso per la scuola dell’infanzia e primaria, sia su posto comune che su sostegno: Anief lo sostiene da tempo. Ora lo dice anche il Tar del Lazio che con la sentenza n. 9474/2019 ha dato il via libera alla partecipazione degli educatori interessati di partecipare alle sessioni suppletive. Gli educatori, del resto, sono a tutti gli effetti dei maestri della scuola primaria e non si comprende il motivo per il quale, anche se già di ruolo, debbano essere esclusi dai pubblici concorsi che li interessano.

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Scuola: Concorso dirigenti scolastici

Posted by fidest press agency su venerdì, 26 luglio 2019

A seguito dell’incontro con i sindacati, il Miur ha confermato l’intenzione di lasciare fuori dal reclutamento un alto numero di candidati risultati idonei allo svolgimento della funzione di preside, in attesa di un possibile intervento legislativo: il giovane sindacato, che ha vinto molte battaglie giudiziarie sul concorso docenti relative proprio all’esclusione dei candidati che hanno superato le prove concorsuali, ha deciso di offrire la sua tutela legale per garantire i diritti di chi ha dimostrato di poter fare il Capo d’Istituto superando un test preselettivo, un esame scritto e il colloquio finale. Entro i primi giorni di agosto sono previste le assegnazioni regionali e le individuazioni delle sedi, per le quali i sindacati vorrebbero contrattare i criteri. E mentre rispunta il “fantasma” della chiamata diretta, si prevedono violazioni di legge anche sul rispetto delle precedenze per chi si avvale dei benefici della Legge 104/92. Marcello Pacifico (Anief): In attesa di capire per bene le intenzioni del Miur, al momento la certezza è che tutti i docenti risultati idonei vanno assolutamente inseriti nella graduatoria di merito. È un loro diritto, hanno dimostrato anche loro di potere assolvere al compito di dirigere un istituto scolastico. Siamo pronti a dare battaglia per fare rispettare questo principio, ancora di più perché la scuola ha bisogno di loro considerando che i posti presto vacanti saranno superiori ai 3.420 che hanno superato il concorso pubblico. A breve, forniremo istruzioni su come far ricorrere i 520 candidati presidi risultati idonei e clamorosamente esclusi dalle graduatorie che portano alla stabilizzazione su posti che in brevissimo tempo risulteranno vacanti e senza più aspiranti per andare a coprirli.
L’ultimo concorso per dirigenti scolastici continua ad essere caratterizzato da continui colpi di scena. L’ultimo riguarda l’incredibile decisione del ministero dell’Istruzione di lasciare fuori dal novero dei vincitori ben 520 aspiranti dirigenti risultati idonei al termine di tutte le prove sostenute. L’amministrazione scolastica, in particolare, ha informato i sindacati che il numero complessivo degli idonei è pari a 3.420: di questi saranno dichiarati vincitori 2.900 docenti, per cui 520 aspiranti dirigenti resteranno fuori.

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Partnership Anpal-Fieg per la transizione scuola-lavoro

Posted by fidest press agency su venerdì, 26 luglio 2019

“Rendere i percorsi di transizione e alternanza scuola-lavoro quanto più connessi alle mutevoli esigenze del mondo produttivo per consentire ai giovani l’acquisizione di competenze coerenti e spendibili nel mercato del lavoro”.Con questo obiettivo Mimmo Parisi, presidente di Anpal, e Andrea Riffeser Monti, presidente di Fieg (Federazione italiana editori giornali), hanno sottoscritto un protocollo d’intesa che mira a rafforzare il rapporto tra scuola e mondo del lavoro.Le azioni prevedono la diffusione della cultura dell’alternanza e di altri strumenti della transizione (tirocini, apprendistato, etc.) tramite l’adozione di modelli e buone pratiche, l’organizzazione di eventi di sensibilizzazione (seminari, workshop, tavole rotonde), la creazione di partnership e il potenziamento delle reti tra gli associati e le istituzioni formative (scuole secondarie superiori, atenei, fondazioni ITS e centri di formazione professionale).Per Parisi “la firma della convenzione con Fieg aiuterà tanti giovani a prendere conoscenza delle competenze necessarie ad intraprendere attività editoriali anche attraverso esperienze dirette in contesti lavorativi”.Per Riffeser Monti “questo atto ribadisce l’attenzione delle aziende editoriali per i giovani e il loro impegno per lo sviluppo delle nuove professionalità che caratterizzeranno il settore nel futuro”.

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Recepimento della Direttiva europea sul copyright

Posted by fidest press agency su venerdì, 26 luglio 2019

Apprezzamento per la rapidità e la sostanziale unanimità con cui il Parlamento francese ha adottato ieri, in via definitiva, la legge di recepimento della Direttiva europea sul copyright, aprendo così la strada ai processi di implementazione nazionali che dovranno concludersi in tutti gli Stati membri entro il 2021.Così il Presidente della FIEG, Andrea Riffeser Monti, ha commentato la notizia della avvenuta introduzione, nell’ordinamento francese, del diritto connesso in favore degli editori di giornali.La legge francese stabilisce puntuali obblighi di informazione in capo ai fornitori di servizi di comunicazione online per una valutazione trasparente della remunerazione e della sua ripartizione agli editori, precisando anche che la remunerazione deve basarsi su ogni forma di ricavo, sia essa diretta che indiretta.“Una legge” aggiunge Carlo Perrone, Presidente di ENPA, “che fornisce strumenti concreti per rendere immediatamente efficace l’esercizio del diritto connesso degli editori di giornali nell’ambiente digitale.” “L’auspicio” conclude Riffeser “è che tutti gli Stati europei, a partire dall’Italia, vogliano proseguire nel percorso avviato dalla Francia, aprendo anche a tavoli di confronto tra le Parti, per arrivare ad un rapido e condiviso recepimento di una riforma necessaria al riequilibrio del sistema digitale.”

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I prezzi dei farmaci innovativi

Posted by fidest press agency su venerdì, 26 luglio 2019

Un farmaco innovativo per una malattia rara grave che colpisce soprattutto i bambini: questo è Spinraza per la SMA (atrofia muscolare spinale), unica opzione terapeutica disponibile per pazienti che altrimenti rimarrebbero senza alcuna cura.Spinraza arriva sul mercato (prima negli USA, poi in Europa e nel resto del mondo) grazie alla collaborazione tra Biogen e Ionis (che ne ha effettivamente portato avanti la sperimentazione clinica). Tra brevetti e protezioni, l’esclusiva di mercato di Biogen sul farmaco scade a metà del 2029, ma già nel primo anno di commercializzazione (2017) l’azienda farmaceutica ha recuperato più di quanto investito.Grazie ad un’analisi comparativa dei bilanci delle due società, Altroconsumo e Test-Achats sono riuscite a quantificare una differenza tra costi di sviluppo e ricavi di quasi due miliardi: in soli due anni le vendite di Spinraza fruttano 2,61 miliardi di dollari, a fronte di un investimento di 648 milioni. Ogni dollaro investito ha già reso quattro volte tanto.In Italia, il prezzo “ex-factory”, ossia la base da cui parte la contrattazione con il SSN per arrivare al prezzo finale effettivo, è stato fissato a 70.000 euro più Iva a fiala. Il prezzo finale è coperto da riservatezza, ma sulla base di informazioni raccolte da più fonti, Altroconsumo può affermare che, per ogni paziente cui viene somministrato Spinraza, il SSN spende all’anno tra i 210.000 e i 280.000 euro Iva esclusa (a seconda delle dosi necessarie).Sono queste le cifre che hanno convinto Altroconsumo e Test-Achats a denunciare Biogen all’Antitrust per presunto abuso di posizione dominante, perché tra costi effettivamente sostenuti per portare Spinraza sul mercato e prezzo corrisposto dal SSN, c’è una sproporzione talmente eccessiva da risultare iniqua.
I prezzi dei farmaci innovativi sono sempre più sganciati da riferimenti reali – i costi di sviluppo e produzione e il giusto profitto che garantisce l’innovazione futura – vengono tarati dall’industria del farmaco con l’obiettivo di sfruttare al massimo le diverse possibilità di spesa dei sistemi sanitari, diventando insostenibili.

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CIPE \ Castelli, “Approvati interventi per 99 milioni di euro in infrastrutture al Sud”

Posted by fidest press agency su venerdì, 26 luglio 2019

“Sono molto soddisfatta per l’approvazione, da parte del CIPE, nell’ambito del piano operativo Infrastrutture, degli interventi per la messa in sicurezza del Porto di Palermo, con un investimento di 39 milioni, del Porto di Castellammare di Stabia, 35 milioni, e dei lavori di ristrutturazione e messa in sicurezza dell’aeroporto di Reggio Calabria, 25 milioni. Si tratta di un’importante risultato utile a far ripartire gli investimenti nel sud del Paese, su cui abbiamo lavorato intensamente negli ultimi mesi”.Così il Vice Ministro dell’Economia e delle Finanze, Laura Castelli, in merito alla delibera adottata dal CIPE in mattinata.

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La giungla dei ticket sanitari

Posted by fidest press agency su venerdì, 26 luglio 2019

Tutte le Regioni prevedono sistemi di compartecipazione alla spesa sanitaria, con un livello di autonomia tale da generare negli anni una vera e propria “giungla dei ticket”: infatti, le differenze regionali riguardano sia le prestazioni su cui vengono applicati (farmaci, prestazioni specialistiche, pronto soccorso, etc.), sia gli importi che i cittadini devono corrispondere, sia le regole per le esenzioni. Integrando i dati del Rapporto 2019 sul coordinamento della finanza pubblica della Corte dei Conti con quelli del Rapporto OSMED 2018 sull’utilizzo dei farmaci in Italia, il report dell’Osservatorio GIMBE analizza in dettaglio composizione e differenze regionali della compartecipazione alla spesa sanitaria che nel 2018 sfiora i 3 miliardi di euro.
«Introdotta come moderatore dei consumi – afferma Nino Cartabellotta, Presidente della Fondazione GIMBE – la compartecipazione dei cittadini alla spesa sanitaria si è progressivamente trasformata in un consistente capitolo di entrata per le Regioni, in un periodo caratterizzato da un imponente definanziamento della sanità pubblica». Nel 2018 le Regioni hanno incassato per i ticket € 2.968 milioni (€ 49,1 pro-capite), di cui € 1.608 milioni (€ 26,6 pro-capite) relativi ai farmaci e € 1.359 milioni (€ 22,5 pro-capite) per le prestazioni di specialistica ambulatoriale, incluse quelle di pronto soccorso.
«Nel periodo 2014-2018 – spiega Cartabellotta – l’entità complessiva della compartecipazione alla spesa sanitaria si è mantenuta relativamente stabile, ma è avvenuta una sua progressiva ricomposizione. Infatti, rispetto al 2014, quando gli importi dei ticket per farmaci e prestazioni specialistiche erano sovrapponibili, nel 2018 si sono ridotti del 6,1% quelli per le prestazioni e sono aumentati quelli per i farmaci (+12%)». In particolare, nell’ultimo anno i ticket sono aumentati complessivamente di € 83,4 milioni (+2,9%), di cui € 22,4 milioni (+1,7%) per le prestazioni specialistiche e € 61 milioni (+3,9%) per i farmaci.Dalle analisi emergono notevoli differenze regionali relative sia all’importo totale della compartecipazione alla spesa, sia alla ripartizione tra farmaci e prestazioni specialistiche: in particolare, se il range della quota pro-capite totale per i ticket oscilla da € 88 in Valle d’Aosta a € 33,7 in Sardegna, per i farmaci l’importo varia da € 36,2 in Campania a € 16 in Piemonte, mentre per le prestazioni specialistiche si passa da € 64,2 della Valle d’Aosta a € 8,5 della Sicilia.
«Un dato di estremo interesse – precisa Cartabellotta – emerge dallo “spacchettamento” dei ticket sui farmaci, che include la quota fissa per ricetta e la quota differenziale sul prezzo di riferimento pagata dai cittadini che scelgono di acquistare il farmaco di marca al posto dell’equivalente». Nel 2018 dei € 1.608 milioni sborsati dai cittadini per il ticket sui farmaci, solo il 30% è relativo alla quota fissa per ricetta (€ 482,6 milioni pari a € 8 pro-capite), mentre i rimanenti € 1.126,4 milioni (€ 18,6 pro-capite) sono imputabili alla scarsa diffusione in Italia dei farmaci equivalenti come confermato dall’OCSE che ci colloca al penultimo posto su 27 paesi sia per valore, sia per volume del consumo dei farmaci equivalenti. Dal canto suo, il Rapporto OSMED 2018 documenta che nel periodo 2013-2018 si è ridotta del 14% la quota fissa sulle ricette (-€ 76 milioni) mentre è aumentata del 28% la quota prezzo di riferimento per la preferenza accordata ai farmaci di marca (+ € 248 milioni).«In questo ambito – rileva il Presidente – spicca l’ostinata e ingiustificata resistenza ai farmaci equivalenti nelle Regioni del Centro-Sud nelle quali si rileva, oltre al trend in aumento dal 2017 al 2018, una spesa per i farmaci di marca più elevata della media nazionale di € 18,6 pro-capite». In particolare: Lazio (€ 24,7), Sicilia (€ 24,2), Calabria (€ 23,6), Campania (€ 23), Basilicata (€ 22,1), Puglia (€ 21,9), Abruzzo (€ 21,5), Molise (€ 21,3), Umbria (€ 20,7) e Marche (€ 20,2).Il report dell’Osservatorio GIMBE “Ticket 2018” è disponibile a: http://www.gimbe.org/ticket2018

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Alitalia: Facciamo il punto su uno dei tanti sprechi di Stato

Posted by fidest press agency su venerdì, 26 luglio 2019

Fa effetto che siamo qui ad occuparci di Alitalia parlando di ennesimo spreco di Stato? Visto che siamo sempre e comunque rispettosi delle istituzioni, per quanto queste ultime possano esserci distanti in alcune questioni (Alitalia inclusa), non smetteremo mai di stupirci delle differenze tra il dire e il fare che coinvolgono i nostri governanti. Su Alitalia la questione è “storica” visto che i tentativi di “salvarla” sono ampiamente datati: governo Prodi, poi Berlusconi, Renzi, Gentiloni, coinvolgendo manager privati e boiardi di Stato: otto miliardi. Ora che a settembre dovremmo avere gli elementi per la nuova nazionalizzazione (o chissà come la chiameranno), un altro miliardino è pronto ad essere dissipato.
Su tutta l’operazione grava un dubbio “amletico” non indifferente. Essere o non essere. Business o non business. E sembra che sia stata fatta la scelta storico/letteraria del non essere, del non business: investire su una compagnia aerea, cioé:
1 – di per sé decotta e che ha mostrato di essere solo fonte di spreco di soldi (a meno chi non si mandi a casa tutti e la sia dia in mano a Michael O’Leary di Ryanair… ma a parte che forse anche lui non vorrebbe nonostante ogni tanto abbia detto il contrario… ma solo per prendersi alcune rotte);
2 – in un periodo in cui (a breve per il corto e medio raggio) si sta ridiscutendo tutto sulla validità della mobilità aerea rispetto a quella terrestre (questioni ecologiche soprattutto) (e le lungaggini “misteriose” sul ripristino commerciale dei Boeing 737 Max sembrano più che un campanello d’allarme). In questo “non essere/non business” arrivano:
– Atlantia, che dopo il disastro del ponte Morandi a Genova, paventato il licenziamento da parte del governo per la gestione delle Autostrade, ha messo in nota spese i soldi per Alitalia pur di non farsi buttar fuori… in un contesto che, accaduto quel che è accaduto, la prima cosa che avrebbe dovuto esser fatta da chi fa business sarebbe stata proprio quella di buttarli fuori da Autostrade visto che, anche se le indagini non sono ancora concluse, non è che il ponte Morandi è caduto per un fulmine calato in una giornata assolata o temporalesca.
– Delta airlines, che ha bisogno di rafforzare la sua posizione con Air France e Klm (il cui pool oggi è in difficoltà) per le rotte transoceaniche ed evitare la supremazia di Lufthansa e British/Iberia, per cui, anche qualche carretta in più per solcare l’Atlantico, le fa comodo.
– FS e Mef sono soldi dello Stato, e quest’ultimo fa l’uso che ritiene più opportuno delle nostre tasse (li abbiamo delegati, no?). Questo non ci esime dal sottolineare come gravi su Fs l’investimento in un settore che, come esplicitato sopra, non sembra promettente. E che, al contrario, sarebbe molto promettente investire sulla mobilità terrestre.
In questo quadro da “Urlo”, proprio come nel dipinto del pittore norvegese Edvard Munch, considerati ovviamente fuori dalla cornice dei decisori, ci sono gli utenti in doppia versione: sudditi in quanto contribuenti fiscali, viaggiatori presunti dei futuri servizi di Alitalia:
1 – Mentre nel primo caso (contribuenti) direttamente e a breve c’è poco da fare facendone quindi pagare le conseguenze ai contribuenti tutti, inclusi quelli che comprano le patatine ai propri figi e pagano l’Iva;
2 – i viaggiatori possono fare qualcosa: non volare con Alitalia. Oppure farlo, consapevoli, a loro rischio e pericolo. Non perché gli aerei caschino o perché i suoi volo sono tutt’altro che low cost.
Le logiche a cui sottostà Alitalia non solo quelle del business privato, che mette l’utente e il suo gradimento (grossomodo) al primo posto, ma quelle di un vettore che sottostà a logiche (e umori) essenzialmente politiche (estremizzando: se cambia un governo o litigano all’interno di quello esistente, non è escluso che il Mef, per esempio, venga meno… e chi ci dice che gli aerei non partano?).
Da notare, altresì, che se qualcosa non funziona con la prenotazione o con il volo, le abituali norme che tutelano i diritti dei passeggeri (che sono precise ed abbastanza efficaci), al momento sono pura carta straccia per Alitalia, visto che non se ne fa carico direttamente ma rimanda al tribunale fallimentare che si sta occupando della vecchia società ginepraio con di fatto soluzioni zero per il malcapitato. (Vincenzo Donvito, presidente Aduc)

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